Fra le monete italiane in programma anche una nuova 5 euro in rame, mentre gli aurei saranno per Costantino il Grande, Caravaggio e la riedizione bullion della lira
di Roberto Ganganelli | Non c’è solo il nome del neo presidente – Antonio Palma, che prende il posto di Domenico Tudini – tra le novità che l’Istituto poligrafico e zecca dello Stato riserva per l’anno appena iniziato. Confermato infatti l’amministratore delegato Paolo Aielli, l’officina monetaria tricolore prosegue infatti quel percorso di marcata innovazione nel programma numismatico di cui già negli ultimi due anni abbiamo potuto apprezzare i frutti.
Monete italiane di ieri e di oggi, la lira diventa bullion
E quest’anno, fra le novità ancora non presentate al pubblico ma già messe nero su bianco nelle colonne della Gazzetta ufficiale, spicca il debutto della Repubblica, a tre quarti di secolo dalla sua istituzione, nel settore delle bullion coin, le monete da investimento in metallo prezioso a titolo oltre i 900 millesimi.
Si chiama infatti La riedizione della lira, la nuova serie di monete che con valori nominali di 50 e 20 euro e pesi rispettivi di mezza e un quarto di oncia a titolo 999,9 millesimi (g 15,552 e g 7,776) renderà evidentemente omaggio alla divisa repubblicana che ha circolato fino al 2001. E ad essere effigiata sui due tondelli – o meglio, letteralmente riprodotta, salvo il nominale – sarà proprio la “liretta” battuta in italma dal 1951 al 2001 su modelli di Giuseppe Romagnoli e coni incisi da Pietro Giampaoli.
La bilancia – simbolo di giustizia – e la cornucopia – evocatrice di prosperità – verranno riproposte sui due nuovi aurei tricolori (con contingente, prezzo e modalità di vendita ancora da stabilire con appositi decreti) circondate da un cerchio esterno di globetti e con finitura reverse proof, ossia con elementi in rilievo a specchio e fondi satinati. Affidate al bulino di Maria Angela Cassol, le due prime bullion coin italiane della storia avranno diametri rispettivi di 28 e 22 millimetri e taglio zigrinato fine.
Ad esse, si aggiungeranno altre due coniazioni in oro millesimate 2021 e se la piccola 10 euro della serie Imperatori romani renderà omaggio a Costantino il Grande (oro 900, g 3,000 per mm 13,85), il “marengo” da 20 euro (oro 900, g 6,451 per mm 21,00) sarà appannaggio di un maestro “maledetto” e geniale della pittura, Michelangelo Merisi che nasceva 450 anni fa nel villaggio brianzolo di Caravaggio, luogo di cui – pur essendo nato a Milano, come hanno provato alcune ricerche d’archivio – avrebbe reso immortale il nome.
Costantino il Grande e Caravaggio, omaggi alla storia e all’arte
La micro moneta in oro, affidata all’estro di Uliana Pernazza, vede al dritto la famosa testa colossale di Costantino, in marmo, proveniente dall’abside della Basilica di Massenzio di Roma ed esposta nel Palazzo dei Conservatori, sede dei Musei capitolini. Nel giro, oltre al nome del paese emittente, la frase IN HOC SIGNO VINCES che, secondo la tradizione, apparve insieme al Cristogramma all’imperatore prima della battaglia di Ponte Milvio.
Il simbolico luogo e l’importante passaggio storico del 28 ottobre 312 sono richiamati anche al rovescio, da un particolare dell’Arco di Costantino – una Vittoria alata – come appare sul monumento dedicato all’imperatore romano per celebrare la sua vittoria contro Massenzio che segnò il passaggio da “impero romano” a “impero cristiano”.
La 20 euro proof per il maestro del buio e della luce, autore di opere iconiche e modello per tutta la successiva arte barocca, raffigura invece sul dritto un ritratto di Caravaggio tratto da un disegno a pastello del pittore Ottavio Leoni (conservato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze). Modellata da Silvia Petrassi, la moneta ci mostra al rovescio un angelo visto di spalle, dalle grandi ali di rondine, che suona il violino, particolare dell’opera Il riposo durante la fuga in Egitto risalente al 1597 ed esposta alla Galleria Doria Pamphili di Roma.
Stessi soggetti sono previsti – come già lo scorso anno per Raffaello Sanzio – per una 5 euro in argento proof che sarà battuta come d’uso al titolo di 900 millesimi, con diametro di 32,00 millimetri e peso di 18,00 grammi.
Monete italiane 2021: bimetalliche per Roma capitale e professioni sanitarie
Tra le monete di tipo “classico”, vale a dire senza applicazioni di colore o altri effetti, previste dal programma numismatico italiano 2021 vi sono poi le due bimetalliche da 2 euro che vi abbiamo presentato in anteprima (leggi qui per saperne di più) e che avranno come soggetti, rispettivamente, il secolo e mezzo dalla proclamazione ufficiale di Roma a capitale dell’Italia unita e un omaggio alle professioni sanitarie, quanto mai dovuto specie dopo un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19 che ha messo medici, infermieri ed operatori di fronte a un carico di lavoro e responsabilità estremamente complesso da gestire.
Eppure, nemmeno il “grazie” numismatico è stato scevro da polemiche dal momento che alcune associazioni di categoria, visto il bozzetto ideato da Claudia Momoni, hanno polemizzato sul fatto che il medico (uomo) sia ritratto in primo piano rispetto all’infermiera (donna) dando adito ad una lettura stereotipata e gerarchica, se non addirittura sessista, delle professioni sanitarie. Non staremo esagerando un po’?
Polemiche a parte, tornando alle monete italiane previste per il 2021 – di cui vi forniremo prestissimo dettagli sulle altre emissioni in scaletta – un’ulteriore novità per quest’anno sarà rappresentata dal debutto di una moneta da 5 euro in rame, versione fior di conio (mm 32,00 per g 15,00), che celebrerà il secolo e mezzo dell’invenzione del telefono da parte di Antonio Meucci.
Sul dritto appare un ritratto del grande inventore ispirato a quello di Giovanni Cantagalli pubblicato nel 1889 dalla rivista L’Illustrazione Italiana con, sullo sfondo, una rappresentazione stilizzata del “telettrofono”, il primo apparecchio telefonico inventato da Meucci. L’artista Annalisa Masini, invece, per il rovescio ha elaborato in modo originale una composizione che si ispira allo storico gettone telefonico italiano e raffigura un telefono d’epoca in uso tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta del secolo scorso con, al centro del disco combinatore, il logogramma @, simbolo di internet, e le onde elettromagnetiche.
Considerato che Meucci, almeno fino al riconoscimento ottenuto nel 2002 dal Congresso USA, ha conteso il primato dell’invenzione del telefono ad Alexander Graham Bell, e che alcuni continuano a sostenere il primato dello scienziato americano, non nascerà qualche diatriba anche su questa moneta?