Si avvicina l’apertura del MFM che ospiterà esemplari unici e rari, progetti e modelli di monete e medaglie della più antica repubblica del mondo
di Vito G. Testaj (direttore degli Istituti culturali della Repubblica di San Marino) | Avrebbe dovuto essere il 2020, l’anno destinato a portare nuovamente alla ribalta a San Marino una tradizione che è al contempo recupero del passato e sguardo sul futuro. La tradizione dei francobolli e delle monete che sempre ha contraddistinto l’identità nazionale sammarinese nel corso del tempo e che, forte di un lungo e prezioso lavoro di ristrutturazione, ha riqualificato gli spazi un tempo assegnati all’Azienda filatelica e numismatica per farne un contenitore moderno ed elegante, pronto a ospitare curiosi e appassionati. Poi la pandemia, l’emergenza sanitaria e l’inevitabile rinvio che ha coinvolto le progettualità di quasi tutto il mondo e l’anno è scivolato via in fretta e senza purtroppo permettere di mantenere le promesse. Ma il tempo non è comunque trascorso invano e oggi, agli inizi del 2021, sebbene con tutte le cautele e le attenzioni sanitarie del caso il progetto va avanti e i percorsi di visita sono quasi pronti.
Sul Titano, verso una nuova primavera della numismatica
Per chiunque vorrà spingersi alla ricerca della storia locale, ma anche della celebrazione autonoma e spesso artisticamente pregevole di momenti significativi, frammenti di storia sociale e di evoluzione del gusto, dell’arte, dello sport e della scienza catturati da qualche emissione particolarmente importante voluta e sviluppata nella Repubblica di San Marino, le porte di questo percorso museale tutto nuovo saranno presto aperte.
E se è ancora presto per dire con esattezza quando questo accadrà, in tempi compatibili con un generale allentamento delle misure sanitarie, è però importante sottolineare lo sforzo fino a oggi compiuto per mettere in risalto i momenti salienti della storia della monetazione e delle emissioni filateliche e postali sammarinesi e non solo.
Esposta nel migliore dei modi la ricca collezione statale della Repubblica di San Marino, il lavoro compiuto dall’Architetto Mirco Semprini, responsabile della riqualificazione e recupero degli spazi che collegano in maniera affascinante anche antichi passaggi finora nascosti al grande pubblico delle antiche grotte sotterranee che attraversano il Monte Titano, e dagli esperti di filatelia, il dottor Adriano Cattani, e di numismatica, il dottor Roberto Ganganelli, che ringraziamo non solo per la lucida analisi compiuta nel riordinare e correlare la collezione delle monete della Repubblica di San Marino ma anche per ospitarci su questo quotidiano, è un lavoro esemplare.
Un percorso di memoria e di approfondimento
Per quanto riguarda monete e medaglie, in particolare, la riscoperta del piacere di poter tornare a seguire materialmente un percorso di esplorazione e di narrazione senza più doversi affidare a sensori digitali e emanazioni virtuali del proprio interesse, si accompagnerà alla curiosità di prendere parte dal vivo ai momenti storicamente più interessanti della storia numismatica e della monetazione, non solo sammarinese, partendo dalla sezione dedicata alle monete più antiche, che risalgono a ben prima della creazione di una indipendenza della Repubblica (reperti archeologici di grande interesse visibili al Museo di Stato) e scivolando lungo il tempo fra un episodio storico e una curiosità rilevante, come la piccola area dedicata alle coniazioni sammarinesi che accompagnano i frammenti lunari – visionabili anch’essi – e donati a San Marino a sottolineare la memoria della corsa allo spazio, fino alle tante emissioni recenti raccolte dall’entrata in vigore dell’euro.
Alla riscoperta della genesi creativa di monete e medaglie
Il percorso che si dipanerà fra esemplari unici e bozzetti di studio, arricchito da curiosità e oggetti, con digressioni sulla storia militare, sui sigilli e sul secolo delle medaglie, alcune già in passato esposte presso il Museo di Stato, anche questo sempre visitabile, pochi passi più in giù, nella sua sede di Palazzo Pergami Belluzzi, segnerà quindi l’interesse degli appassionati come quello dei semplici curiosi, forte del suo mandato di esperienza e di arricchimento nello scoprire e mettere a sistema un racconto fatto di momenti preziosi celebrati nel ferro e nella carta, destinati a costituirsi come punti nodali di una riflessione che, nella volontà esplicita dello stesso progetto museale, possa crescere e svilupparsi costantemente attorno a un settore da riscoprire e potenziare. Invitando alla scoperta, all’interesse, alla passione per quei piccoli pezzi di metallo che tanto sanno raccontare nel loro silenzioso resistere nel tempo e nella storia.
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