Con l’elezione al soglio di Pietro, i papi diventano vescovi di Roma; e, in passato, molti di loro hanno solennizzato l’evento coniando “le monete del Possesso”
di Roberto Ganganelli | Nella numismatica papale, vengono definite “le monete del Possesso” quelle coniazioni che ricordano, per l’appunto la solenne cerimonia di insediamento da parte dei romani pontefici della loro sede vescovile di Roma.
Una tradizione che conta anche circa cinquanta tipologie di medaglie e che, per questo tipo di oggetti, risale a Clemente IX (eletto il 3 luglio 1667) e fu continuata anche nel XIX e fino all’alba XX secolo.
Su varie di queste celebrative si può leggere per esteso una formula solenne: SACROSANCTA LATERANENSIS BASILICA OMNIUM URBIS ET ORBIS ECCLESIARUM MATER SUMMA PETRI SEDES HAEC EST, SACRA PRINCIPIS AEDES MATER CUNCTARUM, DECOR ET DECUS ECCLESIARUM.
“Le monete del Possesso” a cavallo di tre secoli
Per quanto riguarda le monete, la tradizione di coniarle copre un arco temporale che va da Clemente IX a Pio VII e, come consuetudine, le monete del Possesso vengono battute nei primi mesi, o comunque entro il primo anno di pontificato.
Sulle coniazioni destinate alla circolazione la legenda è giocoforza più breve che sulle medaglie e parte da una forma estesa che recita SACROSANCTAE BASILICAE LATERANENSIS POSSESSIO (“Presa di possesso della Sacra basilica lateranense”).
Da questa legenda discendono – di caso in caso – varianti e abbreviazioni che riportiamo qui di seguito:
- SACR BASILIC LATER POSSES
- SACR BASILICAE LATER POSS
- SACR BASILICAE LATERAN POSSES
- SACROS BASILIC LATERAN POSSES
- SACROS BASILIC LATERAN POSSESS
- SACROSAN BASILIC LATERAN POSSES
- SACROSAN BASILIC LATERAN POSSESS
- SACROSAN BASILIC LATERANEN POSSESS
- SACROSAN BASILICAE LATERAN POSSESS
- SACROSAN BASILICAE LATERANEN POSSESS
- SACROSANC BASILICAE LATERANEN POSSESSIO
- SACRS BASILIC LATERAN POSSESS
- SACRS BASILIC LATERANEN POSSESS
Una storia di queste emissioni: nominali e zecche
E’ da notare, innanzi tutto, effettuando una ricognizione dei repertori monetali relativi ai vari pontefici come “le monete del Possesso” siano una prerogativa assoluta della zecca di Roma. Un fatto, del resto, anche logico, essendo Roma – in questo caso – la diocesi nella quale il papa va ad assumere il proprio ruolo vescovile.
Emissioni di questo tipo per l’officina monetaria di Bologna sono state ipotizzate nel secolo scorso da alcuni studiosi, ma accertate come inesistenti dalle ricerche più recenti.
Per quanto riguarda i nominali, ad essere privilegiati sono sempre stati quelli minori in argento (mezzi grossi, grossi, giuli e doppi giuli) in quanto prodotti in quantità e capaci di veicolare il lieto messaggio in modo capillare tra i cittadini dell’Urbe e non solo e, al tempo stesso, di sfoggiare una natura preziosa.
Solo con Pio VII, e si tratta di un innegabile riflesso del declino degli Stati Pontifici dopo l’arrivo dei francesi nella Città Eterna e la Prima repubblica romana, non venne più coniato argento, ma per “le monete del Possesso” ci si limitò al rame di baiocchi, mezzi baiocchi e quattrini, peraltro di scarsissima qualità estetica.
Un modo, forse, anche per far giungere alla popolazione più povera un messaggio politico – “Il nuovo papa è sul suo trono, e tutto tornerà come prima” – ma è indubbio che le spoliazioni napoleoniche ebbero, anche nella monetazione pontificia, riflessi evidenti.
