Due giorni di confronto fra Ministero, soprintendenze e musei sulle azioni di valorizzazione e ricerca legate ai medaglieri italiani, veri e propri tesori da svelare

 

di Roberto Ganganelli | Un articolato workshop diffuso, guidato dalla Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio del MiC e con collegamenti online da ogni parte d’Italia: questo è stato Medaglieri italiani. Verso il futuro che, il 7 e 8 giugno, ha messo a confronto tra loro e fatto conoscere meglio al pubblico una serie di eccellenze nel campo della ricerca e della tutela del patrimonio numismatico statale.

SOTTO IL SEGNO DELLA SINERGIA FRA ISTITUZIONI

Un convegno reale e virtuale sotto il segno della parola sinergia, fin dall’organizzazione, dal momento che l’evento Medaglieri italiani si è svolto grazie alla collaborazione di IPZS, del MEF e del Portale numismatico dello Stato e ha ripreso la tradizione degli incontri periodici inaugurata a Roma nel 2013, proseguita poi a Taormina e a Parma fino al 2018.

Ogni workshop Medaglieri italiani, sottolinea infatti il MiC, “intende costituire un’occasione di aggiornamento professionale e di confronto tra diverse esperienze e competenze degli uffici del Ministero della Cultura, attraverso la segnalazione di specifiche esperienze, di casi di studio e di progetti di innovazione tecnologica inerenti i beni numismatici”.

Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, un magnifico disegno che raffigura il medagliere dei Farnese (Museo archeologico di Napoli)
Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, un magnifico disegno che raffigura il medagliere dei Farnese (Museo archeologico di Napoli)

Il programma si è articolato in quattro sessioni, di cui due dedicate alla tutela e le altre due ai progetti di digitalizzazione, studio e ricognizione del patrimonio numismatico pubblico che sono in atto o in fase di avviamento (per gli abstract degli interventi clicca qui).

A coordinare l’evento la dottoressa Serafina Pennestrì, funzionario archeologo della Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio del MiC che, da lungo tempo, si dedica al patrimonio numismatico pubblico e alle sue problematiche.

Come alla tutela del patrimonio artistico, archeologico e numismatico italiano si dedicano i Carabinieri del Comando TPC il cui comandante, generale Roberto Riccardi, intervenendo in apertura ha citato una frase di George Orwell che ben riassume il senso del workshop Medaglieri italiani: “Preservare il passato è il miglior modo di preservare il futuro”.

Tra i compiti del Comando Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri c'è anche la lotta alle attività di scavo clandestino che portano al saccheggio del patrimonio archeologico e numismatico
Tra i compiti del Comando Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri c’è anche la lotta alle attività di scavo clandestino che portano al saccheggio del patrimonio archeologico e numismatico

“Non esiste museo pubblico che non abbia una collezione numismatica” ha sottolineato infatti Serafina Pennestrì nel suo intervento e, dunque, le problematiche da affrontare di caso in caso si presentano diverse e complesse: monete da scavo nel sottosuolo o rinvenute in siti di archeologia subacquea, esemplari di antica acquisizione, ripostigli e tesoretti da indagare, monete recuperate sul mercato e di origine illecita.

Servono metodologie moderne, personale qualificato e strumenti sempre al passo con i tempi, in primo luogo gli strumenti offerti dalla tecnologia informatica, dalle basi di dati, perfino dagli avveniristici linked data cluod ossia da archivi digitali diffuso in grado di interfacciarsi fra loro per generare nuova conoscenza.

Tra i progetti di prossima attuazione spicca il rinnovamento del Portale numismatico dello Stato, destinato a diventare sempre di più un hub di ricerche, cataloghi, pubblicazioni e informazioni. E non si tratterà di un semplice restyling, piuttosto di una riprogettazione concettuale che tiene conto dell’esigenza di concentrare e rendere sempre più fruibili i risultati di attività di schedatura, approfondimenti su nuclei specifici di monete

Il nuovo Portale numismatico dello Stato avrà dunque una doppia identità: contenitore e vetrina per i medaglieri italiani e luogo di fruizione del Bollettino di numismatica del MiC e delle altre pubblicazioni dedicate alle monete e alle medaglie. Il tutto, ottimizzato anche per l’accesso da dispositivi molbili con interfacce user friendly e aggiornato in modo dinamico, in maiera da permettere una tempestiva informazione su novità editoriali, ricerche e pubblicazione di ritrovamenti.

