Diciotto metri di altezza per 380 tonnellate di peso, il tutto ricavato da un unico blocco di marmo di Carrara estratto dalla Cava Carbonera: questo è l’obelisco di quello che, a Roma, si chiamava un tempo il Foro Mussolini, oggi noto come Foro Italico, ideato e realizzato dall’architetto Enrico Del Debbio tra il 1927 e il 1933.
La creazione dell’Obelisco Mussolini avvenne a seguito dell’offerta, nel 1927, da parte di una commissione di industriali in nome del popolo di Carrara di un gigantesco monolite marmoreo da dedicare al duce. Il progetto fu realizzato da Costantino Costantini.
“Il monolito” del Foro Italico in una cartolina di epoca fascista e come appre oggi
L’erezione dell’Obelisco Mussolini, un’opera titanica
Date le dimensioni, sia l’estrazione che il trasporto a Roma furono impegnativi e, come annotarono alcuni, non esistevano più quelle sapienze artigiane che si erano sviluppate a Roma nel Cinquecento per lo spostamento dei grandi obelischi egizi.
Il monolite scese fino al mare su un convoglio trascinato da 60 coppie di buoi, poi fu trasportato via nave, infine risalì il corso del Tevere fino al luogo destinato su una chiatta speciale. Al contrario dei ponteggi in legno usati da Domenico Fontana, per l’erezione del monolite fu costruita una struttura in cemento armato. L’inaugurazione avvenne il 4 novembre 1932, anniversario della vittoria italiana nella Grande guerra.
La rarissima medaglia di Bernardo Morescalchi (bronzo, mm 80) realizzata per l’inaugurazione del Foro Mussolini il 4 novembre 1932
A riaccendere i riflettori sul monolite del Foro Italico sono stati, alcuni anni fa, i risultati di una ricerca archivistica condotta da due studiosi delle università di Groninga e Lovanio, Bettina Reitz-Joosse e Han Lamers, i primi ad analizzare e a tradurre il cosiddetto Codex Fori Mussolini, un’iscrizione sepolta sotto i blocchi di granito eretti nel 1932.
Nelle epigrafi nascoste si parla anche di monete…
A comporre in latino l’ode al dittatore fu Aurelio Giuseppe Amatucci, studioso di letteratura latina cristiana e cattedratico alla Cattolica di Milano. L’iscrizione si compone di tre parti: nella prima si dà conto di genesi e traguardi raggiunti dal fascismo e della ascesa di Mussolini. L’Italia è descritta come un Paese sull’orlo del baratro dopo la il 1918 e di come il duce l’avesse salvata “rigenerandola grazie alla sua risolutezza e alle sue intuizioni superomistiche”.
Mussolini viene presentato come novello imperator, ma anche come “l’uomo della Provvidenza” mandato a salvare l’Italia. La seconda parte riguarda l’Organizzazione della gioventù fascista e i programmi per i giovani. La terza parte racconta la costruzione del Foro Italico e l’erezione dell’obelisco. E sotto l’obelisco – si legge infine nell’epigrafe – sono sepolte “alcune monete d’oro, come in uso durante il Rinascimento”.
Lo Stadio dei Marmi a Roma in una cartolina di epoca pre bellica
Questo il dettaglio che ovviamente, come numismatici, ci intriga di più. E se non stupisce che alla base del monolite del Foro Italico furono – come da secolare tradizione – inserite alcune monete, un interrogativo sorge immediatamente: di quali monete si trattava?
Coniazioni d’oro per la fondazione con data 1932?
I documenti e le fonti non ci aiutano, ma è verosimile che, trattandosi di “monete di fondazione”, si tratti di coniazioni con data 1932 ed, essendo certo che si trattava di esemplari in oro, viene da supporre che, alla base dell’obelisco mussoliniano del Foro Italico si trovino le 100 e le 50 lire (tipi Italia su prora e Littore) del 1932, battute dalla Regia Zecca rispettivamente in 9081 e 12.630 esemplari.
Sotto l’obelisco del Foro Italico potrebbero esser state murate, nel ruolo di monete di fondazione, le 100 e 50 lire oro 1932-X
Modellate entrambe da Giuseppe Romagnoli e battute con coni incisi da Attilio Silvio Motti, hanno diametri rispettivi di 23,5 e 20,5 millimetri e pesano 8,80 e 4,40 grammi. Il titolo dell’oro è 900 millesimi, il contorno è per entrambe rigato. Da notare come su entrambe compaia, oltre all’anno 1932, l’indicazione X e, sulle 100 lire, anche la sigla E.F. a sottolineare la datazione nell’era fascista.
Oppure le prestigiose monete col fascio del 1923?
Una data simbolo del periodo mussoliniano, tuttavia, appare anche sulle 100 e 20 lire del 1923 (Fascione e Fascetto) coniate sempre in oro 900 con pesi di 32,25 e 6,45 grammi, bordo rigato e i diametri standard dell’Unione monetaria latina (37 e 21 millimetri).
I coni sono sempre firmati da Attilio Silvio Motti che si occupò anche della modellazione. Sia del Fascione da 100 lire che del Fascetto da 20 lire furono coniati 20.000 esemplari e chissà che (anche?) queste monete, indicatrici dell’inizio della “nuova era”, non finirono murate sotto l’obelisco del Foro Italico.
Chissà che sotto il monolito non si trovino anche le 100 e 20 lire 1923, celebrative dell’inizio dell’era fascista? Il mistero rimane…
Un obelisco che ancora oggi per il grande fascio littorio, il nome MVSSOLINI e la scritta DVX che lo adornano è di quando in quando al centro di polemiche: alcuni ne hanno ipotizzato l’abbattimento, altri hanno suggerito di rimuovere le iscrizioni e il simbolo legati al fascismo. In ogni caso, forme di damnatio memoriae che dovrebbero essere lontane da una visione puramente storica di quei manufatti legati a un periodo di regime.
Un approfondimento per i più curiosi
Tra gli scultori che con le loro opere ornarono lo Stadio dei Marmi all’attuale Foro Italico figura Silvio Canevari, celebre tra gli amanti di medaglistica e militaria per aver modellato la commemorativa della Grande guerra “fusa nel bronzo nemico“. Un talento artistico scomparso prematuramente di cui abbiamo parlato in un altro articolo che trovate cliccando qui.