Risale al 1909 una medaglia dedicata al “motore Anzani” e al suo inventore, protagonisti con Blériot della prima traversata in volo della Manica
di Roberto Ganganelli | Viene ribattezzato “il diavolo della carburazione”, Alessandro Anzani, geniale ingegnere milanese nato nel 1877 e primo uomo al mondo, nel 1905, a fregiarsi del titolo di campione del mondo di motociclismo. I motori, del resto, Anziani li aveva nel sangue fin da quando nel 1899, dopo il servizio militare, assistendo ad una gara motociclistica a Milano era stato “stregato” dal demone della meccanica e della velocità.
Trasferitosi in Francia, Anzani lavora dapprima per alcune officine e fabbriche di propulsori, ma sente ben presto che la sua creatività non può rimanere a lungo vincolata dalle direttive dei suoi superiori; così, nel 1907 apre – con i risparmi dei suoi primi anni di gare e di lavoro – un’officina a Courbevoie, nella regione dell’Île-de-France.
Qui realizza la prima moto con motore tricilindrico – una configurazione fino ad allora inedita, e che si rivela affidabile e potente – e al tempo stesso mette mano al prototipo del suo “idroscivolante” che, ispirato dai racconti di Jules Verne, ribattezza Nautilus: si tratta di un natante a carena piatta, spinto da un motore a elica posto fuori dall’acqua che, nei decenni seguenti, avrà grande successo.
Dopo i mezzi terrestri e quelli navali, il talento motoristico di Anzani si rivolge all’aviazione e, niente meno che dal pioniere del volo Louis Blériot gli arriva, nel 1908, la richiesta di sviluppare un nuovo motore col quale equipaggiare il proprio velivolo per tentare un’impresa quasi impossibile, la prima trasvolata della Manica.
La sfida era stata lanciata dal quotidiano inglese Daily Mail che aveva messo in palio l’allettante somma di 1000 sterline, pari a circa 25.000 franchi francesi. Anzani accetta, pur sapendo che Blériot è in bolletta – avendo speso tutto per la realizzazione del suo aereo – e si accontenta della promessa di un terzo del premio a risultato ottenuto.
Il motore tricilindrico, il frutto più geniale della mente di Anzani, viene così riprogettato da zero dal suo creatore in modo da poter erogare ben 25 cavalli vapore di potenza con un peso di appena 2 chilogrammi per cavallo erogato: un vero prodigio per limitare al massimo il peso del velivolo e garantirne, al tempo stesso, le prestazioni.
Pochi mesi più tardi il motore è pronto per essere viene installato sul monoplano di Blériot, e dopo qualche volo di prova, l’aeromobile viene iscritto alla Cup Prix du Voyage messa in palio dall’Aéro-Club de France con un premio in denaro di 4500 franchi. La gara, che si svolge sull’aerodromo di Orléans il 13 luglio 1909, viene vinta da Blériot ed è il miglior viatico possibile per l’imminente tentativo di trasvolata della Manica che si svolge, coronata da uno storico successo, il 25 luglio 1909.
È a quell’occasione che si collega una medaglia in oro di mm 30 di diametro, del peso di g 17,50 circa e realizzata proprio per rendere omaggio ad Alessandro Anzani e al motore da lui progettato. Realizzata, a quanto si dice, in soli due esemplari in oro (uno per Anzani e uno per Blériot?) e nota anche in argento (g 12,40 circa), la medaglia raffigura al dritto un mezzobusto del giovane ingegnere italo-francese e al rovescio il MOTEUR ANZANI, nella sua perfezione di manufatto meccanico di alta tecnologia, con l’elica sulle cui pale sono riportate iscrizioni che ricordano la traversata della Manica compiuta in 32 minuti volando ad un’altitudine di circa 100 metri.
Da notare, riprodotta con realismo sul carter del motore, l’iscrizione Bté SGDG, che sta per “Breveté sans garantie du gouvernement“, ossia “Brevettato senza garanzia governativa”. Secondo la legge francese, infatti, vi era l’obbligo di avvertire la clientela, distinguendo gli apparati meccanici i cui progetti non erano garantiti dalla firma d’un ingegnere abilitato.
Coniata in Francia, la medaglia è bellissima per il ritratto di Anzani al dritto come per quel rovescio così curioso che mostra, negli anni della Belle époque che precedono il Primo conflitto mondiale, tutta la fiducia degli uomini nel progresso e il fascino pionieristico delle prime imprese aeronautiche.
Alessandro Anzani, insignito nel 1910 delle palme accademiche, nel 1915 dell’Ordine della Corona d’Italia e nel 1920 della Legion d’Onore, diventerà un imprenditore di successo e, dopo essersi ritirato a vita privata nel secondo dopoguerra, morirà in Francia nel 1956.