Monete greche, romane e bizantine, una scelta di medievali e moderne dalle zecche italiane e dal mondo per l’asta Nomisma 66 del 26-27 novembre che propone anche marenghi, monete e medaglie napoleoniche, Savoia e Regno d’Italia
informazione pubblicitaria | Si svolgerà il 26 e 27 novembre presso la sede della ditta in Strada Bulumina a Serravalle (San Marino), l’asta numismatica Nomisma 66 di cui abbiamo il piacere di presentarvi una selezione di esemplari scelti fra le centinaia di monete e medaglie che compongono il catalogo (clicca qui per accedere).
La prima sessione dell’asta Nomisma 66 andrà in scena sabato 26 novembre 2022 a partire dalle ore 14.00 (lotti 1-700) mentre la seconda sessione si svolgerà domenica 27 novembre 2022 a partire dalle ore 9.30 (lotti 701-1436).
Il termine per le offerte pre asta è fissato, per la prima sessione, a sabato 26 novembre 2022 alle ore 12.30 e per la seconda sessione a domenica 27 novembre 2022 alle ore 8.00. Gli ordini offline via fax (0549 904042) o mail (auction@nomismaweb.com) vanno inviati entro le ore 12.00 del 26 novembre 2022. Telefono sala asta: 0549 904012.
L’esposizione dei lotti dell’asta Nomisma 66 si svolgerà sabato 26 novembre 2022 dalle ore 9.30 alle ore 13.00 r durante le tornate d’asta sarà esposto solo il materiale della tornata in corso. Vi ricordiamo infine che i diritti d’asta sono fissati al 21,63% e sono comprensivi dell’imposta della Repubblica di San Marino del 3% sui diritti d’asta.
Qualche “classica” dall’asta Nomisma 66 di monete e medaglie
Ricco, come sempre, il catalogo di vendita che Nomisma propone per il 26-27 novembre con oltre 1400 lotti. Una piccola selezione di monete greche – con “classici” come un bell’incuso di Sibari (N. 2, 800 euro) – apre la tornata per poi lasciare spazio ad alcune romane repubblicane fra le quali un magnifico denario con Gorgone e l’Aurora con i cavalli del sole (N. 15, 300 euro).
Alcuni aurei e solidi di pregio spiccano nella sezione delle monete relative all’Impero romano: tra queste un raro aureo di Galba (68-69) con ritratto e la Concordia al rovescio (N. 18, 10.000 euro) e uno di Caracalla (211-217), di meravigliosa conservazione con Serapide al rovescio (N. 31, 30.000 euro). Ai lettori il piacere di sfogliare gli altri lotti della sezione e quelli relativi al periodo bizantino.
Spazio alle monete estere: capolavori in tondello dal mondo
Molto ricca anche la parte di catalogo dedicata alle monete non di area italiana: Nomisma 66 propone ad esempio una selezione di rarità albanesi coniate dalla Regia Zecca di Roma fra cui la prova dei 100 franga 1927 senza stelle sotto il busto di re Zog (N. 54, 4000 euro) o, dalla Colombia sotto dominio spagnolo, un eccellente 8 escudos 1807 (N. 121, 2000 euro) per re Carlo IV (1788-1808). Ben rappresentate in catalogo anche le monetazioni di Francia e Giappone, la Gran Bretagna e altri paesi dell’Europa e dell’Asia.
Una menzione particolare merita una rarissima medaglia iraniana in oro, al peso di quasi cento grammi: si tratta della coniazione celebrativa voluta Mohammed Reza Pahlavi (1941-1979) nel 1971 niente meno che per i 2500 anni dell’Impero persiano del quale lo scià, che sarebbe stato deposto pochi anni dopo dalla rivoluzione islamica, si riteneva continuatore nel XX secolo (N. 210, 10.000 euro).
Una collezione di marenghi da non perdere in asta Nomisma 66
Il marengo: in 21 millimetri di diametro e in 6,45 grammi d’oro ci sono più di due secoli di storia monetaria europea e non solo, dato che questa tipologia ebbe fortuna anche in Sud America e in altri paesi del mondo. Ma il marengo nacque in Italia, per l’appunto dopo la celebre battaglia del giugno 1800 e Nomisma 66 offre non solo il tipo “primigenio” ma anche una sua rarissima prova in metallo bianco (N. 285, 1500 euro) ed esemplari da tutto il pianeta. Per quanto riguarda i marenghi di zecche italiane, è letteralmente scintillante quello da 20 lire pontificie battuto a Roma da Pio IX nel 1869, anno XXIV di pontificato (N. 323, 700 euro).
