Un difetto “all’origine”, o meglio un errore produttivo in zecca dietro alcune lettere che appaiono su un sampietrino di Perugia del 1796
di Roberto Ganganelli | Ci scrive un lettore dal Lazio: “Buongiorno e complimenti per la bellissima rivista online. Mi sto appassionando alle monete papali di fine ‘700, in particolare alla grande varietà di sampietrini e madonnine.
Spulciando repertori su internet ho trovato, passata nell’asta online Numismatica Ranieri 3 del 20 maggio 2019, al lotto 230, il passaggio di un sampietrino di Perugia definito con ‘strana contromarca PI’. Sono noti altri esemplari? E secondo voi cosa significa quella sigla? Grazie e continuate così con il vostro lavoro”.
Il sampietrino da due baiocchi e mezzo della zecca di Peurgia passato nel 2019 in asta online da Numismatica Ranieri e accreditato di una “strana contromarca PI”
Ringraziando il lettore per l’apprezzamento a Cronaca numismatica, direi che siamo in grado di svelare l’arcano che si nasconde dietro quella “strana contromarca PI” sull’esemplare di moneta da due baiocchi e mezzo coniata durante il pontificato di Pio VI Braschi (1775-1799). Non di contromarca si tratta, infatti, bensì dei segni dell’impronta di un’altra moneta dello stesso tipo.
Se, infatti, osserviamo con attenzione il dritto con il mezzo busto di san Pietro, notiamo come quelle lettere PI, peraltro retrograde, siano in realtà parte della parola PE di PERVGIA che appare nella quarta linea della legenda al rovescio (*** | BAIOCCHI | DVE E MEZZO | PERVGIA | 1796).
Dettagli del dritto del sampietrino di Perugia: nei rettangoli evidenziati, tracce incuse della legenda di un altro esemplare battutto con gli stessi coni
Inoltre, in alto, dietro l’aureola del santo si può distinguere traccia delle lettere AIO della parola BAIOCCHI, sempre retrograde ovviamente. Come spiegare tutto ciò? Semplice: probabilmente il sampietrino di Perugia “incriminato” fu battuto su un tondello di rame “impresso” in precedenza, per errore o casualità, dalle impronte di un simile esemplare già coniato.
Si tratta dunque di una semplice curiosità, non di una contromarca dall’oscura origine. Tanto è vero che la moneta, in buon Bb, è andata all’asta a 50 euro e aggiudicata allo stesso prezzo, che è poi un prezzo del tutto normale per simili esemplari.
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