Risale alla campagna elettorale per le consultazioni politiche del 18 aprile 1948 una parodia che sfrutta la “fame di lire” del paese per propaganda
a cura della redazione | Risale alle fatidiche elezioni politiche del 1948 un interessante volantino di propaganda stampato, in verità con grande cura e un’indubbia vena creativa, sulla falsariga del titolo provvisorio da 10.000 lire della Banca d’Italia in circolazione in quegli anni.
Di questi titoli, prodotti anche con valore di 5000 lire e progettati in un terzo taglio, mai emesso, da 25.000 lire, abbiamo ripercorso la storia tempo fa in un articolo dedicato (clicca qui per leggerlo); oggi, invece, ci piace presentarvi lo pseudo titolo “emesso” a nome di una fantomatica BANCA DELL’INFLAZIONE con CAPITALE MOSCA.
Nemmeno a dirlo, il “valore nominale” è fissato in 00.000 lire e nel testo il Fronte Democratico Popolare (la coalizione formata dal Partito Socialista e dal Partito Comunista) è additato come il soggetto pericoloso che segnerà lo sfacelo della Repubblica Italiana portando la miseria “come è accaduto alla Lituania, alla Rumenia (sic), all’Ungheria”.
Chiaro che gli ideatori del volantino cercarono di sfruttare quel sottile meccanismo psicologico per cui un oggetto che ricorda il denaro richiama automaticamente l’attenzione, specie in un contesto – l’Italia ancora sofferente per la guerra da poco conclusa – in cui la “fame di lire” era diffusa fra la popolazione quanto l’appetito vero e proprio.
Quelle del 1948, del resto, più di altre furono elezioni in cui la demonizzazione dell’avversario raggiunse punte mai viste prima con manifesti, gadget, pubblicazioni che dovevano supportare su vasta scala le campagne “porta a porta” attuate dai militanti di tutti i partiti per strappare ogni possibile voto alle controparti.
Su entrambe le facce di questa parodia del titolo provvisorio, che porta come data di emissione quella delle elezioni (il 18 aprile 1948), altri slogan invitano i cittadini a recarsi a votare, inneggiano al ricongiungimento di Trieste all’Italia e, soprattutto, mettono in guardia gli italiani sulla possibile sorte dei loro risparmi, che in caso di vittoria del Fronte sarebbero a rischio per l’inflazione e per la messa in atto di pratiche “bolsceviche” e di stampo sovietico.
Il fatto che la “banconota” da 10.000 – pardon, da 00.000 lire – sia a nome di un istituto il cui “governatore” e il cui “cassiere” rispondono ai nomi di Palmiro Togliatti e Luigi Longo, esponenti di punta del PCI, non lascia adito a dubbi…