Recuperate dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, le monete magno greche erano state messe in commercio in modo clandestino via web
a cura della redazione | Lo scorso 15 marzo il comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale di Cosenza, capitano Bartolo Taglietti, ha restituito un nucleo di 655 monete antiche – risalenti al periodo dal V al III secolo a.C., al dottor Filippo Demma, direttore del Parco archeologico di Sibari.
Tra gli esemplari rientrati nella disponibilità dello Stato figurano magnifici stateri di Crotone, Caulonia e Taranto, trioboli di Thurium, nonché varie monete coniate a Siracusa e Agrigento. Nella stessa occasione, il TPC dei Carabinieri ha riconsegnato altri reperti archeologico fra cui una serie di monili – bracciali e anelli – e diverse punte di lancia.
L’attività – hanno fatto sapere le autorità – si inserisce nell’ambito del contrasto al mercato clandestino dei beni archeologici venduti tramite piattaforme multimediali, divenute un potente strumento per il traffico di preziosi reperti sottratti illecitamente alla comunità.
La restituzione di monete e reperti è frutto delle attività di indagine coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e Velletri, culminate con la confisca e la restituzione dei reperti che, si apprende, saranno esposti nel Museo di Sibari.
Tra i reperti figura anche una statuetta che è ritenuta, insieme ai Bronzi di Riace, una delle scoperte più importanti per la bronzistica magno greca e che il 15 marzo, in occasione della riconsegna, è stata esposta nelle sale del Museo Archeologico della Sibaritide.