Quante magnifiche monete ci ha lasciato il Rinascimento italiano… Tra queste una mezza lira per Ferrara, in argento, coniata a nome di Alfonso I d’Este (1505-1435), terzo duca della città emiliana. Una moneta in cui si mescolano arte e fede, forse politica e perfino un po’ di “gossip” dell’epoca. Ma andiamo con ordine.
Terzo duca di Ferrara, Alfonso I d’Este rischiò di perdere lo Stato a causa del pessimo rapporto con il potente papa Leone X Medici
La mezza lira per Ferrara porta al dritto un mascolino profilo barbuto del duca rivolto a sinistra e con attorno l’iscrizione ALFONSVS DVX FERRRIAE III. Intrigante il rovescio su cui, circondata dal motto FIDES TVA SALVAM TE FECI, appare la scena evangelica in cui Maria Maddalena è in ginocchio di fronte a Gesù e unge i piedi del Salvatore con preziosi oli. Sullo sfondo, una tavola imbandita.
Di estrema rarità, questa mezza lira per Ferrara pesa 5,76 grammi per 28,96 millimetri di diametro ed è classificata CNI 49 e MIR 275 e la legenda è facilmente traducibile con il versetto evangelico “La tua fede ti ha salvata” (Luca 7, 50; Matteo 9, 22; Marco 5, 34).
Maria Maddalena unge i piedi del Salvatore sul rovescio della rarissima mezza lira per Ferrara, la cui datazione è ancora oggi incerta
Ma a cosa si riferisce tanta citazione? Forse all’atto di umiltà compiuto dal duca Alfonso che, ormai privato di quasi tutti i suoi domini, affidò la sua sorte e quella del suo Stato al nuovo pontefice, Adriano VI Florenzsoon, eletto il 31 agosto 1522 e che sarebbe rimasto sul soglio di Pietro solo fino al 14 settembre 1523.
Tuttavia, il professor Andrea Saccocci suggerisce una datazione più tarda, compresa tra il 1529 e il 1534, basandosi sul diverso stile delle emissioni ad opera di Giannantonio da Foligno, che si ritrova anche in emissioni di Modena posteriori al 1529, ovvero al ritorno della città sotto il dominio estense.
Lucrezia Borgia, moglie del duca Alfonso, su una bellissima medaglia di scuola mantovana dell’inizio del Cinquecento (qui una riproduzione galvanica)
“Ma i posteri – annota invece Mario Ravegnani Morosini nei suoi volumi dedicati alle monete italiane con ritratto – possono vederci anche un’allusione alla moglie del duca, la discussa Lucrezia Borgia che, rinnegato il passato, si comportò da moglie irreprensibile”.
Per Lorenzo Bellesia, infine, l’impronta e la legenda di questa mezza lira per Ferrara esaltano la fede di Alfonso, in virtù della quale il duca riuscì a salvare il suo Stato. Un ultimo dettaglio tuttora in discussione: se la moneta è per tutti equivalente a 10 soldi, Bellesia la valorizza a 12; un ulteriore piccolo elemento di mistero per questa assoluta rarità numismatica rinascimentale.