Non sono rare, nei secoli caratterizzati da principati, signorie, grandi regni e imperi le monete e le medaglie celebrative di aristocratici sposalizi, ma il mezzo filippo nuziale coniato nel 1649 dalla zecca di Milano ha una storia particolare che vale la pena approfondire.
Filippo IV di Spagna è sul trono già dal 31 marzo del 1621 e in quel fatidico 1649, per l’esattezza il 7 ottobre, il sovrano convolerà a nozze (le seconde, dopo la morte di Elisabetta di Borbone-Francia avvenuta nel 1644), con Maria Anna d’Asburgo. E lei, la futura regina consorte di Spagna, è in viaggio da Vienna diretta a Madrid per incontrare l’augusto consorte, con il quale è peraltro già unita per procura.
Filippo IV di Spagna e la seconda moglie Maria Anna d’Asburgo ritratti da Velázquez “senza veli”, ossia nelle reali fisionomie non certo rispondenti ai canoni della bellezza classica
Maria Anna fa il suo trionfale ingresso a Milano il 17 giugno 1649, in una città e in un territorio impoveriti dalle piogge torrenziali che stanno decimando i raccolti e dalla perdurante guerra che interessa il Ducato di Milano. Come se non bastasse, le casse pubbliche sono in deficit di qualcosa come sei milioni di scudi ma le autorità milanesi intendono accogliere l’importante ospite come merita.
Tredicimila scudi vengono stanziati per i festeggiamenti, si innalzano archi trionfali e si organizzano luminarie, fuochi artificiali e banchetti ornando la facciata del Duomo di Milano, ricordando le cronache dell’epoca, con “lingue di fuoco” che illuminano il maestoso tempio nell’oscurità della notte.
Busto in marmo e stampa acquerellata che ritraggono il governatore di Milano in carica nel 1649, Don Luis de Bernavides Carillo y Toledo
Il governatore di Milano, all’epoca, risponde al nome di Don Luis de Bernavides Carillo y Toledo (1608-1668), “marchese di Caracena e Fromista, conte di Punac, signore delle ville di Yues, San Munoz e Matilla, cavaliere dell’ordine di San Giacomo, commendatore di Gnamachiucco, gentiluomo di Camera”. E si tratta, nemmeno a dirlo, nel perfetto stile pomposo dell’epoca e dell’aristocrazia spagnola in particolare, di un personaggio che vuole ben figurare agli occhi della futura regina consorte e soprattutto di Filippo IV.
Nasce così il mezzo filippo nuziale di cui parliamo, sul cui dritto troviamo l’iscrizione • PHILIPP • IIII • HISP • RE • ET • ME • DUC • attorno al busto coronato e corazzato di Filippo IV a destra, con colletto rigido e gorgiera; maschera leonina sullo spallaccio e collare del Toson d’Oro sul petto; ll’esergo • CARACENA • / • GVBERNAN •. Nell’ultima riga d’esergo può essere presente il segno • (croce di quattro globetti) • oppure no.
Elaborate dal magnifico esemplare pubblicato da Carlo Crippa, le due facce del mezzo carlino nuziale coniato dalla zecca di Milano per la visita di Maria Anna d’Asburgo
Al rovescio, in un ideale, elegante “specchio” iconografico e celebrativo, l’iscrizione MARIÆ • ANNÆ • PHILIPP • IIII • HISP • ETC • REG • VX attorno al busto coronato di Maria Anna a sinistra, con abiti sontuosamente ornati ed acconciatura con lunghe piume; sotto, nel giro, la data •1649•.
Da notare la finezza dei ritratti, come la cura nei dettagli delle corone e degli abiti, delle acconciature e dei gioielli: una moneta ostentativa, dunque, ma non tanto o non solo nei confronti di quanti, a Milano e dintorni, l’avrebbero ricevuta (dignitari, diplomatici stranieri, aristocratici di rango) ma soprattutto realizzata per far piacere alla coppia reale. Con una certa “licenza artistica”, inoltre, le fisionomie dei due sposi vengono “ingentilite” – o se volete, “idealizzate” – fino a renderle piuttosto distanti da quelle che, ad esempio, ci hanno tramandato i dipinti di Diego Velázquez.
I ritratti “idealizzati” della coppia reale sulla moneta celebrativa coniata per volere di Don Luis de Bernavides Carillo y Toledo
Moneta indicata con rarità R4, classificata da Carlo Crippa ai nn. 35 e 35/b del volume Le monete di Milano durante la dominazione spagnola dal 1535 al 1706 (Milano 1990, pp. 337-339), il mezzo filippo nuziale del 1649 è coniato in argento con peso di g 13,45-13,55 e diametro di mm 37-38: una “emissione speciale”, la definisce efficacemente Carlo Crippa, che sottolinea come essa fu voluta esplicitamente dal governatore il quale, tuttavia, della lunga processione dei suoi cognomi e titoli, non riuscì che ad apporre due parole, CARACENA | GVBERBNAN[tor].
Scelta non casuale, il riferimento al fedele (e vanitoso) funzionario di corte è collocato sotto il busto del sovrano, sul dritto del mezzo filippo nuziale: una scelta che da un lato fa pensare a un modo per ribadire al re, a Madrid, la sottomissione e la fedeltà di Don Luis de Bernavides Carillo y Toledo e dall’altro rende certo che, su quel nome, sarebbero caduti gli occhi del sovrano una volta che avesse ricevuto in omaggio questa moneta milanese, così particolare e oggi rarissima.
Alla morte del marito, Maria Anna diventa reggente del figlioletto Carlo II (periodo 1665-1675 ): qui la vediamo ritratta, con velo di vedova, su un filippo della zecca di Milano
E il nostro Caracena? Che ne è di lui in seguito? Sappiamo che da Milano, nel 1656 torna in patria e dopo un periodo di riposo in terra iberica è nominato governatore della ricca provincia dei Paesi Bassi, occupando al carica fino al 1664. Tornato di nuovo in Spagna per assumere il comando dell’esercito nella guerra contro il Portogallo, come nuovo governatore dell’Estremadura, viene duramente sconfitto nella battaglia di Montes Claros, nel 1665, e viene accusato di tradimento e codardia. Pur addossando la colpa della disfatta alle pessime condizioni dell’esercito spagnolo, Don Luis cade in disgrazia morendo infine di malattia nel 1668.