Gli spiccioli in circolazione nel periodo 1939-1945 riproposti in originali folder “amarcord” dalla Royal Mint, fra collezionismo e divulgazione storica
di Antonio Castellani | C’erano i penny e gli scellini, c’erano il razionamento e la paura dei raid tedeschi sulle città delle Isole britanniche, e soprattutto c’erano milioni di uomini e donne mobilitati per difendere il paese da una probabile invasione.
Erano gli anni della Seconda guerra mondiale, dalla quale la Gran Bretagna sarebbe, alla fine, uscita vincitrice come con lo schieramento alleato e oggi, a distanza di decenni, la Royal Mint ha deciso di proporre un’operazione di “amarcord” numismatico attingendo alle proprie giacenze – evidentemente cospicue – di monete fuori corso e realizzando con queste dei set speciali da mettere in commercio.
I sette prodotti numismatici scandiscono gli anni dal 1939 al 1945 e contengono le monete coniate allora, quelle di circolazione con cui i londinesi acquistavano ai chioschi un giornale o una tazza di tè per vincere il freddo, le stesse con cui i nonni, o i bisnonni dei ragazzini di oggi si pagavano le sigarette o il giornale.
Farthing, half penny e penny, threepence, sixpence, scellini e mezze corone circolate – quindi, passate attraverso la grande storia del Novecento, di mano in mano – sono confezionate in folder pieghevoli che contengono immagini storiche, pagine di giornale, date ed eventi chiave di ogni anno di guerra.
Un’operazione solo commerciale? Certo, il prezzo di 115 sterline per ogni folder è stato bel calcolato dalla Royal Mint, tenendo conto del fatto che si tratta di monete comuni, specie in conservazione media. Tuttavia, un valore va riconosciuto a questa iniziativa: il fatto di comunicare che la moneta è protagonista della storia di ogni nazione, e di quella storia può portare la memoria attraverso il tempo.
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