Sulla ghiera di una serie di monete del Lombardo Veneto uno “slogan” in difesa delle “cose giuste” che Ferdinando I aveva intenzione di difendere
di Antonio Castellani | La legenda latina di cui ci occupiamo in questa rubrica non fa bella mostra di sé né sul dritto, né sul rovescio bensì sulla ghiera di una serie di monete a nome di Ferdinando I d’Asburgo Lorena, imperatore d’Austria, re d’Ungheria e re del Lombardo Veneto dal 1835 al 1848.
Si tratta del motto RECTA TVERI, che significa “Difendere le cose giuste”; un motto che nella numismatica italiana compare sia su monete coniate dalla zecca di Milano (sovrana, mezza sovrana, tallero di convenzione, scudo nuovo, fiorino o mezzo scudo nuovo) che su altre di produzione veneziana (sovrana, mezza sovrana, scudo nuovo da 6 lire, mezzo scudo nuovo o fiorino).
Il Corpus, il Pagani e altri testi numismatici – come sottolinea Mario Traina ne Il linguaggio delle monete – riportano impropriamente “sovrano, mezzo sovrano”. Come indica invece Carlo Crippa (1997, p. 350) le monete di Francesco I si chiamavano “sovrana”, e solo con le monete di Francesco Giuseppe ricorrerà il termine “sovrano”. La sovrana e la mezza sovrana 1837 con il marchio di zecca M (Milano) sono note per il solo disegno di Mazzucchelli (vedi Crippa, op. cit. p. 388, nota 1/A).
Nel catalogo della collezione dei conti Panciera di Zoppola è indicata una sovrana datata 1849, ora dispersa; D’Incerti ipotizza un errore di lettura o una prova, dato che la moneta non risulta emessa. La mezza sovrana 1849 per Milano fu coniata dopo la morte di Ferdinando I, sotto Francesco Giuseppe. Manca nel Corpus la sovrana 1848, come mancano nella medesima opera le sovrane 1843/1847, le mezze sovrane 1837/1838, 1841/1847, lo scudo 1838, 1841/1847.
Un motto, quel “Difendere le cose giuste”, che era assai caro a Ferdinando I il quale lo volle all’inizio del proprio regno come una sorta di “slogan di governo” – a simboleggiare e indicare la linea politica scelta – e che perciò fece apporre anche su numerose tipologie di monete di altre zecche dell’Impero, su medaglie celebrative e perfino su gettoni.
Il successore Francesco Giuseppe I, invece, si sarebbe affidato a VIRIBVS VNITIS (“Uniti con forza”) per fare “le cose giuste” e traghettare l’Austria Ungheria dai fasti di metà del XIX secolo alle devastazioni della I Guerra Mondiale; l’ultimo imperatore Carlo I, sul trono dal 1916 al 1918, avrebbe invece optato – infruttuosamente, come la storia ci insegna – per INDIVISIBILITER AC INSEPARABILITER (“Indivisibili e inseparabili”).
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