Correva il 1513 quando un gruppo di scismatici riceveva da papa Medici, propagandato anche in moneta, il perdono per il “conciliabolo” di Pisa
di Antonio Castellani | Quello che è passato alla storia come il Concilio di Pisa del 1511 (in seguito sbeffeggiato come “conciliabolo”) fu un’assemblea di alti prelati voluta da Luigi XII, re di Francia, nel tentativo di intimidire papa Giulio II con la minaccia di uno scisma.
Ma il Della Rovere, come tutti sanno, non era tipo da farsi intimidire e l’assemblea, indetta indetta a Milano il 16 maggio 1511 si aprì a Pisa, nel novembre successivo, alla presenza di soli quattro cardinali (Bernardino López de Carvajal, Federico Sanseverino, Guillaume Briçonnet e René de Prie) e diciotto tra vescovi e abati, in gran parte francesi.
Da Milano a Pisa, da Asti a Lione, un infelice concilio itinerante
Di tappa in tappa, quindi, il concilio proseguì a Milano, poi si spostò in Piemonte, in quel di Asti e infine, nel giugno 1512, approdò a Lione, dove venne sciolto, tuttavia, senza aver ottenuto nessun risultato. Giulio II reagì scomunicando i ribelli e convocando il Concilio Lateranense V, poi riconosciuto anche dallo stesso re Luigi XII, che dichiarò scismatica l’assemblea pisana.
La morte di del “papa guerriero” Giulio II, il 21 febbraio del 1513, lasciò sui carboni ardenti, è il caso di dirlo, tutti i partecipanti al “conciliabolo” ma il successore di papa Della Rovere, Leone X Medici, in nome della realpolitik decise di concedere ben presto l’agognato perdono ai cardinali e ai prelati scismatici.
Il perdono leonino e la sua moneta celebrativa
E per dar maggior lustro al munifico gesto papa Medici fece coniare una moneta, un piccolo capolavoro del valore di un quarto di ducato d’argento, sul cui dritto troviamo la legenda LEO · DECIMVS · PONTIF · MAXIMVS · e il busto a s., con piviale ornato, del papa. Al rovescio PACEM · MEAM (tridente, simbolo del Banco Fugger) | DO · VOBIS e Gesù, stante a sinistra, che benedice gli apostoli genuflessi; in esergo, ROMA (Muntoni 18).
Estremamente rara, questa moneta nasce da conii incisi da Pier Maria da Pescia e tale attribuzione, vista la mancanza di documenti, viene dal fatto che nella legenda del rovescio è inciso il simbolo dei potenti banchieri tedeschi Fugger, in quanto sappiamo che durante il loro periodo di gestione della zecca di Roma era proprio Pier Maria l’incisore ufficiale.
La legenda PACEM MEAM DO VOBIS (“Vi do la mia pace”) è tratta dal Vangelo di Giovanni (14, 27) e, sotto l’aspetto del mite e sempre disponibile perdono del messaggio cristiano, cela tutta l’intima soddisfazione di papa Leone X per aver ricondotto all’ovile, minacce di scomunica definitiva alla mano, quei prelati che si erano dimostrati troppo zelanti nei confronti del potente sovrano di Francia.