Coniato nel 1842 a nome di Leopoldo II, ultimo granduca di Toscana, questo fiorino d’argento di eccezionale rarità è in asta Nomisma 64
di Antonio Castellani | Non solo le monetazione antica o medievale, ma anche quella più recente rivelano spesso dei tesori di rarità dalla storia affascinante: ne è un esempio l’eccezionale fiorino da cento quattrini del 1842 proposto in asta Nomisma 64 al lotto n. 517 (clicca qui per il catalogo dell’asta).
La moneta (battuta argento 917 millesimi, mm 24 per g 6,83, bordo rigato) rientra nel cosiddetto “2° tipo” a nome di Leopoldo II d’Asburgo Lorena (1824-1859) e, scrivono gli estensori del catalogo, “Indubbiamente una moneta di prova”.
Il ritratto maturo opera dell’incisore Giuseppe Niderost
Infatti, questo fiorino mostra al dritto il nuovo e aggiornato ritratto granducale che ci mostra un Leopoldo II invecchiato e con una folta barba, mentre il rovescio appare identico ai fiorini coniati a partire dal 1826 e sino ad allora.
Nel 1842 si procedette alla creazione di un nuovo ritratto del granduca e la prima moneta che entrò in circolazione col volto più maturo e barbuto di Leopoldo II fu il paolo (Gigante 49) che riporta nella legenda il nome LEOP. II abbreviato; subito dopo si emise anche un fiorino (Gigante 36) anch’esso estremamente raro, che riporta nella legenda attorno al volto maturo la parola LEOPOLDO I. In basso, le iniziali N G dell’incisore Giuseppe Niderost.
Un accoppiamento di coni errato per una grande rarità
Avendo tuttavia il conio del paolo un diametro di mm 23,5 e quello del fiorino da cento quattrini di mm 24, è facile ipotizzare che vi fu un errato accoppiamento col conio del rovescio che ha creato per i collezionisti numismatici una rarità assoluta, mancante in quasi tutte le collezioni specializzate.
Considerato poi che per l’anno 1842 si ha l’ultima emissione del fiorino con la testa giovanile (Gigante 34, R) e considerando i pochissimi pezzi conosciuti e apparsi nell’ultimo secolo sul mercato (l’ultimo oltre venticinque anni fa in un’asta tedesca), è indubbio affermare che questo fiorino, conosciuto ad oggi in soli tre esemplari (uno ex Collezione Reale; un secondo in una raccolta toscana e quello in asta Nomisma 64) rappresenti la più ambita ed eccezionale rarità a nome di Leopoldo II.
Proposto in conservazione fior di conio, il fiorino di prova millesimato 1842 si è meritato una base d’asta di 10.000 euro: vedremo a quanto passerà, nell’incanto del 17-18 dicembre, sotto il martello del banditore.