I MILLE SOLIDI DEL TESORO DI COMO

Un esempio in tal senso è rappresentato dall’importante tesoro di Como, mille solidi rinvenuti nel cantiere dell’ex Teatro Cressoni il 5 settembre 2017. Ne ha diffusamente parlato nell’ambito del workshop Medaglieri italiani la dottoressa Barbara Grassi ricordando come la scoperta fu resa possibile grazie ad un ultimo tentativo – dopo mesi di scavi – di indagare il sito archeologico rinvenuto durante la realizzazione di un nuovo edificio.

Emerse all’improvviso un recipiente in pietra ollare decorato e il contenuto venne messo in sicurezza e trasportato in Soprintendenza dove un accurato micro scavo permise di separare le monete e gli altri oggetti. Ne risultarono esattamente 1000 solidi, tre anelli, tre orecchini, un frammento di lingotto, una goccia d’oro, una barretta ricurva e alcuni minuti frammenti di filo d’oro a sezione circolare.

Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, un'immagine dei solidi del tesoro di Como appena scoperto sotto le fondamenta dell'ex Teatro Cressoni nel 2017
Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, un’immagine dei solidi del tesoro di Como appena scoperto sotto le fondamenta dell’ex Teatro Cressoni nel 2017

Le monete, prevalentemente a nome di imperatori d’Occidente, si collocano fra le emissioni di Onorio e Arcadio e quelle di Anicio, Olibrio e Leone I e permettono di collocare la data di occultamento fra il 472 e il 473.

E quelle monete, alle quali presso il Museo civico del capoluogo lariano sarà presto dedicata una sala, sono poi state studiate in collaborazione con università, con il CNR e altre istituzioni di ricerca in modo da arrivare alla recente pubblicazione integrale a cura di Grazia Facchinetti (accedi qui alla vetrina virtuale nel PNS oppure clicca qui per il volume online).

I DOBLONI DAI FONDALI DI OROSEI

È solo uno dei casi più eclatanti di cui si è parlato, quello dei mille solidi di Como. Dal sottosuolo ai fondali dei nostri mari – ricchissimi giacimenti archeologici – Francesco M. P. Carrera ha ricostruito il ritrovamento dei dobloni dal relitto di Orosei, in Sardegna, avvenuto nel 2019 per merito di un turista tedesco che consegnò quattro monete d’oro e nove d’argento rinvenute casualmente.

Grazie all’intervento del Nucleo Carabinieri TPC di Cagliari e del Nucleo subacqueo della Soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro, è stato possibile individuare i resti di un relitto post medievale e rinvenire ulteriori 28 monete d’oro e altre sei in argento. Riferibili ad un arco cronologico tra la metà del XVI secolo e il 1712, sono associabili a un naviglio spagnolo, ipotesi confermata da una segnalazione di cannoni settecenteschi spagnoli avvenuta nel 1972 poco distante dal luogo di rinvenimento.

Alcune delle monete riemerse dai fondali sardi dopo la segnalazione di un turista tedesco: un esempio di senso civico che tutti dovrebbero seguire per la tutela del patrimonio
Alcune delle monete riemerse dai fondali sardi dopo la segnalazione di un turista tedesco: un esempio di senso civico che tutti dovrebbero seguire per la tutela del patrimonio

Sono state effettuate nuove indagini volte ad individuare il relitto con il suo carico, al fine di chiarire non solo la dinamica dell’affondamento, ma anche il perché della presenza di una nave da guerra nelle acque sarde non più di pertinenza spagnola dopo il 1700.

LE MONETE RESTITUITE DI SAN SALVO

La tutela del patrimonio si esprime in vari modi rigorosamente normati, ma uno dei sistemi più efficaci è quello che vede il coinvolgimento dei cittadini: la responsabilità sociale del patrimonio collettivo può infatti creare un legame più consapevole con le tracce del passato che, radici delle comunità.

