Un’opera del maestro di Buja scambiata per una medaglia olandese | L’autoritratto e il fiore di cardo per una medaglia “calendario”
di Roberto Ganganelli | Quelli che sono stati lettori di Cronaca numismatica tra il 1989 e il 2011 ricordano una seguitissima rubrica dal titolo Il refuso in cui il direttore Mario Traina, collaboratori e lettori mettevano in evidenza svarioni numismatici apparsi in pubblicazioni di settore e non. E la storia continua…
Due medaglie per un botanico olandese?
Su un portale di aste online sono state proposte due medaglie viziate da una descrizione quanto meno “fantasiosa”. Si legge in una delle inserzioni (l’altra è identica e relativa ad un esemplare di diametro minore e di diverso metallo) che l’opera sarebbe dedicata a tale Johannes Paulus Lotsy “(Dordrecht, 11 aprile 1867 – Voorburg, 17 novembre 1931). Laurea in veterinaria e zoologia (1892) alla John Hopkins University a Baltimore. Dottorato in botanica (1931). Autore della pubblicazione dedicata all’evoluzione mediante ibridazione Evolution by means of hybridization“.
Fin qui il copia-incolla da Wikipedia. Ma segue: “NON SINE LABORE. Splendida e raffinata, rara medaglia olandese in bronzo, senza data, dedicata al botanico Johannes Paulus Lotsy, raffigurante al rovescio un cardo. Splendida la conservazione con pregevole scura patina da medagliere. Diametro mm 60, peso g 111”. Peccato che la medaglia, bellissima – niente da dire – non sia affatto olandese, al pari dell’altra in metallo bianco di mm 33 per g 14,4 datata 1952, e che non raffiguri affatto l’illustre scienziato del paese dei tulipani.
La vera origine dei due capolavori in tondello
Entrambe le opere sono infatti uscite dal bulino del grande incisore e scultore italiano Pietro Giampaoli (Buja 1898 – Roma 1998) che spesso si firmava JOHANNES PAVLVS latinizzando il proprio cognome, e raffigurano nient’altro che il maestro, autore di tante medaglie e monete indimenticabili.
Medaglie autoritratto, dunque, come testimonia il volume Le medaglie di Pietro Giampaoli. I. Le collezioni di Aosta e Buja pubblicato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana a firma di Giancarlo Alteri e Simona Giampaoli nel 2010.
In attesa del catalogo del Fondo Pietro Giampaoli istituito presso il Medagliere Vaticano, le sillogi delle due raccolte costituiscono ad oggi – insieme ai saggi che completano l’opera – la fonte più ampia ed attendibile sulla vita e il lavoro medaglistico del longevo artista friulano.
Le “medaglie calendario” del maestro Giampaoli
A tal proposito, notiamo come l’effigie del cardo fiorito abbinata all’autoritratto di Giampaoli appaia già nel 1933 in una medaglia fusa in bronzo patinato di mm 79 con legenda NATVRA COSI’ MI DISPONE (op. cit. p. 111). Ultima opera censita, invece, con il profilo dell’artista e il fiore è una coppia di gessi di mm 80 con data 1975 su cui appare il motto NON SINE LABORE (op. cit. p. 183).
Tra questi estremi si collocano una medaglia ancora giovanile, senza data, con motto PROCVL . PROFANIS (“Lontano dall’ordinario”, galvanoplastica in rame e piombo mm 52, op. cit. p. 114), una del 1942 simile a quelle pubblicate nell’inserzione online (galvanoplastica in rame e piombo mm 60, op. cit. p. 115), una fusione in bronzo da mm 105 del 1950 (op. cit. p. 117), quella “incriminata” del 1952 (come la precedente, op. cit. p. 118), un’altra del 1958 (bronzo non patinato mm 80, op. cit. p. 119).
A queste “opere finali”, nei repertori di Buja si affiancano numerosi esemplari di dritto e rovescio in gesso, o in bronzo non patinato, oppure in altri metalli e finiture, qui non elencati. E, naturalmente, non si esclude che tra i materiali depositati in Vaticano e altri in collezioni private le medaglie opus Giampaoli con l’autoritratto – via via più maturo – e il fiore del cardo esistano con date, profili e varianti di legenda ulteriori.
Un fiore e un motto, moderna “impresa” di un artista
Il motto latino NON SINE LABORE (“Non senza fatica”) con il fiore del cardo rappresenta dunque, è abbastanza evidente, “l’impresa” adottata da Pietro Giampaoli a simboleggiare il proprio carattere e la propria opera.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante il cardo simboleggia la solitudine e l’isolamento e tale significato è dovuto alla tendenza di questa pianta a crescere in luoghi impervi. Una capacità di farsi strada fra le difficoltà – “non senza fatica”, per l’appunto – come testimonia la stessa vita di Pietro Giampaoli che, dalle montagne del Friuli a Roma, con laboriosità e discrezione, seppe farsi conoscere nel mondo con opere degne di Pisanello e care, per sempre, a tutti noi.
Le opere “familiari” e quelle per gli amici
Con le monete e le medaglie uscite dalla sua mano ineguagliabile Giampaoli ha infatti raccontato la storia d’Italia e del Vaticano, ma anche quella di personaggi celeberrimi – Elisabetta II, per citarne uno – e di importanti eventi storici, affiancando alla feconda produzione pubblica quella, altrettanto numerosa, che potremmo definire “familiare” destinata a ricordare l’amatissima moglie Letizia – la signora immortalata sulle 500 lire Caravelle -, i figli, i parenti.
E ancora ritratti di amici e dei loro bambini, persone incontrate nel corso della sua lunga vita e che lasciarono un segno, santi, animali, luoghi e allegorie. Una produzione sterminata e, ancora oggi, in buona parte da approfondire.
E per saperne di più…
Se volete leggere un articolo dedicato ad una rara medaglia di Pietro Giampaoli recentemente riscoperta e pubblicata clicca qui.
Per conoscere la storia in esclusiva di un inedito progetto di moneta da 500 lire in argento del 1957 a nome di papa Pio XII clicca qui.
E infine, se siete curiosi di consultare online il catalogo del Medagliere Vaticano (in fase di realizzazione) clicca qui.