Il cardinale e primo ministro gettò le basi della grandeur e con lui la Francia del Seicento divenne potenza mondiale

 

Il busto in marmo di Richelieu scolpito da Bernini nel 1640-1641 e conservato al Louvre di Parigi
Il busto in marmo di Richelieu scolpito da Bernini nel 1640-1641 e conservato al Louvre di Parigi

di Giancarlo Alteri | “Portate al vostro perfido cardinale i saluti di D’Artagnan!”. Con questo non certo rispettoso aggettivo, Alexander Dumas ne I Tre Moschettieri ha per sempre caratterizzato la figura di Armand Jean du Plessis, cardinale di Richelieu.

Il cardinale Richelieu: un sintetico ritratto

Alto, magro, ieratico, maligno, cospiratore: così è entrato nella finzione romanzesca, amplificata da centinaia di trasposizioni cinematografiche; così nell’immaginario collettivo.

Vi è entrato come colui, che si è servito dell’alta posizione raggiunta per tramare contro la regina Anna d’Austria e, quindi, contro il re Luigi XIII detto “il giusto”.

In realtà, si trattò di una delle massime figure politiche che la Francia abbia mai avuto, fedele servitore della nazione e della corona.

Armand du Plessis era nato forse a Parigi il 9 settembre 1585, figlio di un nobile militare squattrinato, di cui in un primo momento volle seguire le orme. Il fratello di Armand, Alphonse Louis, aveva ottenuto l’arcivescovado di Luçon, ma aveva sempre rifiutato di esser consacrato; anzi, nel 1605 si era ritirato nel convento dei Certosini.

Dall’uniforme all’abito sacro

Così Armand, per sopperire alle necessità economiche della famiglia, si vide costretto ad abbandonare la carriera militare e ad indossare l’abito talare, nella speranza di succedere al fratello alla guida della diocesi “più fangosa di Francia”, come la bollerà per sempre.

Anzi, essendo troppo giovane per la consacrazione episcopale, non esitò a falsificare il proprio atto di nascita ed a presentarlo direttamente a Roma, a papa Paolo V. E fu proprio nell’Urbe che venne ordinato vescovo, pur senza avere mai ricevuto gli ordini sacerdotali.

Tornato in patria, Armand du Plessis intraprese gli studi teologici e resse la propria prelatura con illuminato zelo, tanto che fu eletto deputato del clero del Poitou agli Stati generali.

Dritto della medaglia in bronzo di Jean Warin con ritratto di Luigi XIII laureato (mm 72,5 per g 141,4)
Dritto della medaglia in bronzo di Jean Warin con ritratto di Luigi XIII laureato (mm 72,5 per g 141,4)

A Parigi, il giovane vescovo entrò nelle grazie della regina madre, Maria de’ Medici, la vedova di Enrico IV, e del suo potente favorito Concino Concini.

Fu lui, inoltre, a trattare con il re di Spagna il matrimonio fra l’infanta Anna d’Austria ed il giovanissimo Luigi XIII, figlio di Maria de’ Medici.

L’assassinio del Concini, l’esilio di Maria de’ Medici, il conflitto tra la madre regina ed il figlio re, costrinsero il vescovo a ritirarsi momentaneamente nell’ombra.

Ma le sue indubbie qualità politiche ben presto ebbero modo di rifulgere ancora: negoziò il trattato di Angers, che assicurava alla Francia una pace dinastica interna e fu richiamato a Parigi.

Maria de’ Medici nel settembre del 1622 ottenne da papa Gregorio XV la nomina cardinalizia per il suo “vescovo intelligente”: al Richelieu si aprirono le porte del Consiglio del re e nell’agosto del 1624 diventò primo ministro.

La Francia del Seicento e l’azione del Richelieu

Intanto, infuriava in Europa la Guerra dei Trent’anni, scoppiata nel 1618; guerra, che da principio vide opposti cattolici e protestanti. Il cardinale, che ormai in pubblico vestiva costantemente di porpora, mise in mostra tutta la sua abilità spregiudicata.

Da una parte assoldò un esercito composto in gran parte da calvinisti ed occupò la Valtellina, presidiata da truppe pontificie, che era un corridoio di comunicazione fra i domini degli Asburgo di Francia e quelli di Spagna; quindi, non esitò ad allearsi con i protestanti contro l’Impero.

Rovescio della medaglia in bronzo di Jean Warin con ritratto di Richelieu (mm 72,5 per g 141,4)
Rovescio della medaglia in bronzo di Jean Warin con ritratto di Richelieu (mm 72,5 per g 141,4)

Sul piano interno, invece, combatté ferocemente gli ugonotti, assediando e costringendo alla capitolazione La Rochelle, loro roccaforte.

Nonostante fosse impegnato su diversi fronti di guerra, l’abilità politica e diplomatica di Richelieu tessé una tela in cui tutte le altre Potenze si trovarono impigliate.

Questo periodo storico fu chiamato dagli storici posteriori “la guerra di tutti contro tutti”, ed il Richelieu ne fu il rappresentante più qualificato!

Vestì perfino la corazza e scese in campo personalmente alla guida delle truppe, a fianco di Luigi XIII, e liberò Casale Monferrato dall’assedio spagnolo.

In Francia, concesse agli ugonotti sconfitti il perdono, la libertà di culto ed addirittura il permesso di conservare i privilegi giudiziari, suscitando le ire di Urbano VIII.

Il cardinale tra gloria e opposizioni interne

Ma a corte aumentava il malcontento nei confronti del potentissimo cardinale, che intanto aveva intrapreso una nuova guerra, stavolta tutta amministrativa, contro i privilegi dei nobili. Gli oppositori erano capeggiati dal fratello del re, Gastone d’Orléans, e dalla stessa regina Anna.

Quest’ultima, anzi, pose Luigi XIII di fronte ad un’alternativa: minacciando di chiedere l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota, impose al marito di scegliere fra lei e “un domestico”.

Secondo altre fonti, fu Maria de’ Medici a porre il figlio Luigi XIII di fronte al dilemma. E la regina madre morì in esilio! Il re, infatti, scelse il “domestico” cioè il cardinale di Richelieu. Diventato praticamente padrone assoluto della Francia, Richelieu seppe restituirle quella potenza e quell’importanza politico-militare che le competeva.

Il famoso dipinto in cui Jean Warin mostra un'antica moneta a Luigi XIV bambino
Il famoso dipinto in cui Jean Warin mostra un’antica moneta a Luigi XIV bambino

Certamente l’erario era stato dissanguato, ma il Primo ministro potenziò la marina militare e, soprattutto, quella mercantile, diede impulso alle manifatture, rafforzò l’autorità dello Stato, gettando in questo modo le basi di una nazione moderna.

Volle per la monarchia una sede degna edificando il Palais Royal; d’altronde, la difesa dell’unità nazionale, incarnata nella stirpe dei Borbone, fu l’unico programma politico del cardinale. Le circostanze gli dettarono di volta in volta atteggiamenti ed azioni: il genio fece il resto.

Gli ultimi giorni e il ricordo in medaglia grazie a Warin

Ammalato gravemente, ma senza aver mai mostrato in pubblico alcun cenno di sofferenza, Armand du Plessis cardinale di Richelieu si spense nel suo palazzo il 9 dicembre 1642, circondato dai suoi amati gatti.

Luigi in oro coniato nel 1640 a nome di Luigi XIII su conii incisi da Jean Warin (mm 25,6 per gr 6,7)
Luigi in oro coniato nel 1640 a nome di Luigi XIII su conii incisi da Jean Warin (mm 25,6 per gr 6,7)

L’iconografia che lo rappresenta è sterminata; anche il Bernini realizzò un suo busto in marmo, quello illustrato all’inizio di questo articolo.

Però il ritratto più pregnante, quello che rispetta, oltre che la fisionomia esteriore, anche l’aspetto psicologico del Richelieu si deve a Jean Warin (ca. 1604 – 1672), forse il più grande incisore che la Francia abbia mai avuto, esperto sia nella fusione sia nella coniazione di medaglie.

Fu sempre lui a disegnare il conio del famoso luigi d’oro, la moneta francese per antonomasia che, voluta da Richelieu, restò in vigore fino alla Rivoluzione. Di Jean Warin conosciamo anche il viso – e per quei secoli è uno dei pochissimi casi in cui abbiamo il ritratto di un medaglista – giacché egli appare in un dipinto del 1654 mentre è intento a mostrare un’antica moneta a Luigi XIV bambino.

Riconio del 1930 della medaglia di Warin del 1631 per Richelieu (argento, mm 53,2 per gr 78,6): da notare il motto MENS SIDERA VOLVIT al rovescio, specchio della volontà e della forza del cardinale
Riconio del 1930 della medaglia di Warin del 1631 per Richelieu (argento, mm 53,2 per gr 78,6): da notare il motto MENS SIDERA VOLVIT al rovescio, specchio della volontà e della forza del cardinale

Luigi XIII e Richelieu in medaglia: la Francia del Seicento in sintesi

Nel 1630 il Warin fuse una grande medaglia, con al dritto il busto di Luigi XIII ed al rovescio una scena allegorica. Quindi, fuse un’altra medaglia dello stesso diametro, questa volta con al dritto il busto di Richelieu.

Successivamente i due dritti furono riuniti insieme a formare la medaglia illustrata all’inizio dell’articolo. Nello splendido ritratto del cardinale, il Warin seppe trasfondere tutta la propria abilità; mentre il ritratto di Luigi XIII risulta piuttosto retorico, pur nell’ottima esecuzione, che si evidenzia nella minuta raffigurazione di tutti i piccoli particolari.

Giustamente Richelieu e Luigi sono stati esaltati insieme su questa medaglia, perché insieme posero le basi della grandeur francese. Però a noi piace continuare a pensare – come ha favoleggiato Alexander Dumas e come si è ormai radicato nell’immaginario collettivo – cioè a quel duello senza fine fra le guardie del cardinale ed i moschettieri del re…