Sono stati messi sul mercato mercoledì 5 febbraio i 2 euro Anno Santo 2025 ma, strano a dirsi, la prima moneta dell’area italiana dedicata a questo evento religioso globale non è del Vaticano – la cui latitanza nel mercato delle novità sta preoccupando sia i commercianti che i collezionisti – bensì dell’Italia che ha presentato di recente al MEF il programma numismatico dell’anno (approfondisci qui).
La parte sommitale della Porta Santa in San Pietro realizzata da Vico Conforti (1902-1979) e voluta da papa PIO XII per l’Anno Santo straordinario del 1950
La Porta Santa della Basilica di San Pietro è al centro della moneta dedicata alla celebrazione dell’Anno Santo, come simbolo universale di speranza. Proprio la speranza è, infatti, il messaggio centrale del Giubileo 2025.
La moneta, emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e coniata dalle Officine della Zecca dello Stato, ha una tiratura totale di 24.000 pezzi, metà in versione fior di conio (la parte migliore di una produzione standard, realizzata con conii nuovi)e metà in versione proof (monete con fondo a specchio, è considerata la finitura più pregiata).
La 2 euro Anno Santo 2025 modellata da Claudia Momoni ed emessa il 5 febbraio da IPZS: i pesci, antico simbolo cristiano, circondano la Porta Santa
La realizzazione dei 2 euro Anno Santo 2025 è stata affidata all’artista incisore Claudia Momoni. La Porta Santa raffigurata nella moneta è ovviamente quella, magnifica nella sua complessità, realizzata dallo scultore senese Vico Consorti in occasione del Giubileo straordinario del 1950 indetto da Pio XII Pacelli per sanare le ferite del mondo uscito dal dramma della Seconda guerra mondiale..
Sulla porta si susseguono, in un mosaico narrativo tra arte e fede, sedici pannelli più grandi che narrano diversi episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento e dodici pannelli più piccoli dove, invece, sono raffigurati gli stemmi papali dei pontefici che hanno aperto e chiuso la Porta Santa.
La Porta Santa è racchiusa all’interno di un cerchio formato dalla scritta IUBILAEUM e da una serie di ichthýs (pesci), uno tra i più antichi simboli cristiani, che veniva probabilmente utilizzato come segno di riconoscimento. Quando un cristiano incontrava uno sconosciuto, tracciava nella sabbia uno degli archi che compongono l’ichthýs. Quando l’altro completava il segno, si riconoscevano, sapendo di potersi fidare l’uno dell’altro. Il simbolo era disegnato anche sulle porte di casa delle famiglie cristiane.
Stele funeraria di inizio III secolo con l’iscrizione in greco (“Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore dei viventi”) conservata al Museo Nazionale Romano
Nella 2 euro Anno Santo 2025 della Repubblica Italiana i “pesciolini” sono raffigurati in versione piena e vuota, per rappresentare le diversità culturali e geografiche tra i credenti. Le monete sono prenotabili nello shop online di IPZS: la versione fior di conio è proposta a 15 euro (clicca qui) mentre quella proof costa 30 euro (clicca qui). È anche disponibile, al prezzo di 68 euro, il rotolino di 25 esemplari fior di conio (clicca qui).