È dedicata a un operaio siderurgico un franco emesso dal Granducato nel 1924 e oggi celebrato con una moneta da 2 euro firmata da Chiara Principe
di Mathias Paoletti | Forse non tutti sanno che ArcelorMittal, multinazionale del settore acciaierie di cui si parla molto in Italia a motivo dello stabilimento ex Ilva di Taranto, ha la sua sede nel piccolo Lussemburgo. Certo, il colosso siderurgico non ha stabilimenti nel Granducato, tuttavia il Lussemburgo ha un’antica tradizione industriale nel settore che, giusto un secolo fa, venne celebrata con una moneta.
Si tratta di un buono del valore di un franco a nome della granduchessa Charlotte (1896-1985) che venne modellato dall’artista Armand Bonnetian e coniato in nickel (mm 23, g 5) in un milione di esemplari nel 1924 e nel 1935 e in due milioni di pezzi nel 1928. Uno spicciolo interessante e, a suo modo, e storico per il Lussemburgo che quest’anno la celebra con l’emissione di una moneta da 2 euro modellata da Chiara Principe.
La storia racconta che Auguste Trémont, artista e scultore lussemburghese, rimase colpito dalla statura imponente e dalla massiccia muscolatura di Mathias Gaasch (nella foto) un operaio siderurgico, e decise di farne il suo modello. L’incisore Armand Bonnetain utilizzò in seguito lo stesso soggetto per disegnare il rovescio del franco, che sul dritto raffigura invece il monogramma coronato della granduchessa Charlotte.
Un provvedimento del 13 novembre 1952 demonetizzò il primo tipo di franco con l’operaio dell’acciaieria che, tuttavia, aveva trovato gloria numismatica nel frattempo anche sui 50 centesimi e sui 2 franchi e che sarebbe riapparso nella monetazione del Granducato su ulteriori coniazioni fino al 1991 per 18 milioni di monete in totale.
Uno spicciolo, dunque, divenuto familiare a generazioni di lussemburghesi e che Chiara Principe ha riprodotto nel primo “zero” di un simbolico “100” che indica il secolo trascorso dalla prima coniazione sulla faccia nazionale della moneta da 2 euro; sul secondo, come vuole la tradizione numismatica del Lussemburgo, l’iniziale H coronata del granduca Henri. In basso la parola FEIERSTËPPELER, che potremmo tradurre in “addetto all’altoforno”: il nerboruto operaio, infatti, è intento a spalare carbone per alimentare il processo di fusione dell’acciaio.
Coniata dalla Monnaie de Paris, la nuova moneta da 2 euro del Lussemburgo opera della nostra Chiara Principe è disponibile dalla fine di gennaio con tiratura di 120 mila esemplari fior di conio e 7500 BU in confezione.