Un raro soldo della zecca di Correggio dal curioso rovescio e dal significato ancora misterioso | Un cuore trafitto che fa discutere i numismatici
di Antonio Castellani | Era l’inizio del Seicento quando, dalla piccola zecca emiliana di Correggio, usciva un soldo in rame destinato a far discutere a lungo i numismatici.
Una monetina a nome di Siro d’Austria, conte dal 1605 al 1616, con al dritto la testa nuda a destra e il nome del conte stesso e, al rovescio, un cuore trafitto da quattro frecce con sopra una testina e il motto SIGNAT GRATIOSA NOM.
“La figurazione e la legenda del rovescio – ci ricorda Mario Traina ne Il linguaggio delle monete – sono oggetto di diverse interpretazioni, la stessa datazione viene contestata. C’è chi collega questa moneta al matrimonio contratto in gran segreto nel 1621 da Siro con Anna Peloni, chi invece collega la coniazione al processo cui fu sottoposto Siro nel 1629 per l’adulterazione delle monete. La moneta rientrerebbe quindi nel quinto periodo della monetazione di Siro, quella come principe (1616-1630)”.
Il Corpus, Lusuardi e Ravegnani Morosini ritengono invece che questa emissione appartenga al periodo della monetazione di Siro come conte. Sulla moneta, al D/, Siro si qualifica infatti semplicemente DNS (per DOMINVS), mentre se la moneta fosse stata coniata tra il 1616 e il 1630 Siro avrebbe di certo ostentato il titolo di principe del Sacro Romano Impero e di Correggio conferitogli fin dal 1616.
Arturo Lusuardi collega legenda e impronta alla dichiarazione imperiale della illegittimità di Siro (1612), per cui lo Stato di Correggio doveva essere devoluto al Fisco imperiale; le quattro frecce indicherebbero altrettante accuse mosse a Siro: di fellonia, accusa lanciata a Siro dal fratello Cosimo; di essere un usurpatore ai danni del cugino Gerolamo; di essere il mandante di un omicidio; di falsificare le monete.
Supponendo che il motto latino possa sciogliersi in SIGNAT GRATIOSA NOM[ISMATA] e tenendo conto che GRATIOSA in latino ha un significato diverso da quello che ha in italiano (“cortese, gentile, che gode credito” si può tradurre la legenda con “[Siro] conia monete che hanno credito”. In sostanza Siro, in risposta alle accuse che gli furono rivolte di produrre monete scadenti o contraffatte, afferma al contrario di coniare buone monete.
Non tutti sono d’accordo: Lorenzo Bellesia giudica inattendibile questa interpretazione e mette in dubbio che si tratti di una moneta, ipotizzando una medaglia o una tessera emessa nel 1621, come testimonierebbe un’altra tessera con la stessa data emessa per la rappresentazione del Pastor Fido di Battista Guarini a Correggio.
Bellesia ipotizza che la monetina celebri l’amore di Siro per Anna Pelloni: come indicherebbe il cuore trafitto dalle frecce, da sempre simbolo delle pene d’amore ed il monogramma del nome di Anna, che si comporrebbe collegando tra loro le frecce. Due le interpretazioni suggerite da Bellesia: [FORMA] SIGNAT GRATIOSA NOMEN [TVVM], ossia “[Il monogramma] disegna, o graziosa [fanciulla], il [tuo] nome” oppure SIGNAT GRATIOSA NOM[INA], ossia “[Il monogramma] disegna le graziose lettere [del tuo nome]”.