I carabinieri del Nucleo TPC di Bologna hanno riconsegnato al Museo della Pilotta di Parma 56 monete, parte delle 386 monete trafugate da ignoti quindici anni fa e appartenenti al medagliere del Museo archeologico del Complesso monumentale.

Un’indagine nata nell’agosto 2016 quando, nel catalogo di una casa d’aste di San Marino, venne individuato con certezza un fiorino di Firenze del 1274 appartenuto alle collezioni del Museo della Pilotta. Il furto era avvenuto il 3 luglio del 2009. A quel sequestro seguì quello di una quadrupla per Piacenza a nome di Ottavio Farnese (1547-1586), anche questa trafugata a Parma. A individuare le due monete – grazie al riscontro con le schede fotografiche di catalogazione – furono un archeologo della Soprintendenza e un esperto numismatico privato, ispettore onorario.

Giornata speciale, quella del 10 luglio a Parma: i carabinieri del Nucleo TPC hanno resitutito 56 monete al Museo della Pilotta, parte di quelle trafugate nel 2009

Da dicembre 2017 prese poi le mosse un’attività investigativa internazionale coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma con la Sezione esteri del Comando TPC di Roma e il contributo di Interpol, Europol e Ice (United States Immigration and Customs Enforcement).

Dopo una serie di ricerche su vendite numismatiche online, vennero individuate in varie piattaforme di e-commerce altre suecento monete rubate al Museo della Pilotta di Parma, già messe all’asta o di imminente vendita all’estero. A marzo 2018 il Gip di Parma ha emesso un sequestro preventivo per tutte le monete rintracciate: in seguito, sono state attivate rogatorie internazionali ottenendo la restituzione di altre 54 monete in oro e argento, oltre alle prime due. Per altre monete, sono tuttora in corso delle richieste.

Il ritorno a casa delle 56 monete rubate al Museo della Pilotta nel 2006 è avvenuto alla presenza del procuratore della Repubblica di Parma Alfonso D’Avino, del sindaco Michele Guerra, del comandante del TPC dei carabinieri di Monza Giuseppe Marseglia, del comandante del Nucleo TPC di Bologna Giuseppe De Gori, della soprintendente Maria Luisa Laddago, del direttore della Pilota Stefano L’Occaso e di Simone Verde, ex direttore della Pilotta e attuale direttore degli Uffizi.

Il complesso monumentale parmense conserva collezioni di grande prestigio, fra le quali una delle raccolte numismatiche più importanti del Nord Italia

Delle 56 monete, venti sono tra quelle confluite nelle collezioni del Museo della Pilotta da provenienze diverse; le altre trentasei, invece, fanno parte del cosiddetto “tesoro di Via Mazzini” scoperto nel 1962 durante lavori condotti per l’appunto nell’arteria  viaria del centro storico.

L’occultamento, a scopo di tesaurizzazione, delle monete di Via Mazzini si colloca tra il 395 e il 402 d.C., durante il periodo in cui i Visigoti di Alarico iniziano a penetrare in Italia (il sacco di Roma dei Visigoti è del 410 d.C.). Per la maggior parte in fior di conio, le monete – tranne 48 pezzi all’epoca esposti al pubblico – furono trafugate fra il 2006  il 2009 dai cassetti del medagliere di Parma.

Il Portale numismatico dello Stato, fra le vetrine virtuali dedicate alle collezioni numismatiche pubbliche, rende disponibile anche quella dedicata al medagliere di Parma: per accedere basta cliccare qui.