Novità editoriale: “The COINS of TARENTUM from 281 to 209 BC”

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Un periodo di emissioni finora non trattato in modo sistematico è al centro di questo terzo volume sulle monete dell’antica Tarentum

 

di Antonio Castellani | Vi abbiamo presentato in giugno i primi due volumi dell’ambiziosa opera in quattro tomi che Alberto D’Andrea, Marco Miglioli, Giuseppe Tafuri ed Enrico Vonghia stanno elaborando in relazione alla variegata e affascinante monetazione dell’antica Taranto, la polis di Tarentum (leggi qui).

Ai due tomi già editi si aggiunge oggi The Coins of Tarentum from 281 BC to 209 BC che prosegue il progetto editoriale volto all’analisi della produzione monetaria della celebre città stato magnogreca, e che ha per oggetto l’ultimo periodo di attività della zecca, che si articola negli anni fra il 281 a.C. ed il 209 a.C.

È, questa, una fase che in passato non era stata esplorata sistematicamente, in quanto il celebre lavoro di Wolfgang Fischer-Bossert (Chronologie der Didrachmen prägung von Tarent 510-280 v. Chr.) si attestava, appunto, fino al 280 a.C.

libro monete taranto tarentum magna grecia oro argentoIl testo prende quindi spunto dall’ultimo lavoro che tratta in modo articolato l’argomento, ovvero The Horsemen of Tarentum: a Contribution towards the Numismatic History of Great Greece di Arthur Evans, integrandolo con tutta la più recente bibliografia, oltre che con l’analisi di numerosi tesoretti, molti dei quali conservati al Museo archeologico nazionale della città pugliese

Viene poi dato particolare risalto ai frazionali argentei ed aenei, la cui produzione è decisamente abbondante nel periodo oggetto del volume, e vengono messi puntualmente in relazione con i massimali: sia le didracme, quanto le ingenti emissioni auree.

Nell’opera trovano ampio spazio, poi, due serie monetali decisamente particolari: la prima è la cosiddetta serie campano-tarantina, realizzata nella fase più cruciale delle lotte per l’egemonia contro Roma. La seconda è più tarda, e fu realizzata durante l’occupazione annibalica di Taranto.

Qui, per la prima volta, si abbandona l’idea tradizionale che possa trattarsi del shekel punico, ma si avanza l’ipotesi che tali monete furono realizzate sul piede del denario romano, che ormai dominava economicamente l’intera regione. Per informazioni sul volume The Coins of Tarentum from 281 BC to 209 BC è sufficiente contattare le Edizioni D’Andrea attraverso il sito (clicca qui).