Medaglie napoleoniche e non solo: arte e storia in tondelli
Nel catalogo Nomisma 66 figurano due nuclei di medaglie napoleoniche interessanti, concentrate sugli anni 1810 e 1811, che vi invitiamo a visionare in catalogo; sempre per quanto riguarda la medaglistica ci piace invece soffermarci sulle coniazioni del Ventennio come quella per il Concorso di eleganza riservato alle auto di lusso che si tenne a Montecatini nel 1934, quasi futuristica (N. 489, 700 euro), e quella del maestro Attilio Silvio Motti, in argento, dedicata all’imperatore Augusto (N. 492, 700 euro).
Da segnalare anche alcune belle medaglie in bronzo relative al Sovrano militare Ordine di Malta, le splendide “colombiane” del 1892 incise da Ludovico Pogliaghi e una placchetta in bronzo del XVI secolo dedicata a Bianca Cappello di cui è noto un solo altro esemplare conservato al Museo Correr di Venezia.
Monete e medaglie di zecche italiane, il cuore dell’asta Nomisma 66
Questa sezione più delle altre si caratterizza, nel catalogo dell’asta che si terrà il 26-27 novembre, per ricchezza e varietà. Anche le piccole zecche sono rappresentate come Desana, per la quale viene offerto un fiorino di Antonio Maria Tizzone (1598-1641), rarissimo e interessante (N. 538, 1500 euro). Fiorini e non solo anche nella parte dedicata alle monete di Firenze, mentre per Genova viene offerto un “peso massimo”, un multiplo da 10 scudi del 1651 (lotto 617, 60.000 euro).
Questo multiplo d’oro fa parte di una serie emessa dalla Repubblica di Genova che va dal 1639 al 1697. Non si tratta di monete cosiddette “da ostentazione” ma circolanti visto che nel corso del ‘600 per Genova passava gran parte dell’oro e dell’argento che dalle Americhe e poi dalla Spagna arrivava nella Penisola. Questo esemplare è particolarmente ben coniato tanto da far pensare che sia stato battuto al torchio.
Sempre per una città portuale, stavolta Livorno, il pressoché perfetto e rarissimo mezzo tollero di Cosimo III de’ Medici (1670-1723) battuto nel 1683 e talmente bello da meritarsi un video (N. 636, 12.000 euro): al dritto il busto coronato del granduca, al rovescio la galea con motto PRAESIDIVM ET DECVS.
Mantova, Milano, Messina presenti con bellissime monete del Rinascimento e dei secoli seguenti, veri e propri pezzi di storia numismatica mentre il tardo medioevo napoletano è sintetizzato in modo mirabile nel saluto d’oro di Carlo II d’Angiò coniato a cavallo fra il ‘200 e il ‘300 (N. 701, 3000 euro). Moneta rara, certo, ma mai come il tornese di Alfonso I d’Aragona (1442-1458) presente in catalogo, con ritratto frontale del re e di cui sono noti appena tre esemplari (N. 703, 1000 euro).
Passiamo a Parma per un’altra rarità di primissimo livello, le 8 doppie oro 1786 di Ferdinando di Borbone, di splendida conservazione come i collezionisti possono ammirare in questo video (N. 833, 25.000 euro); merita una base d’asta ancora maggiore l’eccezionale ducatone 1666 per Sabbioneta a nome di Nicolò Ramirez de Guzman (1644-1684) che, pur in non eccellente conservazione, è di quasi impossibile apparizione sul mercato (N. 852, 30.000 euro).
Monete e medaglie pontificie, una collezione… “divina”!