Un esempio in tal senso è costituito dal caso di San Salvo (CH), un paese trasformatosi in poco tempo in una città frutto del boom industriale degli anni Sessanta: qui, grazie ad un’opera di sensibilizzazione effettuata dalla ex Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo e dall’amministrazione locale, si è infatti creato un circolo virtuoso che ha permesso di recuperare, e successivamente restituire al pubblico godimento, un lotto di monete che contribuiscono a ritessere la storia del territorio.

MILANO, PIACENZA E ALTRI ESEMPI

Si è poi parlato, nel workshop Medaglieri italiani. Verso il futuro, dei tanti rinvenimenti monetali dai cantieri della linea M4 della metropolitana di Milano e dall’antico anfiteatro del capoluogo lombardo, mentre Marco Podini e Marco Bazzini hanno presentato le monete “da cantiere” ritrovate a Piacenza nel 2011, due nuclei medievali per 635 monete in totale da un plinto di fondazione di un edificio, ma per le quali la lettura si è resa complessa a causa della perdita del contesto di rinvenimento.

Dalla Puglia, un tesoretto di 34 denari rinvenuto negli anni Settanta in provincia di Taranto, a Leporano, e parte di un progetto di studio e approfondimento
Dalla Puglia, un tesoretto di 34 denari rinvenuto negli anni Settanta in provincia di Taranto, a Leporano, e parte di un progetto di studio e approfondimento

Caso analogo quello del residuo di un presunto ripostiglio individuato a partire da un’asta in Piemonte nella quale ben 1103 monete (senza documentazione di provenienza) sono state bloccate e restituite allo Stato. Federico Barello ha stigmatizzato il “collezionismo privato chiuso a riccio” e l’atteggiamento di talune ditte commerciali che si pongono come semplici “mediatori fra privati” declinando ogni responsabilità sia in merito all’origine delle monete che, addirittura, alla loro autenticità mettendo perfino in vendita degli esemplari falsi.

PAOLO ORSI, FIGURA ESEMPLARE PER LA NUMISMATICA

Vari relatori si sono occupati, nel corso del workshop Medaglieri italiani. Verso il futuro, della figura di Paolo Orsi (1859-1935), eminente archeologo che nel corso della sua carriera tanto ha dato alla maturazione di una visione di tutela del patrimonio, soprattutto nel Meridione d’Italia e non solo.

Il monumento eretto a Rovereto all'archeologo e numismatico Paolo Orsi, collezionista e funzionario statale esempio per generazioni di studiosi
Il monumento eretto a Rovereto all’archeologo e numismatico Paolo Orsi, collezionista e funzionario statale esempio per generazioni di studiosi

Orsi – ha sottolineato Barbara Maurina – “ebbe un ruolo fondamentale nella formazione della collezione numismatica del Museo civico di Rovereto, a partire dal primo incarico svolto presso l’ente nel 1879 quale nuovo conservatore della Sezione archeologica e numismatica.

Si trattava di catalogare la collezione di monete appartenenti alla donazione di Fortunato Zeni, figura di grande rilievo nei primi decenni di vita del museo, a cui Orsi riconosceva proprio il merito di averlo avviato allo studio della numismatica”.

E ancora: “[…] alla sua morte fece del museo il destinatario di un’ampia collezione di antichità, comprensiva di una raccolta numismatica costituita da esemplari greci, magno greci e bizantini, monete papali ed emissioni di zecche italiane e straniere”.

Benedetto Carroccio, per parte sua, ha ribadito “lo spessore metodologico di Paolo Orsi numismatico emergente nelle sue pubblicazioni. L’attenzione data ai tipi monetali mantiene uno spirito critico, di non accettazione supina delle teorie tradizionali. Lo spirito positivista e patriottico traspare, insieme al rigore di chi non trascura gli esemplari, mal conservati, riflette sul diverso valore di tesoretti e depositi santuariali, non discrimina monete romane e medievali, esprime la necessità del possesso pubblico della moneta, mantenendo un approccio pragmatico”.

