Andrà presto all’asta presso la storica casa fiorentina Pandolfini, che festeggia quest’anno un secolo di attività, niente meno che la Collezione di monete romane di papa Pio VII. Grande amante di antichità, Papa Pio VII Chiaramonti (1800-1823) rispecchia appieno quello che era l’interesse storico e collezionistico rivolto alle antichità romane della sua epoca.

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L’arma di Pio VII Chiaramonti con tiara e chiavi fa bella mostra di sè sulle placche che decorano i quattro monetieri della collezione del pontefice

È infatti grazie a lui che Roma, sotto lo Stato Pontificio, diviene luogo di applicazione di importanti provvedimenti di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale antico, dapprima con l’emanazione dell’editto Doria-Pamphilj (1802) sulle Antichità e gli Scavi, poi con il solido editto Pacca del 7 aprile 1820, primo organico provvedimento legislativo in materia. Da ricordare poi i famosi interventi voluti da lui stesso nell’area del Colosseo, del Foro Romano e di Ostia, atti a riscoprire le origini del proprio territorio.

Ben nota è la sua attività collezionistica rivolta principalmente alla raccolta di monete repubblicane ed imperiali e, notizia che non può lasciare indifferenti gli appassionati, Pandolfini Casa d’Aste proporrà all’incanto ciò che rimane della collezione numismatica di questo importante pontefice.

Andranno all’asta a Firenze da Pandolfini i quattro medaglieri con ben 1543 monete appartentute al pontefice cesenate: un insieme d’eccezione

La Collezione di monete romane di papa Pio VII è giunta ai giorni nostri dopo varie vicende. Dal punto di vista temporale era a Roma già da prima del 1809, poi però venne smembrata con l’occupazione francese del Quirinale proprio in quell’anno. Successivamente alla depredazione venne ricostituita, seppur parzialmente, negli anni compresi tra il 1814 e il 1823. Dal 1830 al 1866 venne custodita presso l’Abbazia di Santa Maria del Monte, dal 1830 al 1866 e infine depositata presso la Biblioteca Malatestiana fino al 1934, anno in cui rientrò fisicamente nella dimora della famiglia Chiaramonti.

L’eccezionale insieme giunto a noi è composto da 1543 esemplari accompagnati da quattro monetieri originali in legno e ottone dotati di cassetti ad alloggiamenti interni che, naturalmente, non sono sufficienti a contenere tutte le monete; prova tangibile che l’iniziale collezione doveva essere ben più vasta, prima di arrivare al suo smembramento per mano francese citato poc’anzi.

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Monete in bronzo e argento per documentare tutte le famiglie romane che ebbero il privilegio di coniare monete: questo il fil rouge della collezione Chiaramonti

La collezione di monete romane di papa Pio VII spazia dal bronzo all’argento, con gradi di conservazione che vanno da MB (molto bello) a SPL (splendido), ad eccezione di un piccolo nucleo di monete non leggibili.

Il principio che stava alla base della raccolta era quello di voler documentare la monetazione di tutte le famiglie che ebbero tale privilegio in epoca romana, riuscendo quasi nell’intento. La monetazione di queste famiglie è infatti presente, andando per esempio dalla produzione di Sesto Pompeo Magno Pio (67 a.C. – 35 a.C.) fino a quella di Flavio Claudio Gioviano (331 d.C. – 364 d.C.).

La Collezione di monete romane di papa Pio VII: un insieme di grande pregio che racchiude non solo splendide opere antiche di epoca romana, ma che acquisisce ancora più lustro avendo alle spalle una storia collezionistica documentata di così alto profilo.