Le attese monete italiane per Michelangelo Buonarroti debuttano il 6 marzo; del resto, proprio nello stesso giorno di cinque secoli e mezzo fa nasce “il maestro dei maestri” in quel di Caprese, minuscolo paese tra le colline della Valtiberina non lontano da quella Sansepolcro che già aveva dato i natali a Piero della Francesca e a Luca Pacioli, da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, e da Francesca di Neri del Miniato del Sera.
Sono passati 50 anni da quella elegante moneta da 500 lire d’argento con cui l’Italia celebrò il mezzo millennio dalla nascita di Michelangelo: a modellarla fu il grande Pietro Giampaoli
Pur patrizi fiorentini, i Buonarroti non se la passano tuttavia così bene e, rimasto orfano della madre ad appena sei anni, il piccolo Michelangelo inizia a dedicarsi al disegno, arte verso la quale il suo talento si manifesta prepotente fino a farlo approdare, nel 1487, alla bottega del Ghirlandaio. Dopo tre anni lascia il maestro per entrare nella cerchia del Giardino di San Marco, libera accademia di artisti sovvenzionata da Lorenzo il Magnifico dove Michelangelo si avvicina alla scultura. Presto riceve le prime commissioni e tra il 1490 ed il 1492 vedono la luce la Madonna della scala e la Battaglia dei Centauri. Dopo la morte di Lorenzo Michelangelo è a Venezia e a Bologna e infine giunge a Roma dove riceve commissioni importanti e accresce la sua fama di scultore. È di questo periodo la Pietà.
Agli inizi del 1500 il Buonarroti rientra a Firenze e le personalità di spicco della Toscana intera se lo contendono: realizza il Tondo Doni, il Tondo Pitti e l’opera più significativa di questo periodo, il David, scolpito tra il 1501 ed il 1504 e così bello da essere posto in Piazza della Signoria. Nel 1505 l’artista è richiamato a Roma da Giulio II Della Rovere, che vuole commissionargli il proprio monumento funebre e gli affida anche il monumentale compito di affrescare la Cappella Sistina. La sua carriera prosegue tra Roma e Firenze, ma nel 1534 ritorna nella Sistina su mandato di Paolo III Farnese per affrescare la parete dietro l’altare: nasce il Giudizio Universale, che però verrà completato solo nel 1541.
Tra le medaglie celebrative dedicate al Buonarroti anche questa, raffinatissima, di Nicola Cerbara coniata nel 1828 con al rovescio una delle figure affrescate nella Cappella Sistina
La vita di Michelangelo prosegue poi tra successi e tante altre opere indimenticabili (si tuffa anche in progetti architettonici come la pavimentazione di Piazza del Campidoglio) ne fanno davvero un “maestro tra i maestri”. Muore il 18 febbraio 1564, ormai quasi novantenne.
Le monete italiane per Michelangelo e il suo genio immortale che l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha in emissione proprio il 6 marzo sono ben quattro e, modellate dall’artista incisore Uliana Pernazza, nascono dal tentativo di sintetizzare al meglio la complessità e la grandezza del talento del grande artista.


I 5 euro in argento fior di conio aprono il tritticolo delle monete per Michelangelo che la Zecca italiana ha realizzato per i 550 anni dalla nascita del maestro
Si inizia da una 5 euro in argento fior di conio (925 millesimi, 31 millimetri per 18 grammi) che viene proposta con una tiratura di 5000 esemplari al prezzo di 70 euro; si passa ad una aurea coniazione proof da 10 euro di nominale (999 millesimi, 22 millimetri per 7,776 grammi) di cui sono disponibili 1500 esemplari a 799 euro ciascuno e si conclude con un’altra moneta in argento fior di conio dal facciale di 25 euro, sulla quale vale la pena spendere qualche riga per le sue caratteristiche, del tutto uniche nella monetazione italiana.


Un quarto di oncia d’oro purissimo per la moneta da 10 euro proof dedicata al Buonarroti
Pesa infatti un chilogrammo di puro argento e misura ben 80 millimetri di diametro, la più prestigiosa delle tre monete per Michelangelo che la Zecca immette sul mercato. Anche la tiratura è da primato: nessuna coniazione da collezione italiana, infatti, era mai stata prodotta in soli 200 esemplari. Va da sé che anche il prezzo è commisurato al “peso” della coniazione, ed è stato fissato in 1500 euro.
La moneta italiana più grande e pesante di tutti i tempi: ecco i 25 euro coniati in soli 200 esemplari con peso di un chilogrammo e 80 millimetri di diametro
Soggetto identico per le tre euro monete per Michelangelo disegnate e modellate da Uliana Pernazza: sul dritto, al centro, il ritratto del maestro del Rinascimento custodito presso il Museo Casa Buonarroti a Firenze. Sullo sfondo una raffigurazione del tracciato Michelangiolesco per il pavimento di Piazza del Campidoglio a Roma, già protagonista delle prime 1000 lire commemorative d’Italia, quelle del 1970 modellate (ma non firmate) da Laura Cretara e la cui altra faccia fu opera di Guerrino Mattia Monassi.
La scritta REPUBBLICA ITALIANA e il nome dell’autrice U. PERNAZZA completano il dritto mentre al centro del rovescio spicca un’altra “icona” michelangiolesca, il particolare con le mani della Creazione di Adamo dalla Cappella Sistina. Nel giro, in alto, la scritta MICHELANGELO e nel campo le date 1475 e 2025, rispettivamente, anno di nascita e anno di coniazione della moneta. Nel giro, in basso, la scritta QUESTO SOL M’ARDE E QUESTO M’INNAMORA. In basso 25 EURO, valore nominale e a sinistra la R identificativa della Zecca di Roma.
Le eleganti geomtrie del pavimento michelangiolesco di Piazza del Campidoglio sulle 1000 lire 1970 per i cento anni di Roma capitale d’Italia
A proposito della frase che campeggia sulle tre monete per Michelangelo, vale ricordare come – nella sua esperienza di poeta, perché il Buonarroti fu anche questo – egli la scrisse nelle Rime, composte a partire dal 1534 circa e la cui produzione si intensificò negli anni seguenti. Ennesima prova di talento di quel “maestro tra i maestri” nato cinque secoli e mezzo fa e la cui arte affascina ancora il mondo intero.