Il VI incontro del progetto Medaglieri italiani ha avuto come tema le monete di San Salvo, esempio di coinvolgimento civico nel recupero di un patrimonio comune
di Roberto Ganganelli | Dopo la due giorni di giugno dal titolo Medaglieri italiani. Verso il futuro un nuovo incontro di studi, il 2 dicembre, ha visto la Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio del MiC fare il punto, assieme ad altre istituzioni nazionali e locali, sul patrimonio numismatico pubblico.
Al centro della giornata il tema Monete antiche tra tutela, conservazione e fruizione pubblica il “caso San Salvo”; un caso eccezionale, in senso positivo, espresso e implementato da una piccola ma importante realtà quale è la cittadina in provincia di Chieti.
SAN SALVO, “PICCOLA CAPITALE ARCHEOLOGICA” E CASO DI STUDIO
Circa ventimila abitanti, una superficie di appena venti chilometri quadrati, San Salvo costituisce un esempio virtuoso di riscoperta, studio, valorizzazione dei ritrovamenti numismatici che può e deve fare scuola. Nel bel mezzo del centro storico di San Salvo, infatti, sorge il Parco archeologico del Quadrilatero che coincide con il nucleo originario della città ed è il fulcro di un sistema di beni culturali offerti alla fruizione pubblica.
“Nato in seguito alle indagini archeologiche effettuate a partire dal 1997 nell’area gravitante attorno a Piazza San Vitale – si legge nel portale ufficiale – è costituito da sette siti di interesse storico ed archeologico [e] costituisce uno dei percorsi eletti per documentarsi sulla storia di San Salvo, al centro, in epoca romana, di una fervente attività commerciale, in quanto sita su importanti snodi”.
Presso il Museo civico Porta della Terra, in particolare, il 3 dicembre 2021 è stata inaugurata una sezione numismatica dal titolo La storia di San Salvo attraverso le monete, voluta dall’Assessorato alla Cultura e frutto del lavoro sinergico dell’amministrazione comunale e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara.
LE MONETE DI SAN SALVO E UN NUOVO MODELLO DI TUTELA
Quante sono le monete di San Salvo? Poco più di cento, non certo le migliaia o decine di migliaia che caratterizzano altri musei numismatici italiani, tuttavia esse rivestono un’importanza capitale dato che offrono un’inedita chiave di lettura sulla storia di San Salvo, dal III secolo a.C. al XX secolo.
Il paradigma del medagliere di San Salvo si basa sui rinvenimenti dal territorio: monete italiche, greche, romane, quindi medievali e moderne fino a giungere agli “spiccioli” di Vittorio Emanuele III. Il loro valore sta nel fatto di essere tutte state consegnate dalla popolazione alle autorità, nella maggior parte con indicazioni precise del loro luogo di fortuito ritrovamento.
Come ha sottolineato Serafina Pennestrì, funzionario archeologo membro dell’Osservatorio per i beni numismatici del MiC e della Direzione generale ABAP, nello spirito della Convenzione di Faro le monete di San Salvo “non sono importanti per il patrimonio culturale in quanto tali. Al contrario, sono importanti in virtù di ciò che le persone attribuiscono loro, dei valori che rappresentano e del modo in cui questi possono essere compresi e trasmetti ad altre persone”.
“Dietro le monete ci sono le persone” ha fatto notare la Pennestrì alludendo a come dietro ogni manufatto, anche quello all’apparenza meno significativo, vi siano storie che possiamo ricostruire, se non nella loro particolarità, in senso generale inquadrandole come fenomeni nel panorama delle nostre conoscenze sul passato.
La moneta, come ogni altro reperto archeologico, diventa dunque elemento connettivo di una comunità e risveglia il senso civico, riannoda i fili tra passato e futuro, è dono – come dimostra la partecipazione degli studenti liceali al convegno del 2 dicembre – che può e deve essere trasmesso generazioni che verranno.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI LOCALI E NAZIONALI
Consapevole del ruolo di esempio di San Salvo si è detta Emanuela De Nicolis, sindaco della città abruzzese, la quale ha posto l’accento sulla continuità di azione delle amministrazioni locali, in questi anni, per la valorizzazione del parco archeologico e del museo al punto da farne un virtuoso “caso di studio”, un paradigma da applicare in altri contesti italiani.
Le monete di San Salvo – come ha spiegato Luciana Tulipani – usciranno presto dall’ambito locale dal momento che saranno oggetto di una delle vetrine virtuali del Portale numismatico dello Stato 2.0 che verrà messo online, interamente riprogettato a cura di IPZS e potenziato, nel corso del 2023. Un portale che intende mettere in rete e rendere fruibili i patrimoni numismatici non solo dei grandi musei ma anche di quelli di enti pubblici locali, ecclesiastici e militari. Insomma, un censimento generale dalle enormi potenzialità.
Nel frattempo, quanto rinvenuto nella cittadina abruzzese già trova spazio in un estratto del Notiziario del PNS che sarà liberamente scaricabile in rete, curato dalla stessa Luciana Tulipani con Amalia Faustoferri, “anima” del Museo Porta della Terra.
RINVENIMENTI, LEGISLAZIONE, FRUIZIONE NEGLI INTERVENTI
Interessanti, nell’incontro di studi del 2 dicembre, anche le relazioni degli archeologi della cooperativa Parsifal – Katia di Penta e Davide Aquilano – su un nucleo particolare di monete rinvenute sul territorio, quelle che testimoniano utilizzi in contesti funerari, e quelli di Alberto Campana, Francesco Carrera e Stefania Montanaro che si sono occupati, rispettivamente, del problema della dispersione dei rinvenimenti, si Storie di tutela del patrimonio culturale e senso civico europeo e delle attività della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo di Taranto.
Il sistema di gestione dei beni numismatici pubblici italiani è dunque un organismo complesso al quale concorrono le professionalità e le strutture dell’Istituto centrale per l’Archeologia, di quello per il Catalogo e la documentazione (ICCD), delle soprintendenze e dei nuclei TPC dei Carabinieri sparsi sul territorio, senza contare ovviamente le istituzioni locali.
L’incontro di studi Monete antiche tra tutela, conservazione e fruizione pubblica è stata anche occasione per fare il punto sugli ultimi orientamenti giurisprudenziali in termini di patrimonio numismatico di interesse archeologico. Maria Grazia Fichera, sul tema, ha ricordato che è in fase di definizione da parte del MiC una nuova circolare nella quale si intende distinguere tra manufatti numismatici “archeologici” e “non archeologici”, distinzione basata sul profilo cronologico e sulla non riconducibilità a contesti archeologici.
La circolare porrà l’accento sul fatto che sono da considerare “beni numismatici” – con la distinzione di cui sopra – anche “oggetti con funzioni non monetali, quali le tessere o i gettoni, oppure le medaglie nonché gli specifici strumenti di produzione (coni, punzoni, matrici di fusione)”. Ma quali saranno i parametri secondo cui verrà valutata la “possibile pertinenza al patrimonio archeologico nazionale”? Attendiamo di conoscere il testo definitivo, quando sarà reso disponibile.
IL MUSEO COME “CASA” DELLA COMUNITA’
Tornando al “caso San Salvo”, a conclusione di queste righe ci piace citare Amalia Faustoferri, curatrice dell’allestimento delle monete e del Museo civico Porta della Terra: “Le monete di San Salvo, grazie alla loro ‘origine svelata’, al legame col territorio e la comunità, raccontano la storia con la ‘s’ maiuscola, e realizzano la funzione sociale dei musei: un museo come ‘casa’ della comunità e non solo ‘cosa’ della comunità”.