“Sublime tra le stelle”: una invocazione mariana su due rarissime monete pontificie di fine ‘600
di Roberto Ganganelli | O gloriosa Virginum è il titolo di un inno dell’Ufficio divino in onore della Madonna, composto da Venanzio Fortunato.
Nell’inno (clicca qui per saperne di più) vi è esaltata come colei che ha dato carne umana al suo creatore e lo nutre con il suo latte; mentre Eva ha introdotto nel mondo la morte, Maria vi riporta la vita.
Venanzio Fortunato fu santo, poeta e agiografo (Treviso ca. 530 – Poitiers ca. 601). Recatosi in pellegrinaggio nella Gallia, strinse fecondi rapporti con il monachesimo locale.
Ordinato sacerdote, nel 599 divennevescovo di Poitiers. Fra i suoi Carmina sono pregevoli Vexilla regis prodeunt e Pange lingua gloriosi proelium certaminis, Quem terra pontus aethera.
Dall’inno O gloriosa Virginum è invece tratto il secondo versetto, che recita SVBLIMIS INTER SIDERA (“Sublime tra le stelle”) e che due pontefici legati alla devozione mariana fanno proprio in moneta, apponendolo in entrambi i casi su di uno scudo d’oro per Roma sul cui rovescio campeggia la mezza figura della Madonna col Bmbino sulle nubi.
Il primo pontefice è Clemente X Altieri (1670-1676); a riproporre la stessa invocazione mariana è quindi il successore Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689). Entrambe le monete sono senza data ma si può supporre che la seconda sia stata coniata subito dopo l’avvicendamento tra i due al soglio di Pietro, a voler sottolineare una certa qual continuità fra i pontificati, entrambi posti sotto l’ala protettrice della Vergine.
Infine, è da sottolineare come entrambe le tipologie (con diametro medio di 21 millimetri e pesanti 3,25-3,35 grammi) siano di grande rarità ed ambite da tutti i maggiori collezionisti di monete papali.
Muntoni classifica la prima, di Clemente X, al n. 10 del repertorio di papa Altieri, e la seconda al n. 23 del repertorio di Innocenzo XI.
Dall’analisi comparativa delle immagini dei due tipi monetali appare abbastanza evidente l’uso dello stesso conio di rovescio, quello con la Vergine e Gesù sulle nubi, a suffragare – sebbene non ve ne sia certezza – la possibilità che le due coniazioni siano avvenute, rispettivamente, alla fine del primo e all’inizio del seguente pontificato.