Scoperto a San Casciano dei Bagni, nel Senese, un santuario di età augustea che, fra gli altri reperti, ha restituito un deposito di monete di grande valore
di Mathias Paoletti | Se n’è occupato perfino Walter Veltroni, nelle pagine del Corriere della Sera, tanta è l’importanza di questa ennesima scoperta archeologica avvenuta nel nostro paese: parliamo del sito di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, dal quale sono riemersi reperti eccezionali come sculture e bassorilievi e, probabile deposito votivo, centinaia di monete in oro, argento, oricalco e bronzo.
Un deposito intatto, a oltre due metri sotto il livello del terreno, sotto il volto di un grande toro, magistralmente scolpito in bassorilievo su un blocco della vasca, gli archeologi hanno rinvenuto le offerte degli antichi fedeli che si recavano presso la sorgente sacra.
Si tratta – a quanto si apprende dalla Soprintendenza di Siena Grosseto Arezzo – di esemplari che celebrano la pax augustea, l’apogeo flavio e le gesta di Traiano, Adriano e Marco Aurelio, assieme ad una serie di cinque bronzetti sacri di offerenti – tra cui si uno splendido Pan – rinvenute assieme a cinture in lamina di bronzo, statuette di offerenti, clave di Ercole ed altri attributi sacri.
Un santuario di età augustea, dunque, nel quale già in epoca etrusca venivano celebrati riti: un luogo magico e finora segreto che con quattro campagne di scavo e l’impegno di oltre quaranta fra archeologi, specializzandi e dottorandi degli atenei di Pisa, Siena, Firenze, Roma “La Sapienza” e Sassari.
Ora le monete, quelle centinaia di frammenti del nostro passato, dovranno essere catalogate, restaurate e studiate nel loro contesto per rispondere a domande sulla frequentazione del santuario, la circolazione monetaria, il “tenore di vita” di quanti si recavano alla sorgente offrendo un dono votivo e, ci auguriamo, saranno esposte accanto al putto in bronzo e agli altri manufatti ritrovati a San Casciano dei Bagni.
Conclude così, Walter Veltroni, il suo articolo: “L’Italia non smette di stupire, mai. La sua memoria, quella dimenticata spesso nello spirito del tempo, riemerge dal passato in uno splendore che toglie il fiato. Solo che non si smetta di cercare le nostre radici e il senso della nostra identità.
Solo che alla competenza degli archeologi e amministratori si accompagni la passione intelligente di istituzioni consapevoli che essere rabdomanti del passato è tra le nostre principali garanzie di futuro”.