Entravano in circolazione quarant’anni fa le 500 lire “Arlecchino”, una rivoluzione numismatica tutta italiana che ha conquistato il mondo
di Roberto Ganganelli | Quando ti accorgi che una moneta che senti ancora familiare è fuori corso da vent’anni e quanto che quello “spicciolo dell’anima” fa parte della Storia, e come tale merita di essere raccontato, allora significa che, sì, il tempo è passato.
Anche se – come nel mio caso – ricordo ancora quel giorno del 1982, quando per la prima volta mi capitò per le mani la 500 lire bimetallica, fresca di conio e lucente e che per molto tempo conservai, quasi fosse una “primizia numismatica” destinata ad assumere nel tempo chissà quale valore.
Amarcord a parte, nel 1982 per merito della Zecca italiana, dalla bravura artistica di Laura Cretara prendeva vita la prima moneta bimetallica di circolazione del mondo, da allora imitata e riproposta con valori, forme e metalli diversi, da innumerevoli paesi del pianeta.
La moneta bimetallica moderna è “Made in Italy”
Un’invenzione tricolore, la moneta da 500 lire, figlia sì dell’inflazione – il nostro paese, negli anni ’70, aveva navigato in cattive acque dal punto di vista monetario – ma anche dal desiderio di non far rimpiangere quella 500 lire in argento che, nel periodo del boom economico, aveva fatto sentire un po’ più ricchi tutti gli italiani.
Una moneta, prima di tutto, frutto delle capacità ingegneristiche italiane applicate all’industria della monetazione e che è il frutto – come dimostrano alcuni “esperimenti” e “gettoni medaglia” reperibili sul mercato o in collezioni private, di un processo tecnico produttivo assai complesso.
Nello stesso anno in cui gli Azzurri di Bearzot si aggiudicano la Coppa del Mondo di calcio – altro evento che sarà celebrato in moneta quest’anno da IPZS – dalle presse di Via Principe Umberto escono dunque la bellezza di 162.026.000 pezzi in acmonital e bronzital da 500 lire al peso legale di 6,80 grammi e del diametro di 25,80 millimetri.
Il doppio colore fa sì che vengano subito soprannominate “Arlecchino” per la loro immediata riconoscibilità visiva; una “carta di identità” del tutto speciale che si completa con il taglio, per la prima volta in Italia godronato in modo discontinuo, e con quel rumore sordo che fa la moneta quando cade su una superficie.
Del resto, la corona in acciaio (acmonital) e il tondello in bronzo (bronzital) vengono uniti assieme grazie ad una nuova tecnica di assemblaggio che provoca l’espansione del disco più piccolo e in suo incastro, grazie a una gola di contenimento, con l’anello esterno per dar vita ad una “coppia inseparabile” pronta per la coniazione.
La 500 lire nel ricordo di Nicola Jelpo, direttore della Zecca
Nicola Jelpo, nel 1982 direttore della Zecca, scrive che la moneta bimetallica “ha ormai superato tutti gli ostacoli tecnici e le remore psicologiche che ogni novità comporta e ha ottenuto il riconoscimento di brevetto in quasi tutti i paesi del mondo”.
Presentata in anteprima alla XII Conferenza mondiale dei direttori delle zecche a Lisbona, la 500 lire italiana ha infatti suscitato l’interesse, l’entusiasmo – e di certo l’invidia – di numerose officine monetarie di ogni parte del pianeta.
A conferma della bontà dell’idea, dopo di allora saranno oltre 150 i paesi che adottano monete bimetalliche ad iniziare dal Vaticano e da San Marino che, in virtù delle convenzioni monetarie con la Repubblica Italiana, già dal 1982 inseriscono il nuovo taglio nelle rispettive serie divisionali.
“I vantaggi di tale moneta sono molteplici – prosegue Jelpo nel suo libro La moneta bimetallica. Studi ed esperienze della Zecca italiana, tra i quali – la sicurezza nelle macchine distributrici, la facilità di riconoscimento a vista, la possibilità di differenziare monete di valore diverso a parità di diametro”.
“È altresì da considerare – ricorda Jelpo con una visione di eco sostenibilità ed in grande anticipo sui tempi – la possibilità di utilizzazione dello sfrido di trinciatura che si rende disponibile durante la produzione dell’anello. Infatti il nucleo centrale può essere impiegato come tondello monometallico”.
Dagli “scarti di lavorazione”… la 50 lire “mignon”!
Fatto che, sebbene solo nel periodo dal 1990 al 1995, avrà effettiva applicazione con la battitura delle 50 lire Vulcano “mignon” ma che, già nel 1984, aveva avuto un preambolo con la produzione di materiali creatori per la versione ridotta del celebre spicciolo.
Coniata poi in versione di prova nel 1984, la piccola 50 lire derivata dagli “scarti” della bimetallica da 500 lire viene prodotta in – si pensa – appena 50 pezzi dei quali 48 vengono deformati e gli altri escono, per vie misteriose, dalla Zecca per poi finire (per metà) sequestrati dalle forze dell’ordine.
Una moneta di successo e d’autore, anzi… d’autrice
Tornando alla 500 lire “Arlecchino”, il successo è immediato anche grazie alla bellezza artistica che contraddistingue questa innovativa moneta. A modellarne dritto e rovescio è il maestro Laura Cretara, orami affermata autrice e prima donna italiana a modellare una moneta, il rovescio delle 1000 lire in argento 1970 per il secolo di Roma capitale.
Al dritto, Laura Cretara modella uno splendido profilo di giovane donna, rivolto a sinistra, coi capelli al vento dai quali spuntano due ali, simbolo di intelligenza e di libertà; piume e capelli si fondono in armonia, in un’acconciatura degna dell’antica Roma.
Al rovescio, invece, una visione prospettica di Piazza del Quirinale con la facciata del palazzo residenza dei presidenti della Repubblica – all’epoca è in carica Sandro Pertini, che tuttavia preferisce abitare con la moglie una mansarda di 40 metri quadri vicino Fontana di Trevi – con in primo piano l’obelisco e la fontana dei Dioscuri.
Anche il rovescio, nella sua iconica armonia architettonica, richiama splendide medaglie dei secoli precedenti dedicate a quello spazio monumentale e di potere di Roma che ha ospitato pontefici e sovrani. Sulla corona esterna una spiga di grano e un rametto d’ulivo, simboli cari alla monetazione della Repubblica Italiana fin dalle origini.
Un conio indimenticabile studiato in ogni dettaglio
La 500 lire bimetallica propone, infine, un’importante innovazione di rilievo sociale: per la prima volta, infatti, lungo la corona esterna del rovescio, il valore – oltre che in basso in cifre arabe – è indicato in alto in caratteri Braille per i non vedenti.
Per la circolazione, le 500 lire bimetalliche standard vengono coniate con continuità dal 1982 al 1992, poi ancora nel 1995 e nel biennio 2000-2001 per oltre 1,8 miliardi di esemplari. E, come ogni moneta di successo, non mancano nemmeno le falsificazioni…
Nelle altre date degli anni ’90, la infine, la 500 lire “cambia pelle” per vestire i panni della moneta moneta commemorativa destinata alla circolazione. Tuttavia, su queste speciali monete “Arlecchino”, vi daremo ogni dettaglio nella seconda parte di questo approfondimento.