Iconografia e simbologia
Dal punto di vista iconografico, ad apparire al dritto di queste monete è di solito lo stemma del pontefice con chiavi e tiara, mentre il rovescio è riservato ad una cartella decorata variamente, o a rami di palma o fogliami con la legenda suddetta e il millesimo.
Per alcune coniazioni, come i doppi giuli, si mantiene invece su una faccia la tradizionale personificazione della Chiesa sulle nubi. In generale, le monete del Possesso sono non comuni o rare.
“Le monete del Possesso”: repertorio sintetico per pontefici
Sono quattordici i papi che coniano “le monete del possesso”, a partire da Clemente IX Aldobrandini per giungere a Pio VII Chiaramonti. La prima emissione di questa “serie tematica” risale dunque al 1667 e l’ultima al 1801.
Le prime emissioni nel XVII secolo
1667-1669 – CLEMENTE IX Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella con sopra cherubino e sotto conchiglia tra rami di alloro (giulio), su 5 righe con la data (grosso), su 5 righe con la data in cartella con fiore in alto (mezzo grosso).
1670-1676 – CLEMENTE X Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella con sopra cherubino (giulio), su 5 righe con la data in cartella chiusa da ornati (grosso), su 5 righe con la data in cartella sagomata (mezzo grosso).
1676-1689 – INNOCENZO XI Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella con festoni, cherubino e maschera (giulio), su 5 righe in cartella chiusa da ornato (grosso), su 5 righe con la data in cartella (mezzo grosso).
1689-1691 – ALESSANDRO VIII Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella a volute e nastrini (giulio), su 5 righe con la data in cartella sagomata con fiore sopra o tra rami di palma (grosso), su 5 righe con la data in cartella sagomata (mezzo grosso).
1691-1700 – INNOCENZO XII Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella sagomata a fogliami (giulio), in cartella a fogliami (grosso), in cartella a fogliami e lacci (mezzo grosso).
Il fulgore nel XVIII secolo
1700-1721 – CLEMENTE XI Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella quasi tonda con leggero fogliame e stella o in cartella poligonale ornata di fogliami e conchiglia (giulio), su 5 righe con la data in cartella poligonale con leggero fogliame (grosso), su 5 righe in cartella rotonda semplice o quasi tonda con stella e fiore (mezzo grosso).
1721-1724 – INNOCENZO XIII Papa. Roma, giulio, grosso, mezzo grosso. Su 5 righe con la data in cartella sormontata da colomba (giulio), su 5 righe con la data in cartella semplice (grosso), su 5 righe con la data nel campo (mezzo grosso).
1724-1730 – BENEDETTO XIII Papa. Roma, giulio, grosso. Su 5 righe con la data in cartella con fogliami sormontata da colomba (giulio), su 5 righe con la data nel campo (grosso).
1730-1740 – CLEMENTE XII Papa. Roma, giulio, grosso. Su 5 righe con la data in cartella a volute e fogliami con conchiglia (giulio), su 5 righe con la data in cartella con volute sopra (grosso).
1740-1758 – BENEDETTO XIV Papa. Roma, giulio, grosso. Su 5 righe con la data in cartella centinata di forma rotonda (giulio), su 5 righe in corona di due rami di alloro (grosso).
1758-1769 – CLEMENTE XIII Papa. Roma, doppio giulio o quinto di scudo (dritto), grosso. Su 5 righe con la data in cartella sormontata da chiavi e tiara (doppio giulio), su 5 righe con la data in cartella con volute e cherubino (grosso).
1769-1774 – CLEMENTE XIV Papa. Roma, doppio giulio o quinto di scudo (dritto). Su 4 righe in cartella con conchiglia e volute con fiore sormontata da chiavi e tiara.
1775-1799 – PIO VI Papa. Roma, doppio giulio o quinto di scudo (dritto). Su 4 righe in cartella a fiori e volute sormontata da chiavi.
Il tramonto nel XIX secolo
1800-1823 – PIO VII Papa. Roma, baiocco, mezzo baiocco, quattrino. Stemma su chiavi decussate sormontato da tiara.