Serafina Pennestrì, infine, ha sottolineato come “il celebre discorso tenuto al Senato da Paolo Orsi nel 1927, riportato sulla Rassegna Numismatica, rappresenta un primo tentativo di considerare le collezioni numismatiche pubbliche italiane come uno straordinario patrimonio da classificare, conservare e tutelare. […] Orsi, già presidente dell’Istituto italiano di numismatica e appassionato collezionista, richiama l’attenzione sulle criticità e sulle peculiari esigenze dei medaglieri italiani e sulle future sfide che attendono la numismatica pubblica e che richiedono una specifica e costante attenzione”.

VOLUMI FRESCHI DI STAMPA E CATALOGAZIONI INNOVATIVE

Il workshop Medaglieri italiani è stata anche l’occasione per presentare una serie di volumi – di recente o prossima uscita – che valorizzano e approfondiscono complessi di materiali importanti, dalle monete del tesoro di Como a quelle dei Musei reali di Torino (due volumi, nel 2023 sarà aperta una rinnovata sezione numismatica) fino alle collezioni della Biblioteca Casanatense di Roma, nel cui complesso è in fase di progettazione un percorso museale interamente dedicato alle monete (qui un approfondimento nel Notiziario del Portale numismatico dello Stato).

Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, una delle medaglie sabaude, con antica bustina di conservazione, dei Musei reali di Torino
Dalla pagina Facebook dei Medaglieri italiani, una delle medaglie sabaude, con antica bustina di conservazione, dei Musei reali di Torino

I rappresentanti dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione hanno invece dettagliato il nuovo approccio alla formalizzazione delle informazioni relative ai beni culturali, frutto di un complesso progetto integrato fra istituzioni e settori diversi che coinvolge, ovviamente, anche la numismatica.

Parte dei dati della “classica” Scheda NU riservata ai beni numismatici, infatti, secondo le specifiche del 2021 confluiranno nella nuova Scheda SCAN (scheda anagrafica bene culturale), un modello unico e semplificato concepito per tutte le categorie di beni mobili, immobili e immateriali e per tutti i settori disciplinari. Il tutto, nell’ambito di una infrastruttura digitale capace di permettere ricerche trasversali e condivisione di dati.

MEDAGLIERI ITALIANI: ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

Nel corso della due giorni del 7-8 giugno, Serafina Pennestrì ha preannunciato anche un’interessante, ulteriore iniziativa, ossia la futura pubblicazione di una guida ai medaglieri italiani che mapperà le collezioni pubbliche e rendere tali dati fruibili agli studiosi. Un’iniziativa importante dal momento che, in Italia, sono centinaia se non migliaia le raccolte di monete conservate in musei locali, nazionali, biblioteche e altre istituzioni pubbliche.

La stessa Pennestrì ha ribadito come la tutela debba passare anche da un corretto rapporto fra pubblico e privato, ribadendo “la proprietà dello Stato per le monete di cui non si può dimostrare origine o possesso prima del 1909” e che “i professionisti del settore dovrebbero educarsi alla conoscenza e al rispetto delle norme di tutela”.

Anche la bellissima Biblioteca Casanatense di Roma rientra a pieno titolo fra i medaglieri italiani, conservando una raccolta numismatica di antica origine
Anche la bellissima Biblioteca Casanatense di Roma rientra a pieno titolo fra i medaglieri italiani, conservando una raccolta numismatica di antica origine

Le procedure di tutela e di arricchimento del patrimonio numismatico sono, del resto, in continua evoluzione come dimostrano la revisione, attuata dal 2017, dei criteri per la scelta dei consulenti esterni al Ministero della Cultura e dei criteri per la concessione degli attestati di libera circolazione. Strumenti, questi ultimi, rivolti a far sì che monete significative per il patrimonio pubblico e non presenti nelle collezioni dello Stato possano essere mantenute entro i confini del territorio nazionale.

“I medaglieri storici sono organismi in continua evoluzione”, secondo le parole della stessa Pennestrì e, dunque, anche gli acquisti coattivi di monete sul mercato possono incrementare il patrimonio pubblico, già di per sé ricchissimo.

Così come la conoscenza e la fruizione del nostro patrimonio numismatico da parte del pubblico non possono prescindere dai moderni mezzi digitali e dai social: dunque, se volete seguire Medaglieri italiani anche su Facebook cliccate qui. Dallo stesso profilo sono tratte parte delle immagini che illustrano questo articolo.