Per gioielleria, per estetico o fedeltà al sovrano: una galleria di monete con smalti dal XIX secolo in poi passate nelle aste degli ultimi anni
di Antonio Castellani | Ci hanno incuriosito, nel catalogo dell’asta Varesi del 30 settembre e 1° ottobre (leggi qui la preview), due monete presentate nella sezione delle emissioni mondiali: si tratta di due esemplari da 20 franchi, uno a nome di Napoleone (lotto n. 590, anno 1810, zecca di Parigi) e l’altro coniato sotto la Terza Repubblica (lotto n. 620, anno 1906, zecca di Parigi) che si presentano “rielaborati” da uno sconosciuto e talentuoso artista, forse all’inizio del XX secolo, in piena Belle Époque.
Le due monete, infatti, su una delle facce appaiono colorate e smaltate, la prima sul ritratto del Bonaparte e la seconda sul galletto che caratterizza i marenghi di inizio XIX secolo. Chiaro che l’autore delle applicazioni di colore e smalti, con la sua “opera”, tolse a queste preziose monete ogni spendibilità ma, probabilmente, a commissionargli i due curiosi esemplari fu forse un uomo (o una dama) dell’aristocrazia o dell’alta borghesia che desiderava ostentare questi tondelli come oggetti decorativi.
Una pratica attuata anche in altri casi e per monete di vari paesi, come dimostra ad esempio una monetina americana in oro da 2 dollari e mezzi al tipo del pellerossa e dell’aquila passata in asta Ibercoin nel 2014 che fa il paio – anzi, il terzetto – con due esemplari da 5 dollari del 1909 colorati con tonalità differenti e visti all’incanto da Tauler & Fau Subastas nel 2017. Questi tipi di monete statunitensi, del resto, si prestavano in modo perfetto all’applicazione degli smalti dato che recano impronte in incuso nelle quali è relativamente semplice – almeno, per un esperto smaltatore – distribuire le polveri colorate per poi farle sciogliere col calore e vetrificare con un successivo raffreddamento.
Più complicato, ad esempio, trasformare in versione policroma la classica sovrana britannica: un esempio è dato da un esemplare del 1907 visto in asta Baldwin’s nel 2006 su cui la scena di san Giorgio che trafigge il drago, opera immortale di Benedetto Pistrucci, viene raffigurata “a tinte vive” per una moneta che – al pari di tante altre nella storia – si trasforma in spilla. E che dire dell’ingombrante corona d’argento del 1818, sempre con spilla applicata al dritto, andata all’incanto nel 2019 da Classical Numismatics Group? E gli esempi di smaltature numismatiche provenienti da Oltremanica potrebbe continuare all’infinito. De gustibus…
Nemmeno la monetazione araba si salva dalla “mania degli smalti” che altera le monete a scopo decorativo o di gioielleria: una rarissima 5 tomani in oro, anno 1227 dell’Egira (1813) a nome di FAth Ali Shah e coniata dalla zecca di Tabriz è stata “decorata” in verde, rosso e blu ed è stata venduta da Heritage Auctions nel 2010.
E, per restare “sull’esotico”, risale invece al 1883 una moneta dell’allora Regno delle Hawaii, a nome del sovrano Kamehameha III, del valore di mezzo dollaro locale (divisa di valore intrinseco pari a quello americano), con lo stemma nazionale sul rovescio interamente policromo, montata con anello portativo e proposta da Stacks’ Bowers Auctions nel 2020.
Il premio per il miglior “ritocco a colori” va tuttavia, almeno in questa breve galleria di curiosità numismatiche, ad una corona vittoriana del 1847 venduta sempre nel 2020 dalla casa d’aste Daniel Frank Sedwick: eleganza dei colori a parte, il ritratto della regina – ancora nella versione giovanile – appare sapientemente sottolineato a bulino sulla capigliatura e nei tratti del volto e del collo dando vita ad una vera e propria opera d’arte “tascabile”.
Certo, i collezionisti classici non avranno mai preso in considerazione più di tanto questi esemplari, modificati nel loro aspetto e nella loro originaria “nobiltà numismatica”, ma le monete smaltate e usate come gioielli o elementi decorativi dimostrano, per l’ennesima volta, l’ineguagliabile fascino di questo manufatto nel corso dei secoli: dall’età vittoriana al periodo Liberty, fino ai giorni nostri, il tondello coniato risveglia passioni ed emozioni e apre inediti spazi di libertà, anche creativa.