Mezza oncia e un quarto di oncia per l’omaggio alle 2 lire di Romagnoli in emissione il 9 marzo in tiratura limitata a 999 pezzi per tipo
di Mathias Paoletti | Mancano pochi giorni al 9 marzo, data di emissione da parte di MEF e IPZS della seconda puntata della Riedizione della lira, serie numismatica in oro a finitura reverse proof che l’Italia ha inaugurato lo scorso anno con la celeberrima liretta tipo Bilancia / Cornucopia.
Saranno 999 gli esemplari sia della moneta da 20 euro (oro 999, mm 22 per g 7,776) che della 50 euro (stesso titolo, mm 28 per g 15,552) disponibili per i collezionisti nell’e-shop del Poligrafico e zecca dello Stato italiano e commercializzati, rispettivamente, a 549 e 999 euro in eleganti astucci in legno.
Un longevo capolavoro firmato Giuseppe Romagnoli
I soggetti delle due monete saranno, come detto, i medesimi delle 2 lire coniate a partire dal 1953 al 1959 e poi dal 1968 al 1970 e dal 1980 al 2001; una monetina uscita dalla creatività di Giuseppe Romagnoli e che originariamente pesava appena 0,8 grammi per 18,3 millimetri di diametro.
Uno dei simboli numismatici della rinascita italiana del secondo dopoguerra che l’artista Maria Angela Cassol ha trattato con il massimo rispetto filologico spostando la data di emissione sotto la grande cifra 2 del valore originario e apponendo in esergo il nuovo valore (20 EURO o 50 EURO).
L’originaria impronta delle 2 lire – che simboleggiavano con l’ape e il rametto d’ulivo l’operosità e il desiderio di pace della giovane Repubblica Italiana – è stata inscritta in una corona delimitata da globetti; la finitura reverse proof (fondo specchio invertito) prevede un fondo satinato in contrasto con i rilievi lucenti.
Con l’omaggio alla lira del 2021 e questo alle 2 lire, l’Italia sta di fatto tentando un ingresso nel mercato mondiale delle monete bullion che, tuttavia, non sembra incontrare particolari entusiasmi.
Riedizione della lira, un format da ripensare?
Ii contingenti dello scorso anno, infatti, risultano ancora non esauriti nell’e-shop di IPZS e questo fa pensare – oltre che ad una contrazione della fascia “alta” di collezionismo delle monete tricolori – anche al fatto che una ennesima replica dei coni repubblicani – già vista, peraltro, in edizioni “pseudo medaglistiche” private, ma avallate dalla Zecca di Roma – non si stia rivelando il tema più azzeccato.
Forse, come il Regno Unito ha lanciato a suo tempo una serie Britannia, proporre un design del tutto nuovo – magari attraverso una personificazione dell’Italia, e modificandola di anno in anno – avrebbe permesso a queste monete da 20 e 50 euro, i massimi tagli commemorativi tricolori, di avere un successo maggiore.
Tuttavia, salvo clamorosi ripensamenti, ancora per vari anni – dopo le 2 lire arriveranno le 5 lire Timone / Delfino, le 10 lire Aratro / Spiga e così via – dovremo “accontentarci” di una serie aurea di amarcord numismatici ormai, lasciatecelo dire, un po’ troppo sfruttati…