Prima dell’avvento di internet e dei motori di ricerca, per “leggere” una moneta del lontano Egitto c’erano solo i libri, i cataloghi e… la curiosità!
a cura della redazione | Ci scrive, per la rubrica dedicata alla “moneta del cuore”, il nostro lettore Marco Tomasini: “Avevo otto anni quando mi regalarono un mucchietto di monete provenienti da varie parti del mondo. Allora non avevo idea di quale ricchezza di informazioni si nascondesse dietro ad ogni tondello, ma il fascino che quelle prime 81 monete esercitarono su di me fu incredibile.
Iniziai a studiarle con i pochi mezzi che avevo nel lontano 1984: internet non esisteva, non avevo cataloghi, bilancia e calibro. Gli unici ‘potenti mezzi’ a mia disposizione erano una lente di ingrandimento, una enciclopedia a colori in otto volumi, un atlante e alcuni vocabolari, che in casa mia non mancavano mai.
La “moneta del cuore” di Marco Tomasini: una 20 piastre dell’Egitto che, per un bambino di otto anni, appariva come un oggetto misterioso e affascinante da decifrare
Passavo moltissimo tempo a rimirare i miei esemplari, cercando di comprenderne figure e iscrizioni. Ma per quanto mi sforzassi, non ro in grado di individuare il Paese di provenienza della moneta in foto. Ero sicuro che si trattasse di una nazione di lingua araba, ma quale?
Ricordo che, sfogliando l’atlante, realizzai un elenco di tutti i paesi che utilizzavano la lingua araba e iniziai a cercarli sulla mia enciclopedia, confidando in un colpo di fortuna. La mia speranza era che, tra le fotografie a colori incluse nella descrizione del paese ignoto, ve ne fosse una che ritraesse la moschea raffigurata sulla moneta.
E dopo un lungo sfogliare, eccola lì, la foto tanto attesa: inserita nella descrizione dell’Egitto, una immagine a colori della moschea del Cairo esattamente identica al rovescio della mia moneta. Oggi è sufficiente utilizzare Google Immagini per arrivare in pochi secondi al medesimo risultato, ma la difficoltà e la lunghezza della ricerca rese decisamente maggiore la mia soddisfazione.
La Moschea di Mohamed Alì al Cairo, detta anche Moschea di alabastro, è stata costruita al Cairo fra il 1830 e il 1848 ed è conosciuta in tutto il mondo
Ora sapevo finalmente da dove proveniva quella moneta. Non mi restava che indagare sul suo valore e sull’anno di coniazione. Il caso volle che in uno dei numerosi volumi che popolavano la libreria dei miei genitori fosse riportato il valore numerico di ogni cifra araba. Si trattava in pratica di una tabella analoga a quella qui riportata.
Compresi allora che la mia moneta egiziana aveva un valore di 20 piastre, poiché sempre secondo la mia magnifica enciclopedia, la moneta circolante in Egitto si chiamava ‘piastra’. Quando però cominciai a chiedermi in che anno era stata coniata, mi accorsi che ai lati del valore nominale erano indicati due anni diversi, corrispondenti al 1984 e al 1404.
Era evidente che l’anno corretto era il primo, poiché chi mi aveva donato le monete non avrebbe potuto essere in possesso di una moneta egiziana del Quattrocento, ma allora a cosa si riferiva l’anno 1404?
I “nostri” numeri e la notazione usata nei paesi musulmani: una semplicissima tabella è sufficiente per leggere valori e date nelle monete dei paesi arabi
Ero un bambino di otto anni, lo ripeto, e quindi davo per scontato che tutto il mondo utilizzasse lo stesso calendario. Rimasi molto stupito quando mia madre, che era vissuta diversi anni in Libia, mi disse che nei paesi a maggioranza musulmana non contano gli anni partendo dalla nascita di Gesù, ma da un episodio della vita di Maometto (un avvenimento che solo successivamente scoprii chiamarsi Egira).
Finalmente potevo dichiararmi soddisfatto: avevo risolto un enigma. Corredai immediatamente la moneta del suo cartellino descrittivo: ‘Egitto – 20 Piastre – 1984 corrispondente al 1404 del calendario musulmano‘.
Oggi i mezzi a mia disposizione per studiare le monete sono molto più numerosi: cataloghi numismatici, forum di discussione, siti web. Ma la curiosità che mi assale ogni volta che prendo in mano una moneta è ancora la stessa di quando avevo otto anni”.
Ecco il vero spirito del giovane numismatico e di ogni autentico appassionato: cercare con infinita pazienza e metodo le risposte alle sue domande, compulsare la bibliografia – anche quella generale, come le enciclopedie – e non darsi mai per vinto.
Varianti di conio sulla 20 piastre d’Egitto del 1984, corrispondente al 1404 nel calendario dell’Egira: tanti i dettagli da scoprire, anche in una moneta comune e recente
Aggiungiamo, e questo è merito di internet e di recenti studi di altri appassionati di monetazione egiziana moderna, che di questa 20 piastre dell’Egitto sono note delle varianti: le principali riguardano al dritto le iscrizioni in caratteri più sottili o in grassetto e al rovescio delle differenze nella raffigurazione della Moschea di Mohamed Alì.
Un primo conio presenta le finestre grandi, la cupola a sinistra più appuntita e lontana dal minareto, sotto il minareto sinistro nove finestre nella fila superiore. Un secondo conio di rovescio le finestre piccole, la cupola di sinistra più bassa e vicina al minareto, sotto il minareto sinistro dieci finestre nella fila superiore.
Tante cose da sapere, a dispetto del fatto che si tratti di una moneta comunissima, uno “spicciolo” di meno di cinquant’anni fa che chiunque poteva riportarsi a casa dall’Egitto tra le monetine avanzate dal cambio. Continuate a inviarci le storie delle vostre “monete del cuore” a contact@cronacanumismatica.com oppure a redazione@cronacanumismatica.com.