Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle figurine raffiguranti monete e costumi mondiali prodotte negli Usa nel 1889
di Gianni Graziosi | Abbiamo parlato – nella prima parte di questo approfondimento – di alcune delle cartine più caratteristiche della serie Coin of all Nations stampata, nel 1889, a New York per conto della compagnia del tabacco Duke’s Cigarettes e inserita come gadget nei pacchetti di sigarette dell’epoca.
Figurine che raffigurano monete e che lasciano trasparire, come veri documenti d’epoca, la visione dei vari paesi del mondo da parte degli americani. Cigarette card oggi molto rare e che rivelano, spesso, stereotipi e pregiudizi sociali nascondendo – come se non bastasse – fenomeni terribili come quello del colonialismo.
Riprendiamo il nostro viaggio da una figurina dedicata alla Liberia (fig. 21) dove sono raffigurati una ragazza di colore abbigliata con un abito variopinto, una cuffia di tela colorata in rosso e un ventaglio, e un gettone da un centesimo datato 1833.
Il pezzo, emesso dall’American Colonization Society, presenta al dritto la figura di uno schiavo liberato accanto ad una palma, sullo sfondo, in mare, un veliero e un sole radioso (fig. 22).
Fig. 21 | Fig. 22 | Fig. 23
Questa associazione filantropica statunitense, fondata nel 1816 allo scopo di aiutare ex schiavi americani a ritornare in Africa, nel 1821 acquistò dei terreni sulla Costa del Pepe (regione dell’Africa occidentale) a sud dell’allora colonia inglese della Sierra Leone.
Con l’arrivo dei primi coloni, nel 1822, iniziò la storia della Liberia un insediamento di uomini liberi di colore. La società americana mantenne il controllo diretto della colonia fino al 1847 quando venne dichiarata l’indipendenza della Repubblica di Liberia e fu emesso il primo dollaro liberiano che aveva un tasso fisso di cambio uguale alla valuta americana.
Sempre nello stesso anno furono coniate le prime monete da 1 e 2 cent in rame con al dritto la testa, volta a sinistra, con cappello frigio della Libertà e al rovescio una palma (fig. 23). Queste furono le uniche monete liberiane fino al 1896 quando venne coniata una serie costituita dai tagli da 1, 2, 10, 25 e 50 centesimi.
Nel gruppo si trova anche una figurina dedicata alla Baviera (fig. 24) con le immagini di un baffuto montanaro e di una moneta da mezzo gulden 1838 (valore18 centesimi). Il Regno di Baviera non esiste più, ma dal 1806 al 1918 fu uno stato del centro Europa e il gulden (o fiorino bavarese) la sua valuta fino al 1873 quando il goldmark diventò la valuta dell’Impero tedesco (1873-1918).
Fig. 24 | Fig. 25
Le prime monete in gulden vennero coniate nel 1837 quando la Baviera entrò nell’Unione monetaria della Germania. Il pezzo d’argento da ½ gulden 1838 (fig. 25) mostra al dritto la testa, volta a destra, di Ludovico I re di Baviera (1825-1848); proprio in occasione del suo matrimonio con Teresa di Sassonia venne inaugurata la tradizione dell’Oktoberfest, una festa popolare che ancora oggi si svolge a Monaco di Baviera tra settembre e ottobre.
Invece sulla carta dedicata a Newfoundland, Terranova, (fig. 26) è raffigurata una moneta da 2 dollari 1881 (valore un dollaro e 95 cent.). L’isola dell’Oceano Atlantico – dopo il trattato di Ultrect (1713) che pose termine alla Guerra di successione spagnola – venne assegnata come colonia alla Gran Bretagna, nel corso degli anni ebbe una certa autonomia e, nel 1855, un proprio governo autonomo.
In base al referendum svoltosi il 31 marzo 1949 l’isola, assieme al Labrador, fu unita al Canada diventando la decima e ultima provincia del Canada. Nel 1865 Terranova iniziò ad emettere una propria valuta decimale, il dollaro di Terranova, che sostituì la sterlina. La moneta da 2 dollari d’oro (fig. 27), coniata in vari anni tra il 1865 e il 1888, ha sul dritto la testa, volta a sinistra, della regina Vittoria (1837-1901), mentre al rovescio sono riportate tre indicazioni equivalenti di valore ossia 2 dollari, 200 centesimi e 100 pence.
Fig. 26 | Fig. 27
Rappresenta un’eccezione la Francia che compare su due figurine, la prima con la caricatura di Napoleone Bonaparte (fig. 28) e i 10 centesimi 1814 (valore 2 cent.) con la N coronata coniati a Strasburgo (fig. 29) a delineare il primo periodo imperiale.
