Medaglia o progetto di moneta? Dedichiamo questo breve approfondimento a un’opera del grande incisore Luigi Giorgi (1848-1912) che, sebbene raramente, appare sul mercato. Si tratta (vedasi Prove e progetti di monete italiane di Domenico Luppino, edizione 2023, p. 110 n. 367) di una coniazione controversa dal momento che presenta sia elementi tipici di una “idea di moneta” che altri più propri di una medaglia.

Senza indicazione di valore nominale, nota in argento (g 21,00) e in rame (g 19,69), entrambe le versioni con diametro di 38,1 millimetri, l’opera del Giorgi raffigura al dritto la testa del sovrano a collo nudo, rivolta a sinistra, con – lungo il bordo – la legenta VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA e la data XXIX LUGLIO MCM, con riga sopra i numeri romani. Sotto il collo L. GIORGI F.

Un esemplare in argento della coniazione datata XXIX LVGLIO MCM firmata da Luigi Giorgi e di cui si dibatte sulla reale natura (medaglia o progetto di moneta?)

Al rovescio una bella allegoria dell’Italia, turrita e con scudo caricato dall’aquila e dallo stemma sabaudi, seduta su un’ara votiva sulla quale è scolpita la Lupa capitolina che allatta Romolo e Remo con in basso S.P.Q.R. Nella mano sinistra, un ramoscello d’ulivo, accanto – in piedi – un fanciullo nudo con nella destra un caduceo e ai piedi un leone accucciato; sullo sfondo un campo di grano, colline, una veduta marina con nave e faro, il sole nascente. In cerchio la legenda PROSPERITATE PVBLICA AVGENDA, in esergo L. GIORGI.

In merito alla controversa natura di questa rarissima coniazione – medaglia o progetto di moneta, per l’appunto – Luppino riporta come secondo Eupremio Montenegro – il primo a pubblicarne, anni fa, un esemplare – “potrebbe essere un progetto preparato per l’avvento al trono di Vittorio Emanuele III”.

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Dritto di un esemplare in rame con ritratto di Vittorio Emanuele III e il cerchio di perline sul contorno, elemento tipico dei progetti di moneta

Si tratta invece, quasi certamente, di una medaglia celebrativa dal momento che vari fattori stilistici e dettagli storici permettono di avvalorare tale ipotesi. Innanzi tutto, nell’anno 1900 l’artista Luigi Giorgi non collaborava ancora con la Regia Zecca di Roma, cui sarebbe approdato solo in seguito, nel 1906, dopo aver vinto il concorso pubblico come capo incisore, divenendo anche primo direttore e docente – dal 1907 – della Scuola dell’Arte della Medaglia; il virtuoso bulino lucchese, del resto, a cavallo tra XIX e XX secolo lavorava ancora tra la città d’origine e Firenze, dove si era stabilito nel 1882 ed aveva aperto laboratorio sul Lungarno Serristori.

Sotto il profilo stilistico e compositivo, se è vero che l’opera incorpora elementi tipici della moneta – ad esempio il cerchio di perline lungo il bordo del dritto e l’ariosa ed essenziale composizione tra iscrizioni e ritratto regio – è altrettanto evidente che difficilmente una moneta avrebbe potuto riportare una data così particolare, il 29 luglio 1900 per l’appunto, sia per ragioni di convenzione che di opportunità. Se quel fatidico giorno, infatti, segnò l’ascesa al trono di Vittorio Emanuele III, è pur vero che ciò avvenne per un evento tragico, l’assassinio di Umberto I a Monza per mano di Gaetano Bresci.

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Il bel rovescio allegorico della creazione di Luigi Giorgi vede un’Italia pacifica e operosa guardare al nuovo secolo come un’epoca di sviluppo

Anche il rovescio di questa “medaglia o progetto di moneta” permette di propendere per la natura celebrativa, e non numismatica, della coniazione: troppo complesso e articolato – infatti – ci appare il soggetto allegorico per figurare su una moneta, pur prestigiosa, come pure la composizione esclude la possibilità di apporre elementi fondamentali quali il valore nominale e perfino il segno di zecca.

Manca, inoltre, qualunque indicazione del Regno d’Italia come paese emittente (altro elemento imprescindibile nella monetazione italiana del periodo) e, infine, sotto il profilo metrico i pochissimi esemplari noti non coincidono né con il diametro delle 100 lire in oro (35 millimetri) che con quello delle 5 lire in argento (37 millimetri).

L’incisore lucchese Luigi Giorgi (1848-1912): come sempre è ritratto dal profilo destro, dal momento che l’artista era privo dell’occhio sinistro per un incidente di gioventù

Anche Mario Traina, ne Il linguaggio delle monete, a p. 346, riporta solo come ipotesi quella del progetto di moneta; per quanto riguarda il significato del motto, ossia “Accrescendo la prosperità pubblica”, questo può essere invece spiegato considerandolo un auspicio di benessere e di crescita per l’Italia grazie al nuovo sovrano, sia sotto il profilo dell’economia tradizionale – l’agricoltura – che dell’industria e dei commerci.

Il bambino con caduceo, del resto, si può ricondurre alla tradizione figurativa di Mercurio, protettore per l’appunto del commercio. L’auspicio incarnato dal ramoscello d’ulivo, infine, si sposa con la simbologia del leone accosciato, emblema di un’Italia pacifica ma, al tempo stesso, vigile a difesa dei propri confini.

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La bella medaglia nuziale del 1896 modellata dal giorgi per la coppia formata da Vittorio Emanuele di Savoia principe di Napoli ed Elena del Montenegro

Di questa “medaglia o progetto di moneta”, dunque, si può affermare con certezza ormai che si trattò di una iniziativa personale del Giorgi, forse per farsi “propaganda” in ambienti istituzionali e avvicinarsi a quella committenza pubblica  cui sarebbe approdato anni dopo, in Regia Zecca. Un’idea di medaglia, un prototipo, di estrema rarità ma in ogni caso non ricollegabile alla monetazione italiana del primo ‘900.

A riprova, si segnala come una coppia di modelli in gesso in contenitori metallici, pertinenti a questa medaglia – si tratta di un abbozzo del ritratto di Vittorio Emanuele III e di una elaborazione avanzata del rovescio, priva tuttavia di iscrizioni – siano conservati nel Fondo Luigi Giorgi che fa parte delle collezioni della Fondazione Antica Zecca di Lucca.