Qualche riflessione sull’euro come oggetto da collezione: le bimetalliche commemorative, le facce nazionali, il progetto BCE per le nuove banconote
di Roberto Ganganelli | Il 1° gennaio l’euro, la valuta comune a 17 dei 29 paesi dell’Unione Europea – ha tagliato il traguardo dei vent’anni di servizio. Nello stesso giorno del 2002, infatti, entravano in circolazione le otto monete e i sette tagli di banconote che mandarono in pensione – oltre al marco tedesco, al franco francese, alla peseta e ad altre divise – anche le nostre amate lire.
La ricorrenza è passata un po’ in sordina, vuoi per il persistere della pandemia che per un fenomeno diffuso di “disattenzione” dato dal fatto in questi vent’anni l’euro ha per certi versi diviso, oltre che cementato, l’opinione pubblica continentale.
“Ponti e porte per un euro di opportunità”
La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, in un suo discorso, ha ricordato i ponti e le porte effigiati sulle euro banconote come simbolo di quei ponti fra economie e culture e di quelle porte, aperte sul futuro e sulle opportunità, che l’euro ha indubbiamente aperto sia all’Unione che ai paesi aderenti.
Sul fronte della moneta metallica, invece, l’euro è stato capace di veicolare simboli di ciascun paese membro dell’Eurozona – e dei “micro stati” del continente – in ogni angolo d’Europa e del pianeta: così, se per i finlandesi non solo il Colosseo, ma anche la Mole Antonelliana sono ormai familiari, per noi italiani sono divenute consuete le effigi della Porta di Brandeburgo e della “civetta” ateniese.
Disinformazione e commercio selvaggio, due pericoli
Per molti, ma non per tutti perché prosegue imperterrita, soprattutto in rete, una campagna di (dis)informazione legata alla divisa comunitaria come oggetto da collezione che vede protagoniste, soprattutto ma non solamente, le bimetalliche da 2 euro.
Troppi portali generalisti, anche molto seguiti, propinano titoli ad effetto sul presunto valore di migliaia di euro per monete di questo tipo, soprattutto le commemorative emesse dal 2004, che – listini di vendita alla mano – si possono acquistare in fior di conio per poco più del valore facciale: alcune e 3 euro, altre a 4 o 5 euro appena, dipende dal commerciante.
Non parliamo poi delle piattaforme di aste online fra privati in cui qualcuno – fuori da ogni logica di mercato e di correttezza – nella speranza di spennare il proverbiale “pollo” propone euro spiccioli comunissimi a centinaia o migliaia di euro.
Una visione distorta, dannosa (e illegale) del libero mercato
“Propone”, sottolineiamo, in una distorta visione del concetto di libero mercato nel quale ci si sente in diritto di attribuire un valore arbitrariamente alto a qualunque moneta, fossero pure le comunissime 100 lire del 1981 battute in più di 122 milioni di esemplari e tuttora “giacenti”, in quantità, non solo negli stock dei commercianti, ma anche in moltissimi cassetti.
Il risultato per quanti cascano nella “euro disinformazione” è dapprima un senso di euforia e, a seguire, una profonda disillusione nel momento in cui – a fronte delle spiegazioni di qualche numismatico di professione, o collezionista di lungo corso – le persone si rendono conto che la realtà è diversa da quella propinata online.
Altri personaggi, invece, continuano ad inquinare il mercato numismatico agendo, di fatto, da commercianti – con vendite continue, stock sempre riforniti e perfino proponendo listini e offerte speciali – pur essendo dei semplici cittadini privati. Il loro regno è una zona grigia nella quale si mescolano semi anonimato, una “disinvoltura” fiscale quanto meno opinabile e una buona dose di faccia tosta.
Il futuro, tra nuove facce nazionali e banconote da ripensare
L’euro, in ogni caso, a vent’anni dal suo ingresso in circolazione rimane una collezione vitale e apprezzata nel Vecchio continente e non solo: grazie alle emissioni dei “micro stati” convenzionati come Andorra, Monaco, San Marino e Vaticano, ad emissioni sempre più varie e creative, ad altre in tiratura limitata o con finiture speciali gli euro spiccioli godono di buona salute e ogni giorno spalancano a nuovi potenziali adepti il mondo della numismatica.
Le prospettive della moneta unica, dunque, almeno dal punto di vista collezionistico sembrano essere ancora sotto una buona stella, anche se non così brillante rispetto a qualche anno fa: la Francia, infatti, ha aperto la strada al rinnovamento delle facce nazionali dei grandi paesi con le nuove bimetalliche da 1 e 2 euro, altre nazioni stanno meditando di fare lo stesso e la BCE ha annunciato di aver iniziato l’iter di progettazione di una serie di banconote del tutto nuova che, probabilmente, vedrà la luce dopo il 2024.