La seconda con l’immagine satirica di quello che sembrerebbe Napoleone III (fig. 30) e i 20 franchi 1888 (valore 3 dollari e 85 cent.) con il celebre motto risalente all’epoca della rivoluzione francese “Liberté, Égalité, Fraternité” (fig. 31), a rappresentare la Terza Repubblica.
Questo era il nome assunto dallo stato nato in Francia dopo la clamorosa sconfitta di Sedan, il primo settembre 1870, durante la Guerra franco-prussiana, evento che causò la caduta del Secondo impero di Napoleone III (1852-1870).
Fig. 28 | Fig. 29
Fig. 30 | Fig. 31
Invece la Russia è raffigurata da un cosacco a cavallo con tanto di papakha, il cappello maschile di lana, tipico del Caucaso, conosciuto anche con il nome di cappello d’astrakan (fig. 32) e da una moneta d’oro da 3 rubli 1880 (valore 2 dollari e 25 centesimi) di Alessandro II Romanov (1855-1881), imperatore di Russia e duca di Finlandia (fig. 33).
Il rublo d’argento, diviso in 100 copechi, venne coniato per la prima volta nel XVII secolo, in precedenza indicava un’unità di conto. Secondo la versione più accreditata il suo nome deriva dalla radice di un verbo che significa tagliare, suddividere, che trae origine, nel XII secolo, dall’uso come moneta di lingotti d’argento che facilmente si potevano suddividere.
Nel 1869, dopo che era stata interrotta la coniazione delle imitazioni della moneta d’oro dei Paesi Bassi, si iniziò a battere un pezzo analogo sia per peso che per titolo, il pezzo da 3 rubli.
Fig. 32 | Fig. 33
Una ragazza in costume popolare (fig. 34) e una moneta da un ottavo di rupia (valore 3 centesimi e 5/8 di dollaro Usa) rappresentano la Birmania (Burmah), oggi ufficialmente Repubblica dell’Unione del Myanmar.
L’argenteo tondello emesso nel 1214 secondo il calendario tradizionale birmano (638 anni indietro rispetto a quello gregoriano, quindi il 1852-1853 nel nostro calendario) ha al dritto la bella immagine di un pavone raffigurato mentre fa la ruota (fig. 35). La bandiera nazionale della dinastia Konbaung, che regnò in Birmania dal 1752 al 1885, aveva come emblema un pavone, simbolo di immortalità.
Questo vessillo cominciò ad essere usato dopo il 1835. Il penultimo re, Mindon Min (1853-1878), fondò l’ultima capitale della Birmania, la città di Mandalay che venne edificata su una collina e racchiusa da imponenti mura per difesa dalla minaccia britannica.
Fig. 34 | Fig. 35 | Fig. 36
In seguito alla sconfitta durante la Terza guerra anglo-birmana (1885-1886), la Birmania venne annessa all’Impero britannico e trasformata in una provincia dell’India dalla quale si staccò nel 1937.
La monetazione birmana nel periodo 1852-1889 era basata sul kyat suddiviso in 20 pe, ciascuno formato da 4 pyas, quindi un kyat era costituito da 80 pyas, inoltre un mu e un mat valevano rispettivamente 2 e 4 pe. Il kyat d’argento (fig. 36) era valutato equivalente alla rupia indiana, che venne utilizzata durante il dominio inglese.
Gli esempi potrebbero continuare ma, per concludere, vale la pena ricordare il Museo della figurina di Modena, sito al secondo piano di Palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande 103. Questa fantastica collezione, costituta da circa 500 mila esemplari, è nata dalla passione di Giuseppe Panini, fondatore delle omonime edizioni, che, nel corso degli anni, ha raccolto queste piccole stampe da tutto il mondo (fig. 37 e fig. 38).
Fig. 37 | Fig. 38
Il primo mitico album della raccolta Calciatori Panini risale al 1961-1962, in copertina era raffigurato Nils Liedholm mentre colpisce di testa un pallone. In questo gradevole museo è possibile gustare la storia del costume, del folklore, della grafica, del gusto, della moda, della pubblicità a partire dal XIX secolo.
Vista l’enorme varietà di materiale presente che, oltre ad interessare chiunque – chi non ha fatto almeno una raccolta di figurine in gioventù? -, può suscitare curiosità ai numismatici anche se non ci sono monete o medaglie reali, ma solo figurine e una ricca collezione di coloratissimi notgeld (denaro di necessità) cartacei stampati in Germania nel periodo 1920-1921.