Va all’asta da Nomisma una moneta quasi unica di casa Gonzaga, un esemplare in argento del 1676 dalla storia e dal simbolismo affascinanti

 

di Roberto Ganganelli | Fra le numerose monete di rara apparizione sul mercato che costellano il catalogo dell’asta Nomisma 65 del 17-18 giugno, per la zecca di Mantova troviamo un ducatone del 1676, indicato al lotto 578 come di esimia rarità.

Ritratto di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, duca di Mantova e Monferrato, opera di Hyacinthe Rigaud (1706)
Ritratto di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, duca di Mantova e Monferrato, opera di Hyacinthe Rigaud (1706)

La moneta in argento, diametro mm 44 e peso di g 32 circa, è a nome di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, duca di Mantova e del Monferrato dal 1669 al 1707 e, sebbene in conservazione Bb, parte dalla cospicua base d’asta di 20.000 euro. Per quale motivo?

Innanzi tutto, come detto, per la sua rarità dal momento che, quando fu pubblicata l’opera di Ravegnani Morosini sulle monete italiane con ritratto, che elencava anche tutti i passaggi d’asta avvenuti dall’Ottocento al 1979, questa moneta non presentava alcun passaggio in vendita pubblica. Il Ravegnani Morosini indicava il ducatone come R4 ricordando che ne erano conosciuti due soli esemplari, uno a Vienna e l’altro all’Ermitage di San Pietroburgo.

Un rovescio dal forte simbolismo abbinato al ritratto dell’ultimo duca

Al dritto, questo eccezionale ducatone – con gli stessi soggetti si conoscono anche le 8 doppie in oro, una prova (o riconio) in rame del ducatone e un mezzo ducatone d’argento – mostra il ritratto del duca mentre al rovescio troviamo una bellissima scena in cui, sullo sfondo, il sole sorge dalle acque, a sinistra vi è una rupe scoscesa con albero su cui si trova un nido di aquilotti verso i quali vola un’aquila per portare loro il cibo.

QVAE MAIOR ORIGO (“Quale origine più grande?”) si legge attorno a questa elegante composizione dai profondi significati simbolici. Si tratta di una clausola esametrica di Claudio Claudiano (Carmi minori, 30, 36) e non di un verso di Virgilio, come erroneamente ipotizzato dal conte Alessandro Magnaguti (anche i grandi, talvolta, cadono in errore…).

Il dritto del rarissimo ducatone in asta Nomisma 65 del 17-18 giugno mostra il profilo di Ferdinando Carlo di Gonzaga Nevers, decimo e ultimo duca di Mantova e del Monferrato
Il dritto del rarissimo ducatone in asta Nomisma 65 del 17-18 giugno mostra il profilo di Ferdinando Carlo di Gonzaga Nevers, decimo e ultimo duca di Mantova e del Monferrato

A chi si riferisce, tuttavia, quel termine ORIGO? Agli aquilotti imbeccati (con riferimento ai Gonzaga) o al Sole che nasce o ad entrambi? In ogni caso l’allusione è alla grandezza di casa Gonzaga: quale origine potrebbe essere più eccelsa di quella dell’aquila dei Gonzaga che nei secoli ha allevato i suoi aquilotti alle più grandi imprese?

Non dimentichiamo, quindi, che l’aquila fu animale araldico di casa Gonzaga fin dal lontano 1433, quando Gianfrancesco fu elevato al titolo di marchese dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo. Per quanto riguarda le acque, invece, è plausibile ipotizzare che siano quelle del Mincio e che il sole sorga, simbolicamente, dallo specchio del Lago Inferiore.

La roccia è invece da identificare, probabilmente, con la raffinata e ricca città capitale del Ducato. Interessante, infine, quel sole dal volto umano, “citazione” di tante altre, famose monete gonzaghesche su cui la nostra stella appariva, raggiante, in tutto il suo fulgore, tanto da dominare l’intero campo. E anche in questo caso l’astro sembra vincere le nubi – le avversità del destino – che si addensano nel cielo.

Celebrando in moneta le glorie (ormai al tramonto) di casa Gonzaga

Una moneta celebrativa delle glorie e della secolare tradizione dei Gonzaga, dunque, questo ducatone in asta Nomisma 65; peccato che Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers fu l’ultimo, e non certo il più illustre, tra i rappresentanti dell’antica casata, anche se per la monetazione fu per certi versi un innovatore (leggi qui un approfondimento).

L'aquila e i suoi aquilotti sotto lo sguardo benevolo del sole nascente: un auspicio di continuità per la casata dei Gonzaga e un richiamo alle antiche e nobili origini della famiglia
L’aquila e i suoi aquilotti sotto lo sguardo benevolo del sole nascente: un auspicio di continuità per la casata dei Gonzaga e un richiamo alle antiche e nobili origini della famiglia

L’ultimo duca di Mantova e del Monferrato, infatti, dovette lasciare mestamente la sua città alla volta di Venezia, colpevole di aver ospitato le truppe francesi in guerra contro l’Impero, e la dieta di Ratisbona lo dichiarò decaduto dai suoi domini il 30 giugno 1708, liberando i sudditi mantovani e monferrini da ogni impegno verso di lui.

L’imperatore Giuseppe I d’Asburgo inviò a Mantova il conte di Castelbarco, che assunse le funzioni di governo dell’ormai ex Ducato, mentre il Monferrato passò sotto il dominio dei Savoia. Ferdinando Carlo infine morì – alcuni dicono per veleno – nel Palazzo Mocenigo Querini a Padova il 5 luglio 1708, cinque giorni dopo la sentenza di Ratisbona, senza aver forse nemmeno ricevuto notizia di tale decisione. Da allora, le aquile gonzaghesche non hanno avuto più il loro nido nella città di Mantova…