Laura Cretara, la “signora delle monete italiane” racconta se stessa, la nascita delle 500 lire e le ragioni di un progetto mai divenuto moneta
di Roberto Ganganelli | Diritti, uguaglianza, rispetto: parole – anzi, valori – quanto mai d’attualità in queste settimane, specie perché così legate alla situazione geopolitica internazionale ma anche perché al centro, da molto tempo, di un’evoluzione culturale che coinvolge tutta la nostra società.
È l’8 marzo e, senza retorica, parliamo di parità di genere e ci piace farlo con una donna che ha rappresentato col suo lavoro e la sua carriera un’antesignana di quella che è la realtà italiana di oggi, una società in cui – non ancora abbastanza, ma molto più che in passato – le qualità e le competenze delle donne trovano spazio, riconoscimento, valorizzazione.
Laura Cretara, classe 1939, è in qualche modo l’anima al femminile della numismatica italiana e, nella sua casa di Roma, fra tante oggetti frutto della sua arte, l’abbiamo incontrata per parlare con lei della sua carriera e non solo.
Laura Cretara, prima donna incisore della storia repubblicana
“Ricordo quando, nel 1961, venni assunta dalla Zecca. Fin dall’inizio fu un percorso a ostacoli – ci confida – ad iniziare da quel bando per un posto da incisore che prevedeva, per i candidati, il requisito di ‘aver assolto gli obblighi di leva’. E non fu semplice far comprendere che, per legge, non avevo tali obblighi e che, quindi, il bando era di fatto aperto anche alle donne come me”.
Com’era allora la Zecca? “Un ambiente vivace ma prettamente maschile, dal momento che le uniche maestranze femminili erano le signore addette alle pulizie o ad altre mansioni del tutto marginali. Non a caso, la mia assunzione pose problemi logistici oltre che ‘politici’ e, per un po’ di tempo, il mio desiderio di fare arte con le monete venne ‘mortificato’ da una serie di compiti di altro genere”.
Del tipo? “Organizzazione di mostre, incarichi di ‘segreteria’, insomma, ma ben poco di creativo o di artistico.
Tutte esperienze professionali dalle quali ho ricavato, in ogni caso, un bagaglio di competenze che mi sono servite anche quando, finalmente, sono tornata a maneggiare matita, attrezzi da modellazione e bulino, insomma ad esprimermi con i mezzi a me più congeniali e che amavo”.
Anche se, quella prima moneta non porta la sua firma… “E’ vero, le 1000 lire d’argento del 1970 per il secolo di Roma capitale, con la pavimentazione michelangiolesca di Piazza del Campidoglio, non le ho firmate – solo Monassi ebbe la possibilià di firmare la faccia con la Concordia – ma… così andarono le cose”.
Dalle 1000 lire 1970 non firmate al successo delle 500 lire
Poi la carriera di Laura Cretara – del resto figlia d’arte, dato che il padre Francesco, suo primo maestro, era valente pittore, incisore e fotografo di livello – decollò negli anni ’70 per raggiungere una prima “vetta” – poi, sarebbe arrivato l’euro – con la moneta da bimetallica da 500 lire. Che, in realtà, l’artista aveva pensato ben diversa…
“La mia prima proposta per il rovescio delle 500 lire, che tuttavia non andò oltre la fase dell’esperimento tecnico, fu quella con due figure di uomo e di donna, sedute l’una di fronte all’altra, dalle cui mani vicine scaturisce una pianticella d’ulivo. Un simbolo di pace, un simbolo di parità tra gli esseri umani a prescindere dal genere e da ogni altra diversità culturale, di origine o di pensiero”.
Il progetto iniziale di Laura Cretara per il rovescio le 500 lire bimetalliche, un inno all’uguaglianza, alla pace e ai valori fondanti della Repubblica Italiana
Quel progetto di moneta da 500 lire ci appare, oggi, come un messaggio di uguaglianza fra gli esseri umani, un’espressione forte e gentile di quanto – anche se declinata “in piccolo”, come nel tondello di uno spicciolo – l’arte possa farsi portatrice di valori civili ancora oggi non sufficientemente diffusi, figuriamoci qualche decennio or sono.
Una moneta, ci viene dunque da pensare, che nell’Italia dei primi anni ’80 sarebbe apparsa un po’ troppo “rivoluzionaria” o, certamente, in anticipo sui tempi ma che, ancora oggi, non ha perso la sua freschezza e che sarebbe bellissimo poter vedere realizzata.
“Ha due ali il mio pensiero, una è il bello e l’altra è il vero…”
E per quanto riguarda, invece, il dritto delle 500 lire? “In quel caso, la testina alata venne accettata con entusiasmo; me la ispirarono i due versi di Francesco Dall’Ongaro che mi colpirono molto e che recitano ‘Ha due ali il mio pensiero, l’una è il bello e l’altra è il vero’ che cercai di sintetizzare nel modello”.
E quei simboli sulla corona esterna? “La bilancia, gli ingranaggi, la spiga li pensai come simbolici del valore della giustizia, del lavoro, della storia italiana e, non a caso, il grano e l’ulivo sarebbero poi finiti ai lati della versione definitiva delle 500 lire, ad ‘ornamento’ del Palazzo del Quirinale”.
Il dritto del progetto della moneta da 500 lire, nella versione bronzital-acmonital e in quella sperimentale che abbinata acmonital e italma
Con un successo, aggiungiamo, che è ancora sotto gli occhi di tutti, anche sotto quelli – sempre limpidi e sorridenti – del maestro Laura Cretara che, dopo essere stata autrice di bellissime monete e medaglie, del nostro euro, insegnante e modello di riferimento per tanti incisori di oggi e direttrice della Scuola dell’arte della medaglia, in questo 8 marzo – assieme a tutte le donne – riceve oggi da Cronaca numismatica una simbolica “mimosa numismatica”.
Per sapere tutto sulla moneta bimetallica italiana da 500 lire di circolazione cliccate qui; per approfondire le versioni commemorative della moneta cliccate qui.