SPIGOLATURE sulle monete del Regno: “dov’e’ la VITTORIA?”

a cura della redazione | La Vittoria o Vittoriola, simulacro alato di origine classica, compare su poche coniazioni di Vittorio Emanuele III: scopriamo quali

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“Dov’è la vittoria”… Questo celebre verso dell’Inno di Mameli composto in epoca risorgimentale (le parole di Mameli furono musicate da Michele Novaro nel 1847) e che sarà usato dal 1946 dalla Repubblica Italiana come inno nazionale (sebbene ufficializzato come tale solo nel 2017) ben introduce uno dei simboli più antichi e interessanti, ma anche meno frequenti, presenti sulle monete di Vittorio Emanuele III.

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Il Littore, sull’ultimo tipo di 100 lire in oro del Regno d’Italia, ha il fascio poggiato sulla spalla destra mentre nella sinistra solleva una Vittoriola

Si tratta di un soggetto derivato dalla cultura classica, la Vittoria o Vittoriola alata che, sebbene minuscola, compare in special modo sulle coniazioni più importanti della serie Impero, le 100 lire in oro del 1936, del 1937 e su quelle, di grande rarità, del 1940 (in mano al Littore), come pure sulle 20 e le 10 lire in argento del 1936 e degli anni seguenti (sollevata dall’Italia, rispettivamente seduta su una quadriga lenta e in piedi sulla prora di una nave).

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Sulle 20 e 10 lire serie Impero la Vittoria alata è in mano alla personificazione dell’Italia a sottolineare la conquista dell’Africa Orientale da parte del regime di Mussolini

In precedenza, sulle monete del Regno la Vittoria era invece apparsa solo in mano al plastico fante vittorioso modellato da Aurelio Mistruzzi per il rovescio delle 100 lire Vetta d’Italia del 1925, celebrative del quarto di secolo sul torno di Vittorio Emanuele III.

Bellissima, la Vittoriola dalle ali protese e che solelva la corona della gloria che il popolo italiano in armi ha conquistato assieme al completamento dell’unità nazionale

Già identificata nella Grecia classica con Nike, la Vittoria è raffigurata nelle sembianze di una giovane donna alata. A Roma aveva un tempio dedicato sul Colle Palatino e il suo culto crebbe verso la fine della Repubblica, tanto che la Victoria Augusti fu durante l’Impero la divinità titolare di tutti gli imperatori che la fecero effigiare su numerosi tipi monetali. Solo nel 382 l’imperatore Graziano, di religione cristiana, fece togliere l’altare della Vittoria dal Senato.

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Le quattro raffigurazioni della Vittoria alata sulle monete del “re numismatico”

Quella che, invece, in alcuni testi di numismatica italiana è indicata come una “Vittoria librata” e che appare sui 20 centesimi in nichelio del 1908-1922 è, in realtà, una personificazione della Libertà modellata, con grande eleganza, da Leonardo Bistolfi di cui potete scoprire la storia cliccando qui.