Ha le sue origini nella visione della Croce e nella vittoria di Costantino a Saxa Rubra, la Basilica di san Giovanni in Laterano. Sì, perché è proprio con la conversione dell’imperatore e con sua sempre maggior considerazione del Cristianesimo che Costantino dona alla Santa Sede vari terreni a Roma fra i quali proprio quello su cui papa Milziade, nell’anno 324, consacra quella che ancora oggi è la sede dei vescovi di Roma.
Un complesso di arte e fede nel cuore di Roma
Fino all’esilio avignonese, San Giovanni in Laterano è il cuore pulsante del Papato e della vita stessa della Chiesa. Col titolo del SS. Salvatore la basilica cresce, si abbellisce, viene rimaneggiata fino a diventare un complesso urbano formidabile nel cuore di Roma, comprendente oggi il Palazzo pontificio del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontificio seminario romano maggiore e la Pontificia università lateranense. Un complesso che gode dei privilegi di extraterritorialità riconosciuti dall’Italia alla Santa Sede che, pertanto, ne ha la piena ed esclusiva giurisdizione.
Per la sua importanza, San Giovanni in Laterano è definita “arcibasilica”, la più importante delle quattro basiliche papali maggiori e porta il titolo onorifico di Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput. E, nel corso del tempo, sul sito si avvicendano ben quattro basiliche: una paleocristiana, due in epoca medievale e, infine, quella barocca attuale su cui lavorano Francesco Borronimi e Carlo Maratta. Fino alla Presa di Porta Pia del 1870, nella Basilica lateranense vengono incoronati i papi ma, con la perdita di Roma da parte della Santa Sede, questa antica usanza termina.
La facciata principale della Basilica di san Giovanni in Laterano in una bella incisione di Giovanbattista Piranesi risalente a metà XVIII secolo
Pio XI Ratti, un pontefice molto legato al Laterano
Nel 1924 – mancano ancora cinque anni agli storici “patti” che proprio dal Laterano prenderanno il nome, riportando la pace fra la Chiesa e lo Stato italiano – siede sul trono di Pietro papa Pio XI, al secolo Achille Ratti. E nel 1924 si compiono i sedici secoli dalla consacrazione del Laterano e, per questo, il pontefice decide di affidare la medaglia annuale del suo III anno ad Aurelio Mistruzzi affinché faccia memoria della storia del maestoso complesso architettonico. Del resto, Pio XI è particolarmente legato alla “arcibasilica” non solo in quanto sua sede episcopale e cattedrale, ma anche perché nell’ormai lontano 1879 proprio lì ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale.
Il dritto dell’annuale 1924 di papa Pio XI Ratti (formato grande in argento): il complesso lateranense in tutta la sua maestosa bellezza prospettica riprodotto in metallo
Vorrebbe tornarci, papa Ratti, in quella maestosa basilica, tanto da scrivere al vicario di Roma manifestando il suo rammarico per non poter celebrare su quell’altare, assieme alla speranza di poterlo fare presto. Tocca tuttavia al cardinale Basilio Pompilj, arciprete di San Giovanni in Laterano, condurre le celebrazioni del XVI centenario della consacrazione secondo il rito e il cerimoniale delle Cappelle papali.
La medaglia dell’anno III di pontificato firmata Mistruzzi
Si può quasi immaginare Pio XI, ancora “prigioniero in Vaticano”, ammirare nelle sue stanze la medaglia del Mistruzzi: una coppia di “cartoline metalliche”, il dritto e il rovescio, che mostrano il complesso di San Giovanni in Laterano “come è e come era”. Al dritto l’aspetto moderno, sormontato da due putti che reggono lo stemma pontificio, al rovescio l’aspetto primitivo sul cui cielo campeggia uno ieratico mezzo busto del Redentore, nimbato e fra le nubi.
Il rovescio con la veduta del Laterno nel suo aspetto antico in epoca medievale, in alto il Redentore nimbato fra le nubi (si noti l’errore CRISTO nella legenda, mancante della H)
L’incisore delinea con maestria le facciate, gli sfondamenti di porte, archi e finestre, le angolazioni prospettiche della basilica, del palazzo, perfino del battistero con, in primo piano sulla piazza, l’obelisco di quasi 46 metri eretto nel 1588 per volere di Sisto V. Obelisco che manca nella veduta antica del Laterano, una sorta di istantanea a ritroso nel tempo impressa nel metallo.
Due formati, due metalli e… un errore inatteso
Viene coniata in due formati, la medaglia del 1924 per i sedici secoli di San Giovanni in Laterano: con diametro di 70,40 millimetri, nota in argento e bronzo e di estrema rarità, e nel diametro “usuale” delle annuali, 32,20 millimetri, negli stessi metalli.
Esemplare di formato piccolo in argento: la parola CHRISTO è scritta correttamente
Una curiosità: sono noti alcuni esemplari di modulo maggiore su cui, al rovescio, manca la lettera H nella parola CHRISTO: un errore rilevato subito dopo la battitura dei primi esemplari e che Aurelio Mistruzzi – immaginiamo, non senza imbarazzo – provvide a correggere incidendo la lettera mancante direttamente sul conio, formando una specie di monogramma HR. Sebbene geniali perfino nelle correzioni, anche i grandi artisti possono sbagliare…