Individuata una pubblica della Reale Repubblica Napoletana battuta sotto lo zecchiere Giovanni Andrea Cavo che reca un simbolo (•8•) finora non censito

 

di Angelo Cutolo | La Reale Repubblica Napoletana fu proclamata il 22 ottobre 1647 dal capopopolo Gennaro Annese (Napoli, 1604-1648), dopo la cacciata delle truppe spagnole tramite una sollevazione generale, che seguì a quella del popolo control’aristocrazia capitanata da Masaniello (Napoli, 1620-1647) ed ebbe fine il 5 aprile 1648, in seguito alla caduta del forte di Nisida e al rientro in città delle truppe spagnole.

Nella collezione privata De Nunzio di monete napoletane battute durante il vicereame spagnolo è presente una pubblica il cui segno di coniatore, dalle ricerche effettuate da chi scrive, non sembra essere censito da nessun testo o catalogo: si tratta del simbolo •8•.

Grazie alla disponibilità del proprietario possiamo dare descrizione e immagini di questa moneta che arricchisce un panorama di emissioni già di per sé ampio e complesso.

Incisone acquerellata raffigurante il golfo e la città di Napoli tra fine '600 e inizio '700
Incisone acquerellata raffigurante il golfo e la città di Napoli tra fine ‘600 e inizio ‘700

Descrizione e annotazioni sul dritto

Il dritto della moneta
Il dritto della moneta

Al dritto, la pubblica reca lo stemma della Repubblica – scudo coronato – contenente in una fascia la sigla SPQN (Senatus Populus Que Neapolitanus ossia “Il Senato e il popolo napoletano”), sormontata da un punto alla sinistra della P e poggiante sulla fascia, in circolo, a partire da ore 8.

Sul bordo la legenda UX • REI • P con la lettera P troncata in alto, tanto da apparire quasi come una I con trattino orizzontale a metà altezza. Il conio è decentrato verso destra per l’osservatore.

La legenda, sugli esemplari interamente leggibili, è HENR • DE • LORENA • DUX • REIP • NEAP • (Enrico di Lorena duce della Repubblica Napoletana) e il bordo esterno è perlinato.

Descrizione e annotazioni sul rovescio

Il rovescio della moneta
Il rovescio della moneta

Al rovescio, in circolo, l’esemplare illustrato presenta sul bordo, a partire da ore 12, la legenda 48 • PAX • ET • VBER (la legenda completa è PAX • ET • VBERTAS •1648 • vale a dire “Pace e prosperità 1648”)

Nel campo tre spighe legate a un ramoscello d’ulivo con sopra il monogramma in due righe del maestro di zecca di diritto GA | C che corrispondono a Giovan (o Giovanni) Andrea Cavo e sotto, tra gli steli, il simbolo •8•.

Dalla bibliografia consultata e dalle fonti di archivio sappiamo che Giovanni Andrea Cavo fu in attività dal 6 ottobre 1636 al 1655-1656; il 13 settembre 1656 risulta essere già deceduto.

L'inedito simbolo di coniatore sul rovescio
L’inedito simbolo di coniatore sul rovescio

E’ da notare, tuttavia, che posteriormente al1648 non si rinvengono più monete recanti il monogramma GAC, per cui si potrebbe ipotizzare che proprio in tale anno sia terminata l’attività di Giovanni Maria Cavo come di maestro di zecca.

Altrli segnio di coniatore sulla pubblica

Prima del rinvenimento dell’esemplare qui studiato si conoscevano già decine di simboli pertinenti ai coniatori. Considerando lettere e cifre sono noti A, B, B fra stanghette orizzontali, C, C coricata sul dorso, D, E, F, F coricata in avanti, F capovolta, G, I, K, L, M, MI, m, N, O, •O•, P, Q, R, R retrograda, S, •S•, S retrograda, T, V, X, XX, Z, Z retrograda, •Z•, 2, 3, 4, 4 retrogrado, 6, 6 coricato sul dorso, 7, 8, 9.

Tra i segni grafici ricordiamo ampolla, cavaliere, corona, croce a bracci uguali, fiore, fungo, giglio araldico, globo, mezzaluna crescente, due mezzelune sovrapposte, quadrupede col corpo basso e allungato andante a sinistra, serpente, scudetto, stella, testina, testina di drago, trifoglio, torre, vaso, volatile senza contare varie configurazioni di globetti disposti, ad esempio, a fiore e a croce, un piccolo castello ed altri per i quali si rimanda ai testi in bibliografia.

Quando il simbolo manca (ma poi, manca davvero?)

In alcuni esemplari di pubblica, invece, il simbolo del coniatore pare assente, ma tale caratteristica potrebbe essere dovuto anche all’usura, data la medio-bassa conservazione degli esemplari che ci sono pervenuti.

L’ideale per poter affermare l’ipotesi dell’effettiva assenza del simbolo del coniatore sarebbe rinvenire un esemplare in alta conservazione con tale caratteristica riscontrabile in modo evidente. Il peso della moneta descritta nella presente nota è pari a g 7,5, mentre il diametro è di mm 26 e lo sfasamento tra i conii è a 140°.

Bibliografia essenziale

AA.VV., Corpus Nummorum Italicorum. Vol. I. Casa Savoia, Roma 1910, Vol. XIX – Italia Meridionale Continentale. Napoli, Parte I. Dal Ducato napoletano a Carlo V, Roma 1940, Vol. XX – Italia Meridionale Continentale. Napoli, Parte II. Da Filippo II alla chiusura della zecca, Roma 1943.

D’Andrea Alberto e Andreani Christian, Le monete napoletane dai Bizantini a Carlo V, Edizioni D’Andrea, Castellalto (Te) 2009.

Magliocca Pietro, Maestri di Zecca, di Prova ed Incisori della Zecca Napoletana dal 1278 al 1734, Editrice Diana, Cassino (Fr) 2013, pp. 77-84.

Pannuti Michele e Riccio Vincenzo, Le monete di Napoli. Dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, Nummorum Auctiones S.A. Lugano, Napoli 1984.

Posteraro Luigi, Un ripostiglio di monete recentemente rinvenute in Capua. Pubbliche e grana coniate in Napoli al tempo della Repubblica napolitana (1648), Napoli 1914.