di Roberto Ganganelli | Carlo, duca di Södermanland e ultimogenito di Gustavo Vasa, fondatore della nazione svedese, fu il primo a giocare un ruolo politico di rilievo dopo la morte del fratello Giovanni III. Siamo a cavallo fra XVI e XVII secolo e re Sigismondo III di Polonia, asceso al potere in Svezia nel 1592, trova in Carlo un sempre più acerrimo oppositore sia nel tentativo di riunire Svezia e Polonia che in quello di riportare nel paese scandinavo il Cattolicesimo come religione ufficiale. Dopo un’aspra contesa, nel 1599 Sigismondo viene detronizzato e un anno dopo Carlo è nominato primo ministro di Svezia. Nel 1604, quindi, l’aristocrazia svedese lo nomina re a tutti gli effetti col nome di Carlo IX.
La moneta qui illustrata è un pezzo da 8 marchi in oro del 1598, quando Carlo era ancora “semplice”duca di Södermanland e, grazie ad una peculiarità di alcune monetazioni scandinave, ci lascia quasi presagire come l’abile aristocratico sarebbe presto riuscito, per sé e per il proprio paese, “a far quadrare il cerchio”. L’esemplare ha infatti forma quadrata (o meglio romboidale, considerando l’orientamento delle impronte), pesa 3,25 grammi circa e misura sui 18 millimetri di lato.
Coniati dalla zecca di Stoccolma, diretta all’epoca dal maestro Julius Coyer il Vecchio, questi rarissimi 8 marchi oro mostrano al dritto l’emblema dei Vasa tra le lettere C (iniziale di Carlo, o meglio CAROLUS) e D (DUX); la S in basso completa la legenda sciogliendosi in SUDERMANIAE. Al roverscio, la moneta – entro un sole raggiante riporta il nome di Dio in ebraico, Yahwae); ai quattro angoli le cifre che formano l’anno di coniazione, il 1598.
Monete quadrate o romboidali furono abbastanza comuni sia in Svezia che in Danimarca dall’inizio del XVI secolo. La forma venne scelta anche per la facilità di lavorazione: i “quadrelli”, non tondelli in questo caso, venivano rapidamente tagliati con apposite cesoie da strisce di metallo di spessore e ampiezza uniformi. Le raffigurazioni di queste klippen venivano spesso ridotte all’essenziale, a motivo del poco spazio, e sostituite da abbreviazioni.
Appare notevole e non certo comune l’uso del nome di Dio in lingua ebraica anche se è vero che fino al XVIII secolo – regina Cristina esclusa – tutti i re di Svezia avrebbero impiegato, sulle proprie monete, motti riferiti alla divinità e tratti sia dal Vecchio che dal Nuovo Testamento.
Da notare infine la versione nuda dello stemma parlante dei Vasa sul dritto: vasa, infatti, in lingua svedese significa “covone di grano” ed è proprio un covone di grano a rendere così elegante, nella sua semplicità, questa rara coniazione aurea del Nord Europa.