A fine dello scorso marzo c’è stato il debutto delle versioni in cupronichel (leggi qui), a metà ottobre invece il corso legale delle euro monete Jacovitti – serie Fumetti italiani – battute in argento e a colori dalla Zecca di Roma e commercializzate in trittico.
Cinquemila gli astucci disponibili (clicca qui), al prezzo non certo popolare di 180 euro ciascuno: in ogni caso, le euro monete Jacovitti su cui campeggiano Cocco Bill, Jak Mandolino e Pop Corn – tre dei più famosi e surreali personaggi usciti dalla matita del disegnatore nato a Termoli nel 1923 e scomparso a Roma nel 1997 – resi in tutta la loro originalità dall’uso dei colori su gran parte del dritto e del rovescio.
Le tre euro monete Jacovitti in versione preziosa hanno finitura fior di conio, misurano 32 millimetri di diametro per un peso di 18 grammi di peso ciascuna, al titolo di 925 millesimi; la godronatura del taglio è spessa e discontinua e a firmare questo mix tra modellazione classica e opera grafica è stata Claudia Momoni.
Tre dritti diversi per un rovescio comune, quello su cui la “firma” di Benito Jacovitti compare tra la data di emissione 2024 e il valore 5 EURO, sotto forma di un collage di coloratissime lettere: un vero e proprio “marchio di fabbrica” del talentuoso fumettista che, in modo originale e con sottile ironia, ha accompagnato generazioni di italiani con le sue strisce e vignette.
Personaggio particolare, Jacovitti, che diceva di sé in un’intervista a Vincenzo Mollica: “A me dà fastidio la folla, non ho mai visto una partita di calcio per non stare in mezzo alla folla, non vado mai in tram perché la gente ti sta addosso. Sono solitario. Gli umoristi sono o tristi, o solitari, o matti. Io sono tutte e tre le cose, un clown.
Il mio umorismo è basato sull’assurdo, anche se ho dei riferimenti ad un’epoca precisa, gli anni Trenta: i vestiti, i costumi, le automobili di Ridolini, gli aerei tozzi. E poi sembrava che tutto funzionasse meglio, la posta arrivava il giorno dopo… Ma forse perché ero ragazzo e quando si è ragazzi si è più felici”.