Tasse sull’ORO DA INVESTIMENTO: cosa è cambiato dal 1° GENNAIO?

a cura della redazione | Con la Legge di bilancio approvata a fine 2023 sono state introdotte novità sull’oro da investimento: eccole spiegate per voi

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Moltissimi italiani detengono, o per averlo acquistato in proprio o per averlo ottenuto per via ereditaria, dell’oro da investimento ossia – questa è la definizione – “oro in forma di lingotti o placchette di peso accettato dal mercato dell’oro, ma comunque superiore ad 1 grammo, di purezza pari o superiore a 995 millesimi, rappresentato o meno da titoli”.

A questi si aggiungono “le monete d’oro di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno avuto corso legale nel Paese di origine, normalmente vendute a un prezzo che non supera dell’80 per cento il valore sul mercato libero dell’oro in esse contenuto, incluse nell’elenco predisposto dalla Commissione delle Comunità europee ed annualmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, serie C, nonché le monete aventi le medesime caratteristiche, anche se non ricomprese nel suddetto elenco”.

oro da investimento bullion tasse plusvalenza minusvalenza regime fiscale finanziaria 2023La Legge n. 7 del gennaio 2000 e il calcolo delle plusvalenze

A disciplinare il settore è la Legge la n. 7 del gennaio 2000, in attuazione della direttiva 98/80/CE del Consiglio, del 12 ottobre 1998. E, come sappiamo, la compravendita di oro da investimento da parte di privati può avvenire in regime di esenzione Iva se le transazioni avvengono tramite operatori autorizzati dalla Banca d’Italia – Ufficio italiano cambi.

Fino al 31 dicembre scorso, quanti decidevano di vendere oro da investimento a una delle suddette ditte si vedevano applicata dallo Stato una tassazione pari (1) al 26% della plusvalenza documentata, ossia calcolata sulla differenza tra quanto pagato per l’acquisto di monete o lingotti e quanto ricevuto al momento della vendita, oppure (2) il 26% sul 25% di plusvalenza presunta in caso di mancanza dei documenti d’acquisto (ad esempio, nel caso delle classiche sterline ereditate o di altre monete bullion).

A titolo di esempio, fino al 31 dicembre 2023 vendendo oro da investimento acquistato – poniamo – alla cifra di 10.000 euro e rivenduto a 15.000, possedendo la documentazione di acquisto risultava una plusvalenza effettiva e accertabile di 5000 euro su cui pagare il 26%, pari a 1300 euro.

Rivendere lo stesso quantitativo di oro da investimento in assenza di documentazione d’acquisto, invece, portava invece a una tassazione del 26% su una plusvalenza presunta di 3750 euro, vale a dire a una tassazione 975 euro.

oro da investimento bullion tasse plusvalenza minusvalenza regime fiscale finanziaria 2023Cosa è cambiato nella tassazione del bullion a partire dal 2024

Ebbene, dal 1° gennaio 2024 nulla cambia per chi possiede i documenti di acquisto del proprio oro da investimento e può dunque esibire una plusvalenza effettiva. In caso contrario, prendendo ad esempio la stessa vendita per un importo di 15.000 euro, viene applicata una tassazione secca del 26% pari a 3900 euro.

Naturalmente, potrebbe accadere di vendere in perdita dell’oro da investimento. In tal caso la normativa dispone che la minusvalenza potrà essere compensata con eventuali plusvalenze realizzate nel periodo d’imposta. Nel caso non si realizzino plusvalenze entro il termine di quattro anni dal conseguimento delle minusvalenze da compensare il residuo andrà perduto.

Come vendere e dichiarare l’oro da investimento

Come dichiarare al Fisco gli introiti derivanti dalla vendita di oro da investimento? Semplicemente inserendo la plusvalenza nel quadro RT della sezione II del modello Redditi Persone fisiche e, nel caso in cui l’investimento in oro sia stato effettuato all’estero il tutto va specificato nel quadro RW dello stesso modulo.

Questo breve vademecum ci auguriamo sia utile a quanti si trovano di fronte alla decisione di vendere oro da investimento: per tutti gli altri dettagli il nostro consiglio è di affidarsi solo a operatori professionali autorizzati e di chiarire ogni dettaglio fiscale con il proprio commercialista.