Proveniente da un incanto Santamaria del 1942, questa magnifica doppia esalta, con un capolavoro di incisione, la carità papale e il taglio dei dazi
di Antonio Castellani | È l’anno 1690; a Roma, dal 16 ottobre dell’anno precedente siede sul soglio di Pietro papa Alessandro VIII, patrizio della famiglia veneziana degli Ottoboni. Prende in mano uno Stato Pontificio in gravi difficoltà economiche, tanto che fra le sue prime decisioni si ricorda quella di imporre un tetto alle spese per i funerali dei papi a venire – egli stesso incluso – pari a 10.000 scudi d’oro.
Nel corso del suo brevissimo pontificato – muore infatti 1° febbraio del 1691, a causa di una cancrena alla gamba – Alessandro VIII non riesce a essere particolarmente incisivo né dal punto di vista delle relazioni internazionali né da quello della gestione interna dello Stato.
Tuttavia, Alessandro VIII decide di invertire la strategia economica del predecessore Innocenzo XI riducendo la pressione fiscale nel tentativo di aiutare le classi più disagiate. Una campagna, insomma, di sgravi e carità su vasta scala che tuttavia, assieme ad altre ingenti spese (in primo luogo, quelle per le guerre contro i Turchi) aggrava la già precaria situazione finanziaria dello Stato Pontificio.
Tra le sue monete più belle, a ricordare la politica di diminuzione dei dazi e delle gabelle, si ricordano la quadrupla e il testone al motto RE FRVMENTARIA RESTITVTA, ma la coniazione di cui vogliamo parlarvi – la doppia del 1690 – è del tutto eccezionale.
La moneta (Muntoni 8) reca al D/ la legenda ALEXAN VIII PONT MAX con stemma in scudo, ovale, tra due rami di palma, sormontato da chiavi decussate e da tiara. Al R/ l’epigrafe VECTIGALIBVS REMISSIS e una grande ara a cubo posta su un prato; sopra, due arieti accovacciati e rivolti in senso opposto, sorreggono con la bocca un doppio festone di spighe; all’esergo, la data MD CXC intervallata dallo stemma di monsignor Giovanni Battista Patrizi, presidente di zecca di Roma.
Al diametro di mm 27,45 e al peso di 6,71, questa rarissima moneta in eccezionale conservazione proviene da un’asta Santamaria del lontano 27 aprile 1942 (n. 811 del catalogo) e, come sottolinea la legenda del rovescio (“Condonate le imposte”), nacque per dare un segno evidente della politica fiscale dell’Ottoboni.
La doppia, infatti, ricorda le riduzioni dei dazi sulla carne e sul grano macinato volute dal pontefice per aiutare le classi meno abbienti della popolazione per le quali, anche pagare un quattrino di meno la libbra sulla carne (come ci ricorda Serafini), poteva spesso fare la differenza fra un’alimentazione decente e una di stretta sopravvivenza.
Magnifica nella sua composizione araldica al dritto, di esemplare eleganza al rovescio, questa moneta ripropone inoltre un manufatto di origine classica – l’ara – che raramente appare sulle monete papali (ad esempio su un grosso di Giulio III, clicca qui).
L’esemplare, non firmato ma attribuito dal Martinori al bulino di Ermenegildo Hamerani, verrà offerto in asta al n. 78 del catalogo nell’incanto milanese del 9 febbraio prossimo da Cambi Astge & Crippa Numismatica, una fra le tante rarità di un’asta che si annuncia storica e di cui presto vi presenteremo un’anteprima nei prossimi giorni.
Nel frattempo, il catalogo dell’asta e un video che mostra alcune delle rarità che verranno messe all’incanto il 9 febbraio è già disponibile a questo indirizzo. Per il sito di Cambi Aste e per le offerte live, invece, clicca qui.