Anche le coniazioni a nome dei papi hanno spazio nel catalogo dell’asta Nomisma 66: iniziamo segnalando i due ducati e mezzo di Leone X (1513-1521). Una delle monete più suggestive della serie pontificia oltre che assai rara con ben pochi pezzi apparsi sul mercato. Come noto, i coni sono attribuiti a Piermaria Serbaldi da Pescia detto il Tagliacarne. Tutto, in questa moneta, fa pensare che si tratti di una celebrativa di un qualche importante evento. In primis, il nominale di due ducati e mezzo è stranissimo: ipotizziamo possa essere stato concepito come frazione di qualche pagamento della Curia pontificia. Poi l’immagine del rovescio con i Magi a cavallo ci porta a proporre questa emissione come donativo del papa (N. 921, 50.000 euro).
La doppia 1624 per Urbano VIII (1623-1644) è un altro esempio di rarità: al dritto lo stemma Barberini, al rovescio i busti fronteggianti dei santi Pietro e Paolo (N. 939, 20.000 euro) e l’asta Nomisma 66 propone anche la più bella piastra di Sede vacante 1689 apparsa sul mercato con relativo video (N. 953, 18.000 euro).
Invitandovi a visionare tutti i lotti, passiamo ai XIX secolo, alla fine del potere temporale dei papi con le 100 lire di Pio IX del 1866 anno XXI,ultima fase della monetazione sotto il segno delle chiavi e della tiara (N. 1038, 8000 euro) e, fra le medaglie d’arte del ‘900, quella del 1970 modellata da Emilio Greco per il viaggio in Oceania di Paolo VI, proposta in catalogo nella rara edizione in oro (N. 1084, 4000 euro).
Monete e medaglie dei Savoia, progetti del Regno, Repubblica
Ci avviamo a concludere quest’anteprima dell’asta Nomisma 66 del 26-27 novembre a San Marino con un’altra serie sempre gradita dagli appassionati, quella relativa a Casa Savoia dal medioevo fino al 1946. E quale miglior biglietto da visita, per iniziare, che la doppia di Emanuele Filiberto (1553-1580) coniata a Torino nel 1570? Un esemplare (qui il video) è in catalogo in pressoché perfetta conservazione (N. 1100, 35.000 euro). Anche le 20 lire 1821 di Vittorio Emanuele I (1802-1821) brillano sia per rarità che per conservazione e sono offerte in asta, peraltro, nella variante con PRINC senza punto (N. 1125, 40.000 euro).
Dei re di Sardegna della prima metà dell’800 sono offerte moltissime monete, sia rare che più comuni, in metalli diversi ma sempre con conservazioni scelte in modo da venire incontro alle esigenze di tutti i collezionisti. Per il Regno d’Italia, invece, ecco una 5 lire 1862 coniata a Napoli, rarissima da trovarsi nell’assoluto fior di conio come l’esemplare che presentiamo (N. 1230, 7000 euro). Pregevole anche la 100 lire 1903 di Vittorio Emanuele III tipo Aquila araldica, come si evince dal video di eccezionale freschezza (N. 1275, 25.000 euro).
Davvero curioso il progetto Johnson che abbina due rovesci proposti per la nuova monetazione del “re numismatico”, quello con l’ape operosa al motto SEDVLA IN PACE LABORAT e quello con una versione dell’Italia Aratrice, entrambi opera di Egidio Boninsegna (N. 1288, 5000 euro).
Proseguiamo con la monetazione Impero, di cui l’asta Nomisma 66 propone uno dei soli venti esemplari della 20 lire Quadriga battuti nel 1938-XVIII (N. 1297, 18.000 euro) e torniamo quindi all’alba del secolo per la più desiderata 5 lire d’argento, quella non emessa del 1901 coniata in 114 pezzi e usata come omaggio da Vittorio Emanuele III (N. 1300, 60.000 euro), esemplare per conservazione e freschezza.
Tra le prove e i progetti relativi agli ultimi decenni del Regno, ecco invece un progetto da 20 lire con toro cozzante che rappresenta un esperimento di patinatura effettuato in Regia Zecca e unico (N. 1349, 13.000 euro) e, a seguire, una prova di lega metallica striata, curiosa e con valore da 25 centesimi (N. 1368, 1000 euro).
Chiudiamo con la Repubblica, con una magnifica prova da 10 lire 1946 in conservazione perfetta e periziata da Angelo Bazzoni: un esemplare concepito durante la Luogotenenza e poi divenuto moneta a seguito del referendum del 2 giugno 1946 (N. 1407, 10.000 euro).