Troppe monete da 2 pence e da 2 pound in circolazione, stop della produzione alla Royal Mint | Ma gli spiccioli saranno prodotti comunque per i numismatici
di Mathias Paoletti | La notizia è rimbalzata tra vari media d’Oltremanica negli ultimi giorni: la Royal Mint ha deciso che per i prossimi dieci anni non conierà più monete da 2 pence e da 2 sterline per la normale circolazione.
Una massa monetaria eccessiva per un paese sempre più “cashless“
Già nel mese di marzo, la zecca inglese stimava in oltre ventisei volte superiore al fabbisogno il numero di monete da 2 pound in circolazione, sei volte eccessivo il numero di monete da un penny e otto volte il numero di pezzi da due pence.
Le cifre fornite da un rapporto del National Audit Office sull’utilizzo del contante della Gran Bretagna hanno rilevato che il numero di monete prodotte ogni anno dalla Royal Mint di Llantrisant, nel Galles meridionale, è diminuito di quasi due terzi tra il 2011 e quest’anno.
All’inizio dell’ultimo decennio la produzione di monete in Gran Bretagna ha raggiunto 1,1 miliardi di pezzi per precipitare oggi ad appena 383 milioni poiché i consumatori optano sempre più per pagamenti con carta di credito e strumenti elettronici.
Meno di un quarto di tutti i pagamenti sono stati effettuati in contanti lo scorso anno il Gran Bretagna, secondo i dati pubblicati a giugno dall’ente per il commercio bancario UK Finance, mentre secondo le previsioni le transazioni cash potrebbero scendere a meno di una su dieci entro il 2028.
L’emergenza Covid-19 “ucciderà” anche gli spiccioli?
C’è chi sostiene anche che l’emergenza coronavirus verrà usata come scusa per abbandonare pian piano le monete da un penny e due pence per portare arrotondamenti dei prezzi ai cinque pence più vicini.
In ogni modo, i collezionisti non devono preoccuparsi: come accade in tanti paesi, anche la zecca di sua maestà continuerà a coniare piccoli quantitativi di spiccioli per le serie divisionali annuali destinate al mercato.
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