veronafilUn format ormai datato, una location non all’altezza, servizi ridotti all’osso per visitatori e operatori: così rischia il declino Veronafil

 

di Roberto Ganganelli | C’era attesa, tanta attesa per la 134a edizione di Veronafil perché, dopo due anni e mezzo dall’ultima kermesse veronese – e nonostante i convegni tornati a fiorire, un po’ ovunque, negli ultimi mesi – sia gli operatori che i collezionisti sentivano la necessità di ritrovarsi nel tradizionale appuntamento sulle rive dell’Adige.

E in effetti, almeno venerdì 20 e sabato 21 maggio l’affluenza di pubblico al Padiglione 9 di Verona Fiere è apparsa costante e numerosa, sebbene non al livello delle Veronafil di alcuni anni fa. Del resto, in questi due anni di pandemia le abitudini di alcuni sono cambiate, c’è una guerra in corso e parte del pubblico che frequentava il salone ha preferito sfruttare le giornate assolate del weekend per concedersi una gita fuori porta.

Una ripartenza tra luci e ombre per Veronafil

Tuttavia, l’atmosfera che si è percepita a Veronafil è apparsa diversa per altre ragioni: più volte, infatti, ci è capitato di scrivere che il format del salone collezionistico appare ormai datato, uguale a se stesso da decenni, e che si impone ormai un rinnovamento.

La nuova gestione dell’Associazione filatelica numismatica Scaligera, che organizza Veronafil, sembra tuttavia non aver tenuto conto delle critiche e delle proposte fatte – oltre che dalle nostre colonne – da importanti associazioni di settore e operatori commerciali per migliorare l’evento e tenerlo al passo coi tempi.

Location e servizi, due nodi da scogliere

Partiamo dalla location che appare lontana anni luce da quella, ad esempio, della World Money Fair di Berlino: un padiglione e allestimenti “essenziali”, ormai inadeguati per un mondo – come quello del collezionismo – che non è più solo hobby ma esprime anche cultura, arte, investimento. Basterebbe affittare un padiglione diverso per trovare una sistemazione più dignitosa, consona a quella dimensione europea di cui Veronafil va orgogliosa.

Come coprire i maggiori costi? Facendo pagare alle migliaia di visitatori un biglietto anche simbolico – due, tre euro? – per garantire l’importo necessario ad affittare da Verona Fiere un padiglione più adatto. Ci sono poi i costi per gli espositori i quali, dopo due anni di crisi, non solo non si sono visti praticare alcuno sconto o agevolazione, né offrire nuovi servizi, ma hanno dovuto adeguarsi a tariffe aumentate sia per gli spazi che per gli allestimenti. Tanto che vari professionisti di livello, da sempre presenti a Veronafil, in questa edizione hanno dato forfait.

Accessi e sicurezza, servono strumenti adeguati

Altro punto dolente, le norme di accesso che hanno lasciato perplesso più di un operatore: la giornata del giovedì, infatti, dovrebbe essere destinata all’allestimento e alle trattative fra commercianti, mentre numerosi visitatori non accreditati sono potuti entrare in fiera senza essere controllati. Senza contare quei visitatori che, a decine se non a centinaia, sono entrati in fiera prima dell’orario ufficiale di apertura al pubblico, senza alcun controllo.

Controlli che, invece, sono stati attuati in modo fin troppo zelante quando, al disallestimento del salone, è risultato problematico per molti commercianti entrare in modo rapido con le loro vetture nelle aree di carico e scarico prossime al Padiglione 9.

Infine, il servizio di sicurezza della fiera: onore al merito ai volontari dell’Associazione nazionale Alpini e dei quella dei Carabinieri in congedo per la loro presenza e collaborazione, ma non bastano certo pochi volontari per garantire tranquillità in un evento nel quale un singolo operatore può avere materiali per centinaia di migliaia di euro (e di esempi di furti ce ne sono sempre stati, del resto).

Guardare al futuro, investire su Veronafil

Cari amici dell’Associazione Scaligera, gli operatori commerciali del settore numismatico e filatelico, i collezionisti, gli appassionati che per decenni, per 134 edizioni – come voi sottolineate con orgoglio – hanno affollato Veronafil attendono una nuova stagione caratterizzata da una fiera accogliente, sicura e gestita in maniera efficiente e moderna.

Il mondo del collezionismo italiano merita più che mai un format in grado di coniugare commercio e passione con eventi quali presentazioni di libri o cataloghi, conferenze di divulgazione in grado di ospitare dignitosamente le zecche nazionali – il padiglione di IPZS era un’isola di luce nel grigio – e di aprirsi al resto del mondo. E lo merita Veronafil, per la pluridecennale storia che può vantare e che nessuno ha diritto di disperdere.

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