Fu battuta nel 1791 a Napoli su iniziativa dello zecchiere Corrado Basile la piastra Partenope che Ferdinando VI “bocciò” trasformandola in una rarità

 

di Antonio Castellani | Ricorda il ritorno a Napoli dalla lontana Vienna, avvenuto il 26 aprile 1791, dei sovrani Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Austria dopo un’assenza di ben otto mesi, una delle monete più ricercate dai collezionisti nella serie del Regno di Napoli e di Sicilia, la cosiddetta piastra Partenope.

Una sorpresa al ritorno dal viaggio dei sovrani di Napoli in Austria

I sovrani avevano accompagnato in Austria le due principesse Maria Teresa e Maria Luisa, sposatesi per procura a Napoli con i due arciduchi d’Austria, Francesco e Ferdinando, figli del granduca Leopoldo. Due giovinette destinate a un futuro nel gotha della nobiltà: Maria Teresa diventerà infatti imperatrice d’Austria e Maria Luisa Amalia granduchessa di Toscana.

Il re Ferdinando IV di Borbone e la regina Maria Carolina d’Austria in una coppia di ritratti d'epoca
Il re Ferdinando IV di Borbone e la regina Maria Carolina d’Austria in una coppia di ritratti d’epoca

A Napoli, dunque, c’è di che festeggiare tanto è vero che don Gaetano Basile, appaltatore della zecca, prende l’iniziativa – ovviamente, anche per consolidare il favore di cui gode presso la corte – di coniare una moneta celebrativa per il ritono dei monarchi, una prestigiosa piastra d’argento (CNI 209, Pannuti Riccio 60 (R), Cagiati 25).

Così, mette al lavoro il bravo incisore Domenico Perger e, dal suo bulino, esce un conio di dritto che vede la legenda FERDINANDVS IV. ET MARIA CAROLINA attorno ai busti accollati, volti a destra, dei sovrani, e sotto la sigla DP dell’autore. AL rovescio una la legenda PRO FAVSTO PP. REDITV V. S. a circondare le personificazioni del Sebeto e di Partenope volte di fronte in atto di compiere sull’altare un sacrificio e con, sullo sfondo, il Vesuvio fumante. A destra di Partenope la sigla A.P. di Antonio Planelli (o Planella), maestro di zecca, e sotto M. per Raffaele Mannara, maestro di prova; all’esergo la data 1791.

I profili accollati dei due sovrani di Napoli e di Sicilia sul dritto della piastra Partenope coniata nel 1791
I profili accollati dei due sovrani di Napoli e di Sicilia sul dritto della piastra Partenope coniata nel 1791

Una moneta classicheggiante, dunque, che si richiama alla mitologia: la leggenda narra infatti che Partenope, ragazza frigia consacratasi a Dionisio, venne trasformata in Sirena da Afrodite per essersi innamorata di Metioco. Gettatasi in mare con le sorelle per l’insensibilità di Ulisse al loro canto, il suo corpo venne spinto dalle onde sulla riva alle foci del fiume Sebeto, dove prese il nome di Partenope la città che in seguito sarebbe divenuta Neapolis.

Questa raffinata iconografia e la legenda al rovescio – che si traduce in “Voti assolti per il felice ritorno dei sovrani” – intende dunque celebrare in modo solenne il ritorno a Napoli dei regnanti: un omaggio per il quale don Corrado Basile fa addirittura preparare i coni a proprie spese, confidando nel gradimento regio e, magari, in qualche riconoscimento ulteriore. Insomma, una sorta di moneta “di ostentazione” non tanto per il re, ma per il gestore della zecca!

Il "contestato" rovescio della piastra Partenope coniata dalla zecca di Napoli per il ritorno dei sovrani
Il “contestato” rovescio della piastra Partenope coniata dalla zecca di Napoli per il ritorno dei sovrani

E invece… Invece, quando in novembre Antonio Planelli presenta i primi saggi della moneta (impreziosita anche da un forte rilievo e dal taglio cordonato) chiedendo l’autorizzazione a proseguire la coniazione, Ferdinando IV storce il naso – il “nasone”, anzi, è il caso di dire – e decide di sospendere immediatamente la coniazione della piastra Partenope, anche se non di ritirare quanto già coniato.

La piastra Partenope e quella dello Zodiaco

In tutto, dai documenti di zecca risulta che della piastra Partenope furono coniati 9476 pezzi ma evidentemente, nei decenni successivi – Ferdinando VI rimarrà sul trono fino al 1825 – questa moneta d’argento di grande modulo (mm 42,3 per g 27,25) sarà particolarmente “attenzionata” in quanto sgradita al sovrano, ritirata e rifusa progressivamente, come e più di altre tipologie. Ecco perché la piastra Partenope è da sempre una delle tipologie più ricercate dai collezionisti di monete napoletane.

La piastra napoletana del 1791 approvata dal sovrano a celebrazione del suo ritorno dal viaggio a Vienna
La piastra napoletana del 1791 approvata dal sovrano a celebrazione del suo ritorno dal viaggio a Vienna

A Ferdinando IV, invece, tanto piacque la successiva proposta di piastra celebrativa bulinata da Domenico Perger – quella tipo SOLI REDVCI (“Al Sole che ritorna”) – da farla coniare per vari anni con lo stesso millesimo.

Ai due busti accollati dei sovrani, su questa fortunata tipologia si abbina al rovescio la fascia dello Zodiaco con i segni di Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno (quelli dei mesi successivi alla partenza dei sovrani per vienna) e un Sole, che illumina il globo con in primo piano la Penisola italiana.

Al dritto la legenda VNDIQ FELICES (“Tutti felici”) preceduta dal nome dei due sovrani allude, ovviamente, alla condivisa gaiezza della famiglia reale e della popolazione per il ritorno di Ferdinando e Maria Carolina. Forse un po’ meno condivisa dallo zecchiere Basile, che si era visto bocciare la piastra Partenope…

Per leggere un altro articolo su un’altra piastra del periodo, sempre coniata a Napoli in occasione della nascita della principessa Maria Amalia di Borbone, cliccate qui.