Nella storia, non è comune imbattersi in un tesoro di 500 mila “monete d’emergenza”, ossia di quelle forme di denaro “di necessità” appaiono spesso in contesti burrascosi come guerre, assedi, carestie ed epidemie. Si tratta di denaro prodotto spesso con materiali inusuali, con metalli di scarto o con materie di solito impiegate in altri campi dell’industria, come il legno, il cuoio, perfino la ceramica.

È invece questo il caso del tesoro di 500 mila monete d’emergenza risalenti alla fine della Seconda guerra mondiale rinvenute in Giappone, nei magazzini della storica azienda di forniture odontoiatriche Shofu Inc. Risale al 2023, anche se la notizia è stata resa pubblica solo ora, il ritrovamento di ben quindici casse piene di monete d’emergenza in un magazzino. Mentre sistemavano vecchie attrezzature, i tecnici dell’azienda si sono imbattuti nelle casse, che si trovavano stipate nel reparto dei generici prodotti in ceramica.

Due delle casse di monete in ceramica rinvenute in Giappone nel 2023 (source: Japan Mint)

I dirigenti di Shofu Inc. si sono subito resi conto di avere di fronte un vero tesoro storico e hanno informato la Japan Mint, la zecca del Giappone, che ha verificato trattarsi di circa 500 mila esemplari – in ceramica, per l’appunto – dal valore nominale di un sen, ossia un centesimo di yen, prodotti a fine guerra a causa della mancanza di metalli e mai immessi in circolazione.

Diametro 15 millimetri, peso di circa 0,8 grammi, colore marrone di varie sfumature, le monete d’emergenza nipponiche presentano un design molto semplice: sul dritto, al centro, dei fiori di sakura  (il ciliegio, albero nazionale) con tre caratteri ai lati. Al rovescio la vetta del Monte Fuji tra le nuvole con segno di valore.

Un esemplare da un sen in ceramica del 1945: moneta d’emergenza, entrata solo in parte in circolazione in modo non ufficiale, raffigura il fiore di ciliegio e il Monte Fuji

Realizzate – a quanto era noto finora – dalla Kyowashinkou Porcelain Co. di Kyoto (nota anche come Seto Co.) come moneta sperimentale alla fine della Seconda guerra mondiale, queste da un sen sono fatte di un composto formato al 60% argilla sankansaka, per il 15% di polvere di granito, per il 15% di comune argilla rossa mentre il restante 10% è dato da altri elementi. Il colore varia dal rosso vivo al marrone scuro a seconda della temperatura di cottura.

A differenza di quanto scritto da molte testate online, questo tesoro di 500 mila monete d’emergenza giapponesi non costituisce per i numismatici una rarità o una novità assoluta, dal momento che una parte della produzione entrò – sebbene in modo non ufficiale – nei canali di circolazione a fine conflitto tanto che ancora oggi risulta piuttosto comune e quotata attorno ai 20-25 euro sul mercato collezionistico internazionale.

Moneta da un sen del 1942: questo tipo in alluminio (mm 16 per g 0,65) fu coniato dal 1941 al 1943 e poi sostituito con una moneta in zinco

Resta l’importanza di un ritrovamento così cospicuo, circa mezzo milione di esemplari; non a caso, dopo aver ricevuto in consegna le monete, la zecca giapponese ha espresso entusiasmo per la scoperta, affermando che “il ritrovamento consentirà un’analisi approfondita dei processi di fabbricazione delle monete in ceramica in epoca di guerra”.