Si conclude la serie degli animali araldici avviata dalla Royal Mint nel 2017, con una moneta da primato venduta ad un anonimo, ricchissimo collezionista
di Mathias Paoletti | Vera moneta o puro esercizio di bravura? A voi deciderlo, sta di fatto che quella coniata dalla Royal Mint con valore facciale di 10.000 sterline, pesante la bellezza di dieci chilogrammi d’oro e avente un diametro di 20 centimetri è la più grande moneta coniata, in undici secoli di attività, dalla Royal Mint.
Il ciclo di produzione di questo esemplare numismatico da primato ha richiesto 400 ore di lavoro (quattro giornate solo per la lucidatura finale) e l’unico esemplare coniato è finito nelle tasche di un molto facoltoso – e ovviamente anonimo – collezionista che, fanno sapere dalla Royal Mint, “ha sborsato una somma a sei cifre” per assicurarsi la “moneta”.
L’emissione conclude in modo solenne la serie del “bestiario araldico numismatico” della regina Elisabetta II e dei suoi predecessori che negli ultimi anni – dal 2017, per l’esattezza – ha visto la produzione di monete dedicate a quegli animali che, tradizionalmente, appaiono sulle araldiche storiche del Regno Unito.
Naturalmente, anche i comuni mortali possono completare la serie dal momento che fra le tante versioni della moneta – che raggruppa tutti gli animali delle emissioni precedenti – c’è anche una 5 pound che, alla fonte, costa appena 13 sterline. Disponibili anche tagli in argento, come l’oncia commercializzata a 92,50 pound e perfino il chilo d’oro a 63.380 pound (tiratura, sedici pezzi).
