Simon Bolìvar, le lotte contro il colonialismo e la fondazione della Grande Colombia | L’uomo che portò nel Sud America gli ideali di libertà e democrazia
di Antonio Castellani | Anno 1822: José de San Martin (1778-1850) scrive una lettera a Simon Bolivar (1783-1830) in cui afferma che ormai il crollo del dominio coloniale spagnolo e portoghese è inevitabile.
Nella stessa missiva aggiunge anche che il prolungamento della guerra sarebbe una rovina per i popoli del Centro e Sudamerica e quindi è un “dovere sacro per gli uomini ai quali sono stati affidati i loro destini, evitare il protrarsi di così grandi mali”.
Illuminismo, ideali napoleonici e massonici alla base delle rivoluzioni in Sud America
Nelle accorate parole di San Martin, che guidò l’indipendenza dell’Argentina dall’Impero Spagnolo, emerge come gli ideali illuministi e napoleonici, che avevano attraversato l’Europa nei decenni precedenti, fossero arrivati in modo deciso fin nel “Nuovo Mondo” caratterizzando il riscatto dal colonialismo.
La propaganda delle idee rivoluzionarie, il diritto all’indipendenza dei popoli si diffusero a macchia d’olio in America Latina, grazie alla penetrazione commerciale dell’Inghilterra; non dimentichiamo poi la risonanza delle rivoluzioni americane e francesi che avevano aperto la strada a ideali di indipendenza.
Fondamentale fu poi la diffusione della massoneria che, nella persona di Francisco Miranda (1756-1816), divulgò le idee illuministe e rivoluzionarie e contribuì a formare la base culturale e politica sulla quale si fondarono i principi del riscatto dal secolare giogo colonialista.
Le lotte di liberazione furono complesse e gli schieramenti non sempre chiari dal momento che la popolazione era profondamente ignorante e gli interessi, radicati da tempo, assai contraddittori. Alla base del sanguinoso processo di autonomia dalle potenze colonizzatrici c’era infatti una realtà costituita da creoli (i bianchi nati in America, figli di spagnoli e portoghesi) e funzionari che la Spagna inviava nelle colonie.
I primi si erano insediati stabilmente e sfruttavano le miniere e le vastissime piantagioni utilizzando, senza tutele né rispetto dei diritti elementari, la manodopera locale e si opponevano decisamente al monopolio commerciale della madrepatria; i funzionari si distinguevano come fieri tutori del sistema coloniale imponendo tasse e dazi.
“El Libertador” Simon Bolivar, un mito del XIX secolo
Simon Bolivar fu senz’altro tra i protagonisti delle lotte di indipendenza che caratterizzano l’America Latina di questi anni e si fece promotore di un momento particolarmente interessante nella storia di queste popolazioni, perché rappresentava il concretizzarsi di idee molto avanzate: dopo l’indipendenza di Argentina e Cile, Bolìvar, partendo dal Venezuela, organizzò una insurrezione che vide il coinvolgimento di un’ampia parte della popolazione e la costituzione della Repubblica degli Stati Uniti di Colombia (Grande Colombia, 1819).
Questo nuovo stato, che si estendeva sul territorio oggi diviso tra Venezuela, Colombia ed Ecuador, rispondeva alle idee di una federazione sudamericana che aveva come modello gli Stati Uniti d’America e come base ideologica il cosmopolitismo che aveva caratterizzato gran parte dell’illuminismo europeo.
Simon Bolivar venne eletto presidente di questa repubblica e grazie all’aiuto del Cile si impegnò a liberare il Sudamerica dagli Spagnoli, in una lotta dura e sanguinosa che durò tre anni, ma che lo vide vittorioso liberatore del Perù.
Nel 1821 anche le regioni dell’America Centrale si confederarono nella Repubblica delle Province Unite dell’America Centrale (Guatemala, Nicaragua, Honduras, Salvador e Costarica). La battaglia di Ayacucho (1824) segnò la definitiva sconfitta spagnola per opera del luogotenente di Bolìvar, Sucre. Nel 1825, nell’Alto Perù, si costituì la Repubblica di Bolivia.
Gli 8 escudos, massimo omaggio numismatico all’eroe
Ed è proprio nella monetazione della Bolivia che troviamo uno dei più bei ritratti dell’eroe che, nonostante credesse in una grande federazione sudamericana, al Congresso di Panama dovette assistere al fallimento del suo sogno e al frazionamento della Grande Colombia: alle spinte liberali e democratiche si opposero i interessi particolari e movimenti indipendentisti che videro la nascita di dittature personali e governi militari. Gli interessi economici di una ristretta aristocrazia ebbero la meglio sulle idee di uguaglianza, fratellanza e libertà dando inizio ad un nuovo corso della storia sudamericana.
Il Simon Bolivar celebrato sulle monete boliviane ha vari volti: il battagliero e colto uomo militare viene spesso rappresentato in modo idealizzato, come nei 4 escudos in oro dove è immortalato con la testa laureata.
Più aderente alla realtà può essere il ritratto sui pezzi da 8 escudos in oro dove comunque molto spazio è lasciato alla mitizzazione di un personaggio ormai leggendario: il busto al D/ mostra un uomo fiero, elegante nella sua divisa militare, dall’età matura e dallo sguardo saggio e pensieroso.
Questi bei pezzi, che sono stati coniati tra il 1831 e il 1840, recano al R/ i simboli del Paese: le alte montagne ricchissime di giacimenti di oro e argento, il lama, il sole che viene assunto come simbolo di indipendenza, di ritrovata libertà.
La zecca è quella di Potosì, già attiva per la monetazione del Perù a partire dal 1777 (il primo pezzo viene battuto nel 1778). Questa zecca produsse monete d’oro fino al 1857 (un’emissione marcata Potosì, PTS, datata 1868 venne probabilmente battuta in Europa).
Anche la Colombia, tra le monete di inizio Novecento, ha dedicato a Simon Bolìvar alcune emissioni in oro affidandone il ricordo al ritratto idealizzato di un uomo dallo sguardo intenso, ormai assunto al rango